interviste
Giulia Millanta Nemo Propheta In Patria
Era tempo che volevamo scambiare quattro chiacchiere con Giulia Millanta, artista che stimiamo ed apprezziamo grazie alla qualità delle sue proposte musicali. Il piano originario prevedeva di vederci attorno ad un tavolo per lasciare che le parole seguissero il corso in libertà, ma la pandemia ha modificato i nostri programmi, costringendo i nostri Gianni Zuretti e Marcello Matranga ad uno scambio, pur interessante, via mail.
Il tuo ultimo album, Tomorrow Is A Bird ed il libro Between The Strings sono stati pubblicati in contemporanea. Come mai l'idea di farli uscire nello stesso momento?In realtà non sono proprio usciti allo stesso momento. Il libro è stato presentato in US a Settembre mentre il disco a Ottobre. Per l'Europa l'uscita è prevista per il prossmo Gennaio per entranbi. Il motivo non c’è. Onestamente con tutto sto casino del Covid ed il bombardamento di notizie che riceviamo ogni giorno, mi pare non ci sia più una logica in niente. Mi pare che ormai sia tutto un pò “a casaccio”. Non c’è più modo di programmare niente … Il disco era pronto, il libro pure. Li ho messi fuori. Magari visto che la gente sta più a casa, ho pensato, avrà maggiori occasioni per ascoltare e leggere…ma temo che TV e social media abbiano comunque la meglio! (ironica ndr)
Hai scritto un libro Between The Strings che è, come scrivi nell'introduzione al volume, una raccolta di pensieri e momenti vissuti nella tua vita "on the road" ma anche nella parte, per così dire "privata". Da cosa nasce l'esigenza di cimentarti in questo campo? E quanto tempo ci hai messo per scriverlo?
L’ho scritto nell’estate del 2019, così, senza impegno, senza una scadenza…scrivevo quando mi andava e ci ho messo più o meno un paio di mesi. Ho voluto raccontare un po’ cosa significhi essere musicista a tempo pieno, le riflessioni che nascono da lunghi periodi di solitudine, il tipo di rapporto che ho instaurato con me stessa, e le “pratiche” o forse i rituali che ho adottato per mantenermi sana e creativa, anche in mezzo alle tormente (ovviamente non parlo di clima metereologico)
Il libro è in inglese, ma l'abbiamo letto senza alcuna difficoltà, ed anche piuttosto velocemente. Sembra però voler essere destinato ad un pubblico di lettori americani, visto che, non credo esista la possibilità di stamparlo in italiano. E' una scelta precisa avendo un riscontro maggiore negli States piuttosto che in Italia?
Il libro è nato in inglese. Non per scelta deliberata. E’ nato cosi. Poi magari un giorno mi verrà voglia di tradurlo in italiano (dubito perchè è un lavoro noioso…ma chissà dovesse diventare un best seller, lo farò tradurre da qualcuno!)
Passiamo al nuovo album Tomorrow Is A Bird. Intanto come nasce il titolo del disco?
Il titolo del disco è anche il titolo di una canzone. Parla di causa ed effetto. “Oggi è una piuma, domani un uccello”. Quello che faccio oggi mette le basi per ciò che accadrà domani.
Mi pareva pertinente. Inoltre il tema del volare è molto ricorrente nei miei pezzi, anche perchè io volo spesso di notte, quando sogno…
Quanto tempo ci hai messo a comporre i brani che ne fanno parte?
Non me lo ricordo, ma credo un anno…il precedente disco è uscito nel 2018. Questo l’ho registrato a Gennaio di quest'anno, quindi in questo arco di tempo ho scritto circa cinquanta pezzi che poi sono stati scremati. Ne ho registrati una dozzina e dieci sono finiti nel disco.
C'è un pezzo che ti piace in maniera maggiore rispetto a quelli che appaiono nella track list? A noi è piaciuta tantissimo Sugar Home.....
“I figli so piezz’e core” … quindi voglio bene a tutti. Ma io non penso ai miei pezzi una volta registrati, non li riascolto, non appartengono più a me…Io penso e scrivo roba nuova, sempre. Poi, dal vivo a seconda della serata ho pezzi che ho più voglia di suonare o meno. Come i vestiti…Ti metti addosso quello che ti va, a seconda della giornata che hai.
In una vecchia intervista dichiaravi che eri legata a tre città: San Francisco, NYC e Barcellona. Vivi ad Austin da tempo.....Come mai questa scelta?
Sono finita ad Austin per caso, ci sono rimasta perchè adesso ne faccio parte e ci sto comoda e lo sento ancora un posto stimolante. C’è musica (o meglio c’era prima del disastro) e ci sono cose da fare. Il domani si vedrà.
Mi piacerebbe molto tornare a Barcellona…ma chi lo sa?
Ormai vivi da tempo in Texas e ci pare tu sia definitivamente integrata negli States, com’erano la vita e la professione di un musicista trapiantato fino al 2019 e come si è trasformata in questo 2020 dominato dalla pandemia?
Austin mi ha accolto con grande entusiasmo. Poi adesso siamo nella follia. La città di Austin (ed anche il governo americano) ha sostenuto i suoi musicisti. Ovviamente non faccio concerti dal vivo con pubblico da mesi… a parte questo la mia vita è cambiata molto: sto a casa da sola, lavoro al computer, suono e scrivo e parlo con il gatto….(ride ndr)
Hai diviso il palco e lo studio di registrazione con musicisti di grande spessore ed esperienza come Spooner Oldham, Marc Ribot, Bruce Channel, Gabriel Rhodes, Kimmie Rhodes, come accolgono questi importanti nomi l’artista emergente che sta cercando di farsi conoscere
Non ci sono questi distinzioni. Si fa musica punto. Marc Ribot ha deciso di suonare sul disco perché gli sono piaciuti i pezzi. Lavoro in studio o dal vivo con gente che ha molti anni più di me, gente che ha suonato con i cosiddetti “mostri sacri” ma non importa.
La musica è democratica. Non ci sono caste o differenze di “status” di fronte alla musica. Quando si suona si suona. Le persone che lavorano con me lo fanno perché apprezzano ciò che faccio, non certo perchè non pagherebbero le bollette! E sono molto grata per l’entusiasmo ed il talento di chi mi circonda.
In Italia nel 2018 hai ottenuto il premio per la tua interpretazione di “Tu no” considerata miglior cover di Piero Ciampi nell’ambito dell’omonimo Premio, oltre, immaginiamo, ad inorgoglirti, possono e quanto riescono passerelle come queste ad agevolare il percorso di un artista in Italia? Hanno ancora senso queste manifestazioni legate alla musica d’autore (Tenco, Musicultura etc.)?
In Italia io sono sempre stata considerata poco (presenti esclusi!) Non lo dico per commiserarmi. Lo dico con onestà e serenità. Non so perché, o forse non voglio entrare nel merito, ma è sempre stato un po cosi.
Sappiamo che sei un’ottima cuoca e che in America offri serate a domicilio house cooking & concert, come vengono accolte? Quali sono i tuoi piatti forti.
Cucinare mi rilassa e mi diverte. Non sono una chef. Faccio cose semplici. Faccio la pasta fatta in casa, il ragù, lo scoglio, lo stracotto al Chianti…Sono felice di poter condividere la nostra cultura e portare un po’ della nostra bella Italia nelle case delle persone.
E faccio sempre presente che c’e’ anche molto altro. L’italia è uno dei paesi più "densi" al mondo che ha portato il maggior contributo e non solo in termini gastronomici: l’architettura, l’arte, la moda, il diritto romano, la scienza… poi forse ce lo siamo un po dimenticato. Ora pare che in Italia non si faccia altro che mangiare e bere (ride ndr)
Sei sempre stata una giramondo, hai deciso ormai di stare sempre fuori Italia o, un giorno, pensi di tornare? Una curiosità: la tua laurea in medicina da 110 e lode, seppur datata, non hai mai pensato di metterla al servizio del nostro sistema sanitario durante la pandemia vista la totale carenza di personale medico?
Vediamo dove mi porta il vento. Ad un certo punto tornerò … da vecchietta voglio stare in Italia e bere il vino al bar all’angolo, mentre rompo le palle a tutti raccontando le mie mirabolanti avventure! No ragazzi, il medico non e’ mai stata un’opzione....
Per chi volesse acquistare i dischi o il libro di Giulia si può andare sul sito: https://www.giuliamillanta.com