interviste
Lorenzo Bertocchini Varese / New York City
Di Lorenzo Bertocchini ci eravamo già occupati qualche anno fa, ai tempi del suo disco d'esordio "Whatever happens next". Siamo tornati a chiacchierare con lui ora che le sue frequentazioni americane sono aumentate e i viaggi andata e ritorno da Varese a New York lo hanno portato a pubblicare un "piccolo" live registrato proprio negli States. |
Mescalina:
Lorenzo, non possiamo che parlare degli States con te, anche
perché il tuo disco dal vivo è registrato proprio là, nel
cuore di New York … Mescalina:
Da dove salta fuori un pezzo come "All I want for my birthday"? |
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Mescalina: Tornando al tuo tour, hai suonato anche con i Marah, Elliott Murphy e Joe Grushecky, tanto per dire alcuni dei tuoi "american friends"… Lorenzo Bertocchini: In realtà con i Marah non ho suonato ma ho diviso una serata. E con Elliott ho suonato decine di volte, sia dal vivo che in studio, ma mai in America. Con Joe Grushecky, invece sì: è successo allo Starland Ballroom, a Sayreville, nel New Jersey. Joe è una persona molto profonda e generosa. È stato bello ritrovarlo dopo i concerti fatti insieme in Italia, qualche anno fa. Mescalina: E poi, proprio nel New Jersey, non nascondiamolo, hai cantato con Bruce Springsteen: com'è dividere il palco con lui? Lorenzo Bertocchini: Dividere il palco, anzi il microfono con lui è una di quelle cose che credi siano impossibili. Ma Bruce è una persona talmente "alla mano" che con lui anche queste cose diventano possibili e naturali. È successo lo scorso dicembre, tre o quattro giorni prima del mio concerto al Sidewalk Café ... Ogni tanto, mentre cantavo mi giravo verso di lui e mi dicevo "non ci posso credere: il profilo che ho visto miliardi di volte su copertine di cd, video e megaschermi ora è qui, a venti centimetri da me!". Ma poi la sua semplicità e la sua genuinità hanno fatto sì che tutto scorresse liscio … Avevo quasi l'impressione di essere sul palco con un vecchio amico e che tutto fosse normale. Ogni tanto dall'America mi arrivano nuove foto di quella serata. Sono un bel ricordo. Alcune le ho inserite sul mio MySpace: www.myspace.com/lbap Mescalina: Hai avuto modo di conoscerlo? Qualche impressione? Aneddoto? Lorenzo Bertocchini: Beh, sì … Questa è stata la prima volta che abbiamo cantato insieme, ma la terza volta che abbiamo scambiato due chiacchiere. E quando, subito dopo il concerto, ci siamo ritrovati nei camerini, è stato veramente incredibile vedere come fosse lui a fare i complimenti a tutti: "Tu, hai suonato benissimo!", "Complimenti a te per quell'idea su quel pezzo!", "Quella canzone non ci è mai venuta così bene!", "È stato un piacere suonare con voi" ... Sono cose che di solito non fa neanche un cantante di pianobar di provincia! Invece lui era lì, felice come un aspirante musicista reduce dal suo primo concerto. Nel corso della jam come al solito ha dato tutto. Era sudatissimo, così si è tolto tutto quello che indossava, tranne i jeans - anche quelli fradici. Dopo essersi asciugato si stava infilando un giubbotto con sotto niente. Nel frattempo, fuori il termometro aveva raggiunto i meno trenta, o giù di lì, così qualcuno gli ha detto: "Aspetta, Bruce, non puoi uscire così! Lascia che ti procuri una maglietta"; e lui: "Oh, fantastico! Dopo tutto io dalla vita avevo solo chiesto di essere asciutto!". Mescalina: Sbaglio o negli States ti senti più a casa tua? Lorenzo Bertocchini: Ci sono cose che mi stimolano parecchio, che mi aprono la mente, che mi fanno sentire vivo. Ma non credo che vivrei per più di qualche mese in un posto diverso dall'Italia. Qui ho trovato il mio equilibrio ... Al momento, la soluzione ideale è vivere qui e girare gli States per suonare, per registrare o semplicemente per turismo, non appena ne sento la necessità. È una fortuna poterlo fare. Mescalina: Cosa c'è negli States che da noi manca? La cultura musicale, una maggiore umanità negli artisti, o altro? Lorenzo Bertocchini: C'è sicuramente più cultura musicale per quanto riguarda il genere che propongo io, perché è tipicamente americano … Tarantella esclusa … He he he. Ma poi ci sono anche più possibilità. Più spazi. Più abitudine al dialogo, al confronto, alla condivisione. Più interesse per le diversità. Più spontaneità nel rapporto artista-pubblico … Mescalina: Credo che anche questo traspaia dal tuo live, che, per quanto imperfetto, comunica una spontaneità a cui noi italiani non siamo molto abituati … ciò si sente soprattutto nelle canzoni più ironiche … Lorenzo Bertocchini: Sono perfettamente d'accordo. Il mio live non è "studiato a tavolino", anche perché mentre suonavo non sapevo che un giorno il concerto sarebbe diventato un cd. E in ogni caso nessun live è perfetto, perché nessuno è perfetto … In ogni caso, io ho sempre adorato le imperfezioni. Gli scricchiolii dello sgabello di Tom Waits. L'armonica stridula di Bob Dylan. Il "carisma grezzo" di John Prine. La voce di Steve Forbert che per un microsecondo cerca l'intonazione giusta, ci gira intorno e poi la raggiunge. Sono le cose che rendono uniche alcune canzoni. Chi se ne frega se in quella canzone c'è una corda stoppata, in quell'altra la "p" manda il microfono in "over" e mi sono pure dimenticato una parola … L'importante è che quello che senti sia spontaneo. Se sei spontaneo sei vero, sei vivo, sei onesto, sei tu. Mescalina: Non so se sia merito degli States, ma mi sembra che proprio nel modo di porti e proporti sul palco hai fatto molta esperienza … Lorenzo Bertocchini: Credo che sia semplicemente merito del tempo e del duro lavoro. Si impara dai propri sbagli. E si migliora suonando. È inevitabile. Sul palco mi sono sempre trovato a mio agio, ma ora credo di avere un controllo maggiore della situazione. E, a dir la verità, credo di sentirmi anche sempre più libero nella scrittura e sempre più consapevole di quello che voglio ottenere in fase di arrangiamento … Non è un traguardo, perché non sono certo arrivato, ma è una bella sensazione. Mescalina: So che stai lavorando anche a delle colonne sonore … Lorenzo Bertocchini: Unire forme d'arte diverse come il cinema e la musica è una cosa che mi interessa molto. In passato ho "prestato" canzoni ad alcuni film. L'ultimo è stato "Feathers" di Silvia Gallini: è stato girato a Los Angeles nel 2006, è uscito qualche mese fa e la sua colonna sonora contiene una mia canzone interpretata da Ruth Gerson. Poi, un paio di mesi fa ho registrato la voce narrante del film di Cesare Camardo "Ombre Su Paesaggio". Oggi sto lavorando a due progetti nuovi e in futuro non escludo di realizzare un film tutto mio ... Mescalina: E un disco nuovo per quando invece? Lorenzo Bertocchini: Penso presto. Il mio prossimo cd solista è praticamente pronto. Penso di pubblicarlo entro fine anno, per presentare al meglio "Live At The Sidewalk Café". E sono a buon punto anche con il prossimo album del mio gruppo, gli Apple Pirates … Darione, Shock, Rallie, Flo, Badao ed io siamo molto ansiosi di completarlo. Come i cd che ho già pubblicato, anche i prossimi saranno disponibili ai concerti, oppure per chi fosse lontano, dal mio sito ufficiale (www.lorenzobertocchini.com) e nei "migliori negozi": quelli che contattiamo direttamente io e i miei collaboratori … Ha ha ha! Inutile dirti che non ho distribuzione. Mescalina: A presto allora! Lorenzo Bertocchini: Ciawdy! Pace e tarantella per tutti! |