Murubutu

live report

Murubutu Murubutu e la Moon Jazz Band: rap e jazz al Teatro della Triennale di Milano per JazzMi

02/11/2024 di Laura Bianchi

Concerto del 02/11/2024

#Murubutu#Italiana#Alternative

Era il 2016, e Mescalina dedicava una recensione al disco del rapper reggiano Alessio Mariani, alias Murubutu (qui la recensione). In un'intervista, due anni dopo (leggila qui), l'artista dichiarava: "c’è una volontà da parte mia di proporre non uno slang, ma un codice di tipo letterario e articolato in senso narrativo.". C'erano quindi tutte le premesse perché il suo percorso creativo si sviluppasse ancora negli anni, e lo portasse a una tappa fondamentale, una sorta di punto di svolta: il connubio tra rap e jazz, che, già presente in alcuni rapper internazionali, stimola quanti desiderino mettersi in gioco con partiture che permettono spazi di interplay e improvvisazione, insieme al restituito valore alla parola.

Ecco quindi Murubutu stringere, in questo 2024, un sodalizio (riuscitissimo) con un ensemble di giovani jazzisti: la Moon Jazz Band, composta da Dia, vocalist già presente in molti lavori del rapper, Filippo Cassanelli (contrabbasso), Vincenzo Messina (batteria), Giacomo Grande (tastiere/piano), Federico Califano (sax contralto), Gabriele Polimeni (tromba/flicorno). Ed eccolo calcare il prestigioso palco del Teatro della Triennale di Milano, invitato da JazzMi, festival da sempre attento alla contaminazione tra generi, purché di qualità. Nel talk che ha preceduto il concerto (replicato in due orari, causa l'altissimo numero di richieste), Murubutu ha sottolineato come sia stato importante il dialogo con la band, alla quale si è totalmente affidato per gli arrangiamenti dei propri pezzi, e come motori del progetto siano la curiosità e l'apertura a un mix che non può che arricchirlo.

La band gira fin da subito a mille, con i fiati in bella evidenza, che dialogano tra loro e con il gruppo, dando ulteriore spessore jazz alla performance, la voce di Dia a sottolineare le parti più liriche e a suscitare emozioni nei brani più intensi (Multiverso, Grecale), la batteria e il contrabbasso a costruire un impianto ritmico che renda ancor più efficace l'operazione di trasposizione da forma canzone a brano jazz, e le tastiere a ricamare le barre del narratore e risolvere con grande sapienza la criticità presente in molti pezzi rap, ossia la chiusa.

 

Il repertorio più conosciuto di Murubutu si snoda, tra racconti, anche autoironici, sulla presunta tristezza delle sue composizioni, e due poesie in rima, tratte da due situazioni completamente differenti: la prima, già proposta come singolo nel 2023, la trasposizione del celeberrimo, e bellissimo, racconto di Calvino L'avventura dei due sposi, e la seconda, ispirata a una coppia di suoi fan, attraversata da un lutto, che però viene trasfigurato nella "presenza degli invisibili". A rafforzare l'idea di uno spettacolo multiartistico è anche l'ingresso di una ballerina, che sottolinea la forza positiva del testo di Grecale.

Elegante, mai sopra le righe, è poi la presenza scenica del rapper, che da sempre dichiara la propria estraneità a certo rap o hip hop sguaiati ed eccessivi, ma che sceglie di parlare con le mani, con le braccia, comunicando l'autenticità dei testi e la sua attenzione alla letteratura, all'arte, alla storia, ai valori che egli stesso trasmette, anche nel suo ruolo di docente di storia e filosofia.

Concerto, si diceva, riuscitissimo, che deve essere preservato, replicato, applaudito, per arrivare a un pubblico che pensa ancora che il jazz sia un genere snob o per adepti.