03 febbraio 2007 - Jail - Legnano (MI) I live dei Califone variano a seconda della situazione che la band deve affrontare o della voglia a progettare situazioni sonore sempre diverse e ricche di idee innovative: possiamo assistere ad esempio a una performance intima, dove il concerto si trasforma in un esecuzione unplugged tra amici, oppure, come accade questa sera, la loro esibizione assume un tono più serioso evidente già dall'assetto strumentale disposto sul palco.
La musica della band di Chicago ha sempre attinto alle radici del folk, del country e del blues, sviluppate tutte con un pretesto di sperimentazione: così i Califone hanno dato prova di un loro spessore artistico assemblando idee sonore semplici e "nuove". Questa attitudine è confermata anche sul palco del Jail: l'intro che anticipa il primo pezzo è un pretesto per il gruppo per assestare i suoni, soprattutto quelli derivanti dalle componenti elettroniche che sebbene siano camuffate tra gli strumenti tradizionali fanno sentire la loro presenza e si rivelano inizialmente attraverso le tastiere riposte davanti al frontman Tim Rutili. A questo si aggiunge sin dall'inizio la bravura della sezione ritmica che arricchisce le parti ritmiche con suoni di campanelli e altri gingilli.
"Our Kitten Sees Ghosts" è un esordio tranquillo e velato contrapposto al successivo "3 Legged Animals", un alt-rock selvaggio, farcito di chitarre elettriche suonate in duetto e in stile simmetrico. In questa parte del concerto la libertà del rock and roll è sostenuta dalla ritmica perfetta di un batterista sempre pronto ai cambi di scena: quello dei Califone è un grandioso gioco di squadra che si rivela presto necessario per sprigionare il calore di brani che prendono sapore dalla terra rossa del folk americano.
L'esibizione verte verso un set elettroacustico grazie alla regia di un Tim Rutili prezioso nel pizzicare la chitarra acustica e la slide. L'alternative country prende pieghe diverse, più strutturate, dimostrando la lunga strada percorsa da un gruppo eclettico ma legato alle proprie radici: la gran cassa tende in un primo momento a nascondere continue interruzioni elettro-analogiche che presto fanno degenerare il tutto in un noise profondo. Per fortuna rimane lo spazio per qualche fedele ballata a due voci come suggerisce "Fish" accompagnata da un fiddle pizzicato che reintroduce agli strumenti tradizionali del country: Jim Becker riscopre un nuovo modo di suonare il banjo, mentre in sottofondo il grattare di un simil-washboard mantiene vivo il ricordo delle origini. Non soddisfatti, i Califone seguono imperterriti un tracciato di sonorità sperimentali unendole a semplici melodie con grande disinvoltura. I cambiamenti melodici avvengono con naturalezza, come se il gruppo stesse cambiando le frequenze di una stazione radio: il quartetto mette in pratica le coordinate di un progetto live attentamente studiato a tavolino, avvalendosi di suoni in sequenza, pre-registrati o producendo del semplice rumorismo, come avviene nelle parti metalliche azionate per mezzo di un touch-pad elettronico dalla sezione ritmica. L'apice della performance viene raggiunto con una sessione elettro-rock-blues stravolgente caratterizzata da una base dal groove funky.
Tra i brani proposti al Jail molti sono quelli tratti dall'ultimo disco "Roots And Crowns", ultima tappa del cammino di una band che rappresenta al meglio la musica folk contemporanea nordamericana. E che anche dal vivo non smette di osare e di cercare nuove strade.
SET LIST:
- OUR KITTEN SEES GHOSTS
- 3 LEGGED ANIMALS
- BOXER
- FISH
- WITCH
- SLOWER TWIN
- THE ORCHIDS
- THE EYE YOU LOST IN THE CRUSADES
- SPIDER'S HOUSE
- PINK & SOUR
- ROSE PETAL EAR
- HOROSCOPIC AMPUTATION HONEY
- A CHINESE ACTOR
- MILLION DOLLAR FUNERAL