interviste
Arianna Antinori Blues nel corpo e nel sangue
Domani, 27 settembre, Arianna Antinori condividerà il palco dei Jennifer Gentle al Summertime Hippie Party ’60-’70, evento che inaugura la nuova stagione del Bloom di Mezzago (MB), co-organizzato dall'Isola della musica italiana. In attesa del concerto, le abbiamo rivolto alcune domande sulla sua musica e sul suo percorso, dalla vittoria del contest internazionale organizzato dalla famiglia di Janis Joplin fino al premio nella sezione internazionale dell'Artista che non c'era.
L’intensa e talentuosa blues-woman Arianna Antinori è pronta a buttarsi a capofitto in una maratona dedicata alla musica tra anni ’60 e ’70 che inaugurerà la nuova stagione dello storico Bloom di Mezzago (MB): domani, 27 settembre, infatti, molte ore di musica attendono gli appassionati per il Summertime Hippie Party ’60-’70, evento organizzato dall’Isola della musica italiana con il locale che si svolgerà dalle 22:00 in poi e prevede anche un dj-set dall’01:00 con musica rock blues a cavallo tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta. Oltre alla Antinori, sul palco ci saranno i Jennifer Gentle di Marco Fasolo, apprezzato polistrumentista, arrangiatore e produttore che ha collaborato con Arianna al suo primo lavoro, ariannAntinori, uscito nel 2012. All’album hanno contribuito in modo determinante anche Jean Charles Carbone (Abnegat Records) e vari ospiti, come Davide Pezzin, Luca Moresco e Marco Pandolfi, ma anche Manuele De Pretto, che ha curato la grafica e il logo del disco. Il concerto al Bloom è un’occasione per ascoltare un’artista che sa conquistare per energia viscerale, carica e carisma delle sue interpretazioni e che ha ricevuto nel tempo apprezzamenti e riscontri notevoli: fatidico è stato l’ “incontro” con la musica di Janis Joplin, che l’ha portata alla vittoria di un contest internazionale organizzato dalla famiglia dell’artista nel 2010 con una cover di Mercedez Benz e poi a girare l’Europa con il suo storico gruppo, i Big Brother and the Holding Company.
Il suo mondo artistico però è anche ben altro, gronda emozioni sfaccettate e le ha consentito, tra l’altro, di vincere nel 2013 e per la sezione internazionale il concorso L’Artista che non c’era, indetto dalla testata L’Isola che non c’era: a decretare la sua vittoria, una giuria formata da giornalisti, produttori, direttori artistici, musicisti e altri addetti ai lavori, tra cui Franco Mussida, Guido Giazzi (Buscadero), Davide Grandi (Il Blues), Riccardo Vitanza (Parole e Dintorni), Alberto Pirotta, Dario Zigiotto, Fabio Vergani (A Buzz Supreme), Simon Luca, Vito Sartor proprio per Mescalina e molti altri.
In attesa di poter ascoltare al Bloom Arianna live con i suoi Turtle Blues, la formazione elettrica con cui propone un repertorio che spazia dalle sue canzoni a cover di artisti degli anni ’60 e ’70, dai Beatles agli AC/DC, dai Led Zeppelin alla stessa Joplin, le abbiamo rivolto alcune domande sul suo percorso e la sua musica. Buona lettura!
Mescalina: Come mai ben presto ti sei avvicinata proprio al blues rock? Quale gamma di sentimenti e stati d’animo senti ti possa consentire di esprimere meglio, nelle tue esibizioni, che sono note proprio per la loro forza emozionale?
Arianna Antinori: Molti della mia generazione hanno avuto i genitori che negli anni ‘70 ascoltavano musica “diversa” da quello che era in voga al momento in Italia, quindi artisti come Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd, Tina Turner, Jimi Hendrix e molti altri. Ho avuto la fortuna di avere un padre musicista ed una madre appassionata di musica, sia di quella internazionale sia dei grandi della scena Italiana, ed è così che in questo contesto quando ascoltavo un brano di un artista italiano, l’adrenalina non era alla pari con la musica Rock Blues degli artisti stranieri . Per me questo genere di musica è passione, è una musica calda e malinconica dove possiamo sempre ritrovare noi stessi. Da quando la mia vita ha incrociato la musica blues e rock, è stato un mix di emozione vere, ho trovato molte cose in comune con lei, sono una persona bianca e nera, felice e malinconica, forte e fragile. Ma grazie a lei posso sfogare e comunicare tutte le mie emozioni, usando sempre tanti colori.
Mescalina: Come hai scoperto la musica di Janis Joplin?
Arianna Antinori: Era luglio del 1996 ed ero a Livorno per la ferie e quelle sarebbero state le ferie di “passaggio” per il mio trasferimento definitivo da Velletri (RM) a Vicenza. Mia madre proprio quell’estate mi disse che una volta arrivati a Vicenza, tramite mio zio americano che viveva lì, mi avrebbe fatto sentire i dischi di una grande cantate americana di nome Janis Joplin e che me ne sarei, probabilmente, innamorata.
Non solo Janis era una cantante che piaceva tanto a mio zio, ma erano stati anche nella stessa scuola in Texas. Ma fu solo per caso, che qualche giorno dopo, un amico livornese Tommaso Scalsi, me la fece sentire per la prima volta, e per me fu un vero e proprio shock!
Mescalina: Quanto sono stati cercati e voluti alcuni dei successi maggiori che hanno introdotto la tua carriera, ovvero la vittoria del contest internazionale indetto dalla famiglia Joplin nel 2010, in occasione del trentennale della sua scomparsa, e il tour con la sua band, i Big Brother and the Holding Company? Intendo: ti sei imbattuta nel concorso e nella band per caso, o cercavi occasioni simili per realizzare un sogno in cui credevi, data la tua passione per la Joplin e in generale per il blues rock?
Arianna Antinori: Tutto è frutto di un grande amore verso la vita e la musica, e il solo far capire come “sentivo” io Janis alle persone che le erano state vicine era diventato un po’ un sogno. Più in generale invece, ho sempre pensato che gli addetti ai lavori l’avessero sempre capita poco, nel senso che essendo una donna con molta personalità era facile cogliere solo la parte più ‘eccessiva’, lasciando in secondo piano la sua parte più dolce e profonda. Quando ho iniziato a cantare le sue canzoni sono state una cura per tutti i miei mali interiori, e al contempo, questo amore per lei mi ha portato a cercare tutte le persone a lei connesse. Tramite Facebook divenni amica di molti amici di Janis, e dal fratello Michael Joplin, seppi che stavano facendo un concorso per il 40° della morte avvenuta il 4 ottobre 1970. Così partecipai, e per me, questa era già la vittoria perché non avrei mai pensato di poter arrivare direttamente ai suoi familiari…ma poi vinsi davvero e non ci credetti per un bel pezzo…!
I Big Brother and The Holding Company li conoscevo già dal 2005 perché, quando potevo, andavo ai loro concerti in Austria o qui in Italia. Loro sapevano che cantavo ma non ho mai avuto “la faccia tosta” di farmi sentire. Quando vinsi però rimasero di stucco, era la prima volta che la famiglia Joplin organizzava un contest e, nonostante fosse aperto e pubblicizzato nel mondo, fu vinto da un artista italiana. Nell’ottobre dello stesso anno, il 2010, vennero in Italia e cantai con loro a Vicenza. Ritornati in America dissero al manager che mi volevano come loro guest nelle date Italiane e quando era possibile anche in quelle europee…. In questo caso la realtà ha superato il sogno.
Mescalina: Quanto pensi che abbia influito Marco Fasolo dei Jennifer Gentle sul tuo primo album?
Arianna Antinori: Marco usa dei colori eccezionali quando compone musica, che sia per lui o per altri; riesce a carpire l’anima musicale dell’artista che ha di fronte ed è capace di comunicare.
Io, Marco, Jean Charles Carbone e Manuele De Pretto siamo tutte persone differenti ma che hanno in comune l’amore per la musica. Abbiamo lavorato molto e duramente per ottenere un risultato che ci piacesse. Nel mio album si possono trovare diversi stati d’animo, abbiamo passato tre mesi chiusi in sala di registrazione per 15 ore al giorno, con un mixaggio finale di 39 ore filate. Nel bene e nel male è un esperienza che porterò per sempre con me e mi ha fatto crescere molto.
Mescalina: Come mai hai deciso di dedicare una canzone, The River’s End, alla tua infanzia, che definisci “felice e malinconica”?
Arianna Antinori: Questa canzone ha del surreale. Marco venne da me e me la fece sentire solo con basso e voce, non c’erano ancora le parole era solo melodia e fu un tuffo al cuore… Senza nessuna logica apparente, Marco stava intonando una melodia che da bambina, accompagnata dal rintocco della campana della chiesa, me ne ricordava una che canticchiavo sempre, quando al tramonto il cielo era rosso fuoco e mi sembrava di avere tutta la vita in mano.
Non so come dire, era qualcosa che non poteva essere, invece stava succedendo.
La mia infanzia è stata magica ma anche molto strana…Questa è la storia!
Mescalina: C’è qualcosa di “black” nella tua voce: quali sono le tue voci femminili preferiti?
Arianna Antinori: Mi piacciono molto le voci “sporche” o all’estremo, come la Callas, ogni artista è unica ed eccezionale, ma per conquistarmi devono avere personalità. Mi piace la decisione nella voce, come trovo in Odetta, Mahalia Jackson, Tina Turner, Edith Piaf, Mia Martini, Etta James, ma Janis per me le include tutte, in lei trovo una cantante totalmente completa.
Mescalina: Sabato 27 settembre suonerai all’evento che inaugura la nuova stagione dello storico Bloom di Mezzago (MB), il “Summertime Hippie Party ’60-’70”: quali pensi siano stati i lasciti più profondi della musica degli anni ’60 e ’70 e per quali aspetti credi soprattutto possa affascinare tutt’oggi?
Arianna Antinori: Questa serata sarà un “omaggio” vero e proprio alla musica degli anni 60/70 dove la speranza, la voglia di scoprire, la voglia di cambiare il mondo in bene era nel presente delle persone dell’epoca.
La musica che ne è uscita da quegli anni è tutt’ora in voga e più si va avanti e più è difficile riprodurre in musica, le speranze di qui tempi, perché purtroppo la realtà di oggi è totalmente diversa. Le prospettive del futuro sono cupe ed incerte, e noi, artisti del nostro presente, cerchiamo di portare avanti un pensiero positivo che aiuti le persone a vivere le good vibrations. In questa serata proporremo il passato e il presente di questa musica psichedelica cercando ci creare un filo tra quello che era e quello che è oggi per noi la musica. Sono onorata di suonare di nuovo nello storico palco del Bloom e proporrò alcune cover di Janis, Led Zeppelin, Beatles, Jefferson Airplane, con il passaggio al presente suonando i brani dell’album ariannAntinori.
I Jennifer, invece, credo che faranno solo musiche loro, brani dal taglio prettamente psichedelico.
Mescalina: Per la prima volta condividerai il palco con i Jennifer Gentle: cosa pensi del gruppo e in cosa eventualmente lo senti vicino alla tua musica?
Arianna Antinori: Ho avuto l’onore di essere loro ospite come corista in tre occasioni, a Vicenza, al Circolo degli Artisti a Roma e ad Asolo, ed è stata una emozione bellissima perché hanno tutto quello che mi piace in una band, la giusta pazzia di rock psichedelico. Per la prima volta invece suonerò con tutta la mia band e poi sul palco saliranno loro e mi godrò tutto il loro show. Penso che le nostre sezioni di rock regaleranno una serata unica a tutti i presenti.
Mescalina: Citi spesso tra i tuoi gruppi preferiti i Nirvana: che effetto fa il pensiero di esibirsi nel locale che li ha ospitati nel 1991?
Arianna Antinori: Diciamo che già mi sono “commossa” davvero quando abbiamo suonato al Bloom lo scorso anno… dal backstage al palco tutto è carico di emozioni, è stata una serata incredibile ed indimenticabile, sul quel palco vivono ancora grandi energie e sono tangibili.
I Nirvana li adoro per il loro modo anticonformista che avevano di fare musica, hanno dato tantissimo al mondo e band che azzardano come loro, ad oggi, ce ne sono poche o probabilmente non riescono a trovare spazio nel panorama internazionale per emergere e farsi conoscere come dovrebbero.
Mescalina: Che ricordo hai della vittoria della sezione internazionale del concorso organizzato dell’Isola che non c’era nel 2013 per il suo decennale?
Arianna Antinori: Non pensavo assolutamente di vincere, anzi… questa mia somiglianza alle tonalità di Janis o in generale alle voci black mi relega spesso a coverista e di solito i giudizi delle persone sono... sì è brava, ma è troppo uguale a… Anche se non ho mai messo in scena un tributo ‘monotema’ a Janis (oltre al Janis Joplin’s Memorial Day ,che propongo solo su richiesta perché è una cosa un po’ complessa, una mostra di cimeli originali + live show con una band di 9 elementi) pago un po’ lo scotto per la vittoria che ho ottenuto nel contest internazionale del 2010. Ora le cose stanno cambiando ed è una grande soddisfazione vedere che, concerto dopo concerto, le persone capiscono e apprezzano tutto il lavoro e la fatica che c’è dietro i miei brani inediti, dietro un album “autoprodotto” che mi ha tolto molte “energie” (e qui sto usando un eufemismo…) ma che perlomeno lo sento tutto mio. Chi lo ascolta ci trova dentro le mie influenze, le mie passioni, ma sono brani nuovi, che mischiano vintage e futuro e la mia voce a fare da collante. E così, quando vinsi il concorso (che prevedeva appunto la partecipazione con brani propri e non con delle cover) mi fu chiaro che l’incantesimo del ruolo di coverista a vita era stato spezzato. E’ stata un esperienza unica perché ho incontrato bellissime persone e addetti ai lavori di altissimo livello; dopo quella vittoria, in Italia il mio nome ha incominciato a raggiungere un numero maggiore di persone che hanno potuto così conoscere una nuova artista, Arianna.
Un aggettivo per la tua musica.
Viva.
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Vivete, sostenete e credete nella musica, è l’unico linguaggio universale!
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