interviste
Maria Antonietta Purezza della verità
Le verità di Maria Antonietta nel suo album Sassi sgorgano come sangue da un polso aperto, mescolando amore e siero, incertezze e rabbia, in canzoni bagnate dalla felicità, ma talora anche umide di malinconia. Ne abbiamo parlato con lei, in vista della sua esibizione all’Home Festival di Treviso il 4 settembre, quando condividerà il palco con Bluvertigo, Clean Bandit, Noyz Narcos e Fritz Da Cat, Andead, Jack Jaselli, Redrum Alone, Foxhound, Ojm, Grey, Supertempo e altri ancora. Tra gli ospiti della manifestazione, che continuerà fino al 7, Afterhours, Modena City Ramblers, Piero Pelù, The Sick Tamburo, M+A, Bloody Betroots, Extrema, Elio e le Storie Tese, Rezophonic e Selton.
“La verità non si contiene / e non fa sconti di nessun genere. / Continuerò a fare quello che mi pare / questo è sicuro, / nella purezza, come ho fatto sempre, dici bene”, canta Maria Antonietta in Giardino comunale, singolo tratto dal suo secondo album, Sassi: si tratta di una delle tante dichiarazioni di intenti contenute nelle sue canzoni e della prova della consapevolezza di aver scelto e non poter far altro che scegliere un’espressione diretta e senza filtri del proprio sé, un’esposizione, un’ostensione quasi da martire (nel senso etimologico di testimone) della propria realtà, senza cautele per proteggere le proprie fragilità o piani strategici di conquista delle classifiche. Il flusso delle emozioni della cantautrice pesarese scorre libero, brillante e cupo, tra rabbia, dubbi, amore e disperazione; non a caso l’ex componente degli Young Wrists cantava “Mi sento come un polso aperto” già in Santa Caterina, uno dei pezzi più brucianti e convulsi del suo primo album in italiano, prodotto da Brunori nel 2012, che già mise in luce le sue potenzialità cantautorali, nel senso che delineò una personalità artistica ben definita, pronta a improntare di sé i versi, che con le loro riflessioni aspirano, involontariamente, a una qualche classicità e sono affiancati anche a cadenze da ballad. Il disco del 2014 della giovane artista non dimentica le ritmiche accelerate beat-punk, ma in altri pezzi si addentra ulteriormente in morbidezze pensose; come ci tiene a sottolineare l’artista, punk sono questa volta soprattutto la produzione realizzata con i fratelli Imparato (Marco dei Dadamatto e Giovanni dei Chewingum, suo fidanzato) e le sonorità volutamente minimali e secche, che fanno piovere luce tagliente sulla spietata sincerità e il retrogusto sottilmente malinconico dei testi, pur bagnati di quasi pericolosa e spiazzante felicità. Ne abbiamo parlato con Maria Antonietta, che sarà tra i protagonisti dell’Home Festival di Treviso: giovedì 4 settembre condividerà il palco, tra gli altri, con Bluvertigo, Clean Bandit, Noyz Narcos e Fritz Da Cat, Andead, Jack Jaselli, Redrum Alone, Foxhound, Ojm, Grey e Supertempo. Il ricco cartellone della manifestazione comprende un’ampia gamma di artisti per tutti i gusti, da Afterhours, Modena City Ramblers, Piero Pelù, Marky Ramone & Wardogs, Clementino, M+A, Sick Tamburo e Monaci del Surf (5 settembre) a The Bloody Betroots, Salmo, Nitro, Enigma, Extrema, Underdogs (6 settembre), a Elio e le Storie Tese, Rezophonic, Selton, The Black Beat Music (7 settembre) e tanti altri ancora.Il festival, che si svolge in zona Dogana, prevede anche una mostra speciale organizzata in collaborazione con il Ramones Museum di Berlino per celebrare i 40 anni dei Ramones, un Elvis Day, ma anche appuntamenti dedicati alla letteratura, alla fotografia e all’arte, con la collaborazione con il Mastro Michelangelo Pistoletto, con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e RAM radioartemobile, grazie alla quale anche gli spettatori dell’Home Festival e la Città di Treviso potranno prendere conoscenza e aderire al progetto Terzo Paradiso.
Il biglietto giornaliero costa 4,99 €, mentre l’abbonamento per i quattro giorni appena 14,99 € (49,99 € invece il gold pass VIP che comprende anche drink e accesso area VIP).
Ecco la nostra chiacchierata virtuale con Letizia Cesarini, alias Maria Antonietta, impulsiva, appassionata e libera di essere se stessa.
Mescalina: Nell’album Marie Antoinette wants to suck your young blood hai dedicato una canzone a Giovanna d’Arco, nel tuo primo cd in italiano citavi Santa Caterina e Maria Maddalena, mentre il tuo ultimo disco, Sassi, prende il nome da un verso delle Ecclesiaste. Spesso nomini e citi Gesù: la tua passione per l’agiografia e l’interesse per l’immaginario religioso sono nati con lo studio della Storia dell’arte medievale?
Maria Antonietta: No, direi che sono nati con me. Nel senso che mio padre è un pittore di icone medievali e un appassionato di arte e storia medievale...Sono sempre stata bombardata con questo genere di input ed è stato molto bello. Direi che la religione, le figure sacre, Dio in generale e la categoria dell'assoluto fanno parte della mia vita come di quella di altre persone. A volte Dio ti sembra l'interlocutore più intelligente con il quale poterti confrontare, tutto qui.
Mescalina: L’espressione “le ossa che non puoi spezzare più” in Ossa sembra un calco dell’inglese “the bones you can’t break”: ti capita mai di pensare ancora in inglese quando scrivi una canzone?
Maria Antonietta: No, mai.
Mescalina: I tuoi dischi (come già le canzoni drammaticamente dirette dei Young Wrists) grondano autobiografismo, tra ricerche deluse e appagate dell’amore, nonché le pieghe più intime di ricordi e desideri: non hai mai avuto paura di esporti troppo, di strappar via un po’ di alone lirico e di suggestione misteriosa alle tue canzoni, mettendoti così tanto a nudo? L’esigenza di raccontarti vince qualunque possibile calcolo?
Maria Antonietta: L'esigenza di essere felice vince qualsiasi calcolo e io sono felice quando scrivo. Scrivere di cose edulcorate e filtrate mille volte per non urtare la sensibilità altrui non mi interessa. Mentire non mi interessa. Essere un'altra non mi interessa. Essere poetica e misteriosa non mi interessa. Questi personaggi che si ammantano di aloni e mistero lo fanno perché non hanno troppi argomenti? Che noia.
Mescalina: Questo disco è gravido di quella felicità che ti ha sommerso come “una specie di alluvione”; eppure non mancano canzoni umide di malinconia, come nel caso dei mood di Galassie, Molto presto o Decido per sempre. Che temperamento pensi di avere?
Maria Antonietta: Questo disco credo sia gravido di felicità per quanto è gravido di disperazione. Mi sembra un disco molto scuro nel complesso. Sono capace di essere felice ma anche molto triste, sono piena di fiducia e sono piena di rabbia, mi sento molo giovane e mi sento molto vecchia. Il mio temperamento, al di là del mio umore, penso sia l'impulsività.
Mescalina: Hai mai avuto paura di perdere la tua identità, di diventare meno riconoscibile, al di là del cantato peculiare, accostandoti maggiormente al cantautorato e allontanandoti sia dal twee-pop, dal post-punk e dall’indie-pop dei Young Wrists, sia dal punk che venava brani come Santa Caterina?
Maria Antonietta: Questo disco nuovo (Sassi) prodotto in maniera anarchica e senza alcuna patina è molto più punk del precedente. Il punk non si misura in bpm dei brani e nemmeno se metti o meno i distorsori sulle chitarre, il punk lo fanno le parole e il modo con cui scrivi e registri e produci i dischi. E ad ogni modo non ho alcuna identità da difendere, ho solo la verità da difendere, e quella non la si etichetta... non è pop, non è indie, non è post-punk...è solo essere se stessi e fare quello che si vuole. Non mi pare proprio di essermi avvicinata al cantautorato, almeno a quello che ho intorno. Proprio no.
Mescalina: Non è un caso che faccia ancora riferimento a Santa Caterina: quei suoni più virulenti e “uterini”, quel cantato urlato, a mio avviso, rischiava forse pure di sembrare “isterico” o troppo caricato, ma disegnava una strada parecchio originale, che appariva comunque molto “autentica”; invece in Sassi, di quell’anima più punk è rimasto poco, se si eccettua la parentesi garage/punk di Ossa. Perdona la sincerità, Letizia, ma quando ho ascoltato il disco del gruppo noise-punk Perfect Pussy, ho pensato: “caspita, Maria Antonietta potrebbe fare canzoni così e invece ha intrapreso un’altra strada”. Non ci sono speranze che tu percorra a tempo pieno un giorno un cammino punk, più aggressivo, graffiante e viscerale?
Maria Antonietta: Quello che faccio è punk, aggressivo, graffiante e viscerale. Mi dispiace non ti arrivi.
Mescalina: Brani come Animali e Tra me e tutte le cose hanno sonorità che ricordano per atmosfere e ritmi la canzone italiana (e non solo) degli anni ’50 e ’60: che ascolti italiani pensi ti abbiano influenzato maggiormente nella tua carriera artistica e quali possono aver inciso nella fase più recente?
Maria Antonietta: Non ascolto troppa musica italiana, non saprei. Mi piacciono i Bluvertigo.
Mescalina: Hai dei modelli vocali, italiani o stranieri? Citi spesso per es. PJ Harvey…
Maria Antonietta: Cerco di ascoltare me stessa quando faccio le cose, mi sembra il modo più sincero di procedere. Imitare qualcun altro credo non ti faccia mai sentire bene.
Mescalina: Nella compilation Cantanovanta di Garrincha hai inciso una cantilenante cover folk di Wannabe delle Spice Girls, con il singolo Animali hai pubblicato una tua versione di Non ho l’età, portata al successo da Gigliola Cinquetti (in cui ci metti un po’ la giusta enfasi per un brano d’epoca, un po’ una grazia bambina e ironica), mentre hai partecipato al tributo agli 883 Con due deca con il brano Weekend: quale tra queste cover è stata più divertente da realizzare e quale la più complicata?
Maria Antonietta: Quella che ho scelto io e non nasceva diciamo così da una proposta / pretesto è Non ho l'età: è un brano bellissimo, vorrei averlo scritto io.
Mescalina: A proposito, come nacque l’idea di inciderlo?
Maria Antonietta: Così, per caso. Pensavo che fosse bello immaginarmi in un mondo arcaico e pieno di grazia.
Mescalina: Che rapporto hai con i concerti e con l’approccio live al tuo pubblico?
Maria Antonietta: Mi piace molto e mi stanca molto. Concentrarsi e credere ogni volta con tutta te stessa alle cose che stai cantando è una specie di esercizio di ascesi. Richiede impegno, fatica, una specie di auto-flagellazione, una capacità di concentrazione elevatissima. Non sempre ci riesco, del resto sono umana purtroppo.
Mescalina: Quali sono state le esibizioni dal vivo che ti hanno emozionato maggiormente in questi anni?
Maria Antonietta: Tante, non saprei. Direi tutti i concerti di questo ultimo tour.
Mescalina: Un motivo per venire ad un tuo concerto, un aggettivo per la tua musica e un saluto per i nostri lettori.
Maria Antonietta: Ad un mio concerto non si parla, si suona, questo mi sembra già un buon motivo. La mia musica è sincera. Un saluto a tutti i lettori! E grazie a te per l'intervista. Ciao!
Info:
https://www.facebook.com/mariaantoniettamusica
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http://www.mescalina.it/musica/news/home-festival-home-festival-a-settembre-a-treviso-bloody-beetroots-bluvertigo-ecc-
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