interviste
Scapestro Il video di Chi se ne va in anteprima
Nuovo video e singolo per il cantautore, che ci conduce in un vortice caldo di colori, in un immaginario esotico e malinconico, tra desert blues, sabbia e fuoco. Vi parliamo anche del suo secondo album, E' il bene che resta.
Vi presentiamo in anteprima il nuovo video del cantautore e multistrumentista Fulvio Di Nocera, meglio conosciuto come Scapestro, per il singolo Chi se ne va, terzo singolo tratto dal suo secondo album È il bene che resta. Il brano rappresenta un ulteriore passo in avanti e una nuova evoluzione per il cantautore di Castellammare di Stabia: desert blues (si fanno i nomi di Mdou Moctar, Bombino e Tinariwen come punti di riferimento), synth, percussioni e riff ipnotici di chitarre nutrono il fascino di un brano dal cuore inquieto, dal ritmo sinuoso e con cori world.Così Scapestro presenta il video, curato dalla regista Denise Galdo per Guns for bunnies, e il pezzo: "Un vortice caldo di colori, una ruota, un uroboro di movimento che richiama immaginari selvatici. L'aridità nel video di "Chi se ne va" è quella materia illuminata dal giallo che è un giallo caldo inviato da un sole intenso. Questo non è altro che una sinestesia: nel video "chi se ne va non ha cuore né dolore" è un sentire malinconico che normalmente avrebbe toni pacati virati su un classico blues, ma che qui troviamo in un loop di toni ambrati, gialli, rossi lasciando chi lo guarda in uno stato di quiete, accettazione, sintesi, movimento."
Percussioni e immagini del video affondano in un immaginario esotico e malinconico, tra maschere e volti africani, passi di danza e animali della savana, sabbia e fuoco, con colori caldi che avvolgono in onde nostalgiche per raccontare la tristezza di un addio.
I volti femminili del video fanno il paio con le foto che il protagonista dei versi guarda, insieme agli oggetti di casa, per trovare ancora, in un "vuoto da addomesticare", qualcosa che lo guidi, che non lo faccia sentire spaesato, ma non basta e nella canzone vibra il desiderio di tornare nei posti del cuore e ad avere lo stesso sguardo più "vero" di un tempo felice:
“Chi se ne va non ha cuore per il mio dolore
non ha cuore né dolore”.
Scapestro – Chi se ne va (testo e musica di Fulvio Di Nocera)
Fulvio di Nocera aka Scapestro: voce, basso, chitarre elettriche, programming
Chiara Carnevale: voce e percussioni
Mixing, mastering e programming: Fabrizio Piccolo presso Auditorium Novecento - Napoli
Edizioni musicali: SoundFly S.r.l.
Ideato da Denise Galdo
Editing e color: Denise Galdo / Guns for bunnies
Il nuovo disco di Scapestro è stato registrato, mixato e masterizzato da Fabrizio Piccolo presso gli storici studi Auditorium Novecento di Napoli (ex Phonotype rec.). Nelle nove tracce della tracklist possiamo ascoltare e apprezzare illustri collaboratori e collaboratrici come Chiara Carnevale del gruppo Assurd, Antonella Bianco del gruppo Coma Berenices, Jonathan Maurano batterista degli EPO/Fanali/Blindur, Caterina Bianco (Fanali/Tropico/Passione tour next generation) e il pianista Giosi Cincotti.
(Ambrosia J. S. Imbornone)
Ecco la recensione della nostra Barbara Bottoli all’album:
È il bene che resta è il secondo album di Scapestro – al secolo Fulvio Di Nocera, cantautore e polistrumentista dal percorso variegato, iniziato negli anni Novanta coi Polina, band napoletana e innovativa della quale è co-fondatore; alla quale seguono le collaborazioni coi Bisca e i Song for Ulan, oltre a numerosi live e registrazioni con vari nomi partenopei, tra i quali spiccano, i 24 Grana, Francesco di Bella, Epo, Assurd, Rione Junno, Pennelli di Vermeer. Dopo il disco di debutto, nel 2018, intitolato Shurhùg (SoundFly distribuito da SELF), Scapestro si dedica a due omaggi a Buscaglione col brano Donna di nessuno e La ballata del marinaio di Tenco per confermare la collaborazione con l’etichetta napoletana per il nuovo album, nato dagli strascichi sentimentali della pandemia che se da un lato ha posto la luce sul rapporto umano e diretto con la paura, dall’altra ha permesso di fermarsi, riflettendo e, talvolta, di sognare.
Le nove tracce contenute ne È il bene che resta, già dai titoli, riassumono la dualità di pensiero pandemico, termine, ormai, entrato nel linguaggio comune e che indica quel periodo che inizia a febbraio 2020 e termina per ciascuno in un momento diverso; un lasso temporale caratterizzato da paradossi, quindi da una parte la stasi vitale contrapposta al frenetico prestazionale filtrato, oppure alle frasi preconfezionate dell’epoca consumista anche emotiva. Scapestro sfrutta la pausa imposta per riflettere, prima accettando la paura con un “tempo che non tornerà più” e “possedendo l’amore, facendo appassire”; da importanti consapevolezze Scapestro inizia il proprio percorso dichiarando che “È il bene che resta”.
La sottolineatura della componente partenopea è dichiarazione di privilegio, perché Scapestro, come molti altri artisti a sud custodiscono un DNA che riproducono in ogni azione, intangibile e riconoscibile, trasmettendo la tradizione mediterranea e popolare, quasi atavica in Chi se ne va. Nel suo lavoro il cantautore interseca il visibile con l’interiore, in una ricerca ne La soffitta e in Come vecchie pellicole descrivendo come “siamo sempre alla ricerca di qualcosa che non riconosciamo”, girando attorno su noi stessi, proiettando, anche, immagini sfalsate; la settima traccia è la sintesi del lavoro in esame, riuscendo a trasmettere lo svolgimento della vita in un senso obbligato per essere visibile da sguardi altrui.
È il bene che resta è un album pop con venature cantautorali, ben confezionato, ma non sempre all’altezza delle aspettative dichiarate nella presentazione, nella quale si fa riferimento al concetto di paura che rimane solo sullo sfondo dell'ascoltatore che ha il medesimo vissuto collettivo; tuttavia la mancanza di riferimenti immediati di responso in termini di feedback sono la forte costante degli album nati in pandemia, trasformando questi lavori in un pensiero personale condiviso in musica: da un momento di isolamento e solitudine come quella a cui si è più volte fatto riferimento, il tutto sembra diventare una condivisione molto intima e preziosa.
Link:
www.facebook.com/ScapestroOfficial
www.instagram.com/scapestro
Ufficio Stampa SoundFly
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