Mauro Ermanno Giovanardi

interviste

Mauro Ermanno Giovanardi Al Cuor non si comanda

23/09/2007 di Elisa Orlandotti

#Mauro Ermanno Giovanardi#Italiana#Canzone d`autore

      
  Al Cuor non si comanda
      Intervista a MAURO ERMANNO GIOVANARDI

Cuore A Nudo avrà trovato non poche difficoltà per diventare disco e forse tutto il tempo che gli è stato dedicato ha permesso a Giò e compagni di rendere fisico un progetto ispirato dall'anima e dal cuore. Giò ci ha raccontato la sua visione di "Cuore a Nudo" e ci ha regalato qualche anticipazione su il nuovo lavoro dei La Crus.


Mescalina: Giò, ritorni sulle scene dopo parecchio tempo e lo fai con un disco che s'addentra nello spinoso territorio della rilettura di brani; ma non è il primo per te: già con i La Crus avevi inciso "Crocevia"...
Giò: Sì! Ma è diverso da allora: il fatto di aver interpretato canzoni di altri nel percorso di "Cuore a nudo" è più legato alla passione, alla voglia di cantare certi pezzi all'interno di uno spettacolo immaginario. Dico "immaginario", perchè mi piace pensarlo come un disco che si ascolta la sera, se non si ha voglia di andare al cinema o a teatro ed è fortemente legato a questi tipi di rappresentazione: si sta a casa, si abbassa la luce e si ascolta ad alto volume. I due pezzi live, "Un giorno dopo l'altro" ed "El me gat", e gli applausi tra un pezzo e l'altro in alcuni punti sono stati inseriti apposta per dare questa sensazione "di spettacolo dal vivo".

Mescalina: E "Crocevia" cos'era?
Giò: Bè, devi pensare che i La Crus seguono un percorso preciso: vogliono far convivere due mondi musicali che sulla carta sono molto distanti; uno è quello in cui sono cresciuti - che va dai Joy Division fino ai Massive Attack - e l'altro è il recupero della canzone d'autore, che secondo me è la cosa più interessante che la musica italiana abbia prodotto. Il fatto che sul primo disco ci fosse Tenco con "Angela" e Ciampi con "Il vino" stava a fissare delle coordinate precise. Per me il secondo disco dei La Crus doveva essere "Crocevia", concepito come un viaggio nella nostra tradizione: da Bruno Martino ai Cccp passando per altri autori anche più importanti, come Morricone che incarna la musica italiana colta all'estero, o attraverso canzoni che hanno rappresentato qualcosa per l'immaginario collettivo come "Pensiero stupendo". Per me doveva essere proprio questa la seconda opera dei La Crus, ma nel gruppo non ci sono solo io e così abbiamo deciso di rimandare. Per carità, non fraintendetemi! Il secondo disco, "Dentro me", lo adoro! Per un certo aspetto ha fatto bene Cesare ad insistere per farlo subito; se lo avessimo inciso successivamente, avrebbe avuto un suono diverso: sarebbe stato più ostico, più scuro, magari anche la scaletta sarebbe stata diversa.

Mescalina: Bisogna ammettere, però, che purtroppo ultimamente non ci sono molti inediti nella carriera di Giò!
Giò: Eh, invece ci sono diversi pezzi inediti! Solo che sono lì, chiusi in un cassetto! Sono brani che finiranno comunque nel mio prossimo disco ... Il fatto di dedicarmi a canzoni non mie è solamente una questione di passione: sono vittima di quella romantica fascinazione dell'interprete che cerca di a scoprire pezzi sconosciuti o dimenticati! Mi intriga usare la mia voce per dare una nuova luce alle parole altrui; ma poi è importante per un cantante cantare semplicemente le canzoni che ama, perchè cantare è bello al di là di tutte le sovrastrutture etiche, politiche e sociali.

Mescalina:
Ma guardiamo meglio "Cuore a nudo": so per certo (ne sono testimone!) che è nato da uno spettacolo teatrale. Quali sono i punti di contatto, quali le differenze?
Giò: Il disco è figlio di questa esperienza. Rispetto alla scaletta dello spettacolo nel cd ci sono meno pezzi e alcuni inediti. Un'altra differenza sta nei suoni: nel momento della registrazione abbiamo arricchito alcuni brani grazie ad un'orchestra e ad una batteria.

Mescalina:
"El me gatt" è buffissima! ma da dove viene!?
Giò: (Scoppia a ridere) ...è una canzone de I Gufi che ascoltavo nei primi anni '90! Mi ricordo che l'avevamo messa sul furgone mentre andavamo a suonare in Norvegia coi Carnival Of Fools e alla fine del viaggio tutti la cantavamo compreso Maurizio Raspante che era siciliano! È un pezzo che mi è sempre piaciuto tantissimo per il testo tragicomico; è stato inserito nella scaletta di "Cuore a nudo" per dare un sorriso dopo momenti molto intensi e drammatici: serviva per sdrammatizzare. Ci siamo accorti che ogni volta che lo facevamo dal vivo, da Torino fino a Catania, tutti gli spettatori si piegavano dalle risate. È divertenstissimo farla perchè, dopo canzoni così dense da scavarti il cuore, un pezzo del genere ti pacifica.

Mescalina: E c'è tanto d'intermezzo con un'inedita traduzione di "malmostosa"!
Giò: Io l'ho sempre detto a Paolino, il nostro trombettista, che come sa fare il pirla lui non lo sa fare nessuno! Gli viene proprio naturale!

Mescalina: Poi c'è un momento abbastanza crudo...
Giò: Intendi il pezzo di Tonino Guerra? Ci voleva un po' di amor profano per bilanciare tutto questo amore sacro, no!? Il brano me l'ha consigliato Simone, il mio braccio destro nell'organizzazione del festival di musica e letteratura di Rimini, "Assalti al Cuore"; ne aveva appena curato una traduzione dal dialetto di Santarcangelo. La poesia non è volgare ed ha delle immagini bellissime, solo che è pericolosissimo declamarla sul palco: serviva un lavoro fatto col bilancino; il risultato doveva essere delicatissimo, eseguito con l'orchestra ed in punta di lingua per la parola "figa", che, in un testo, ha un peso specifico enorme; figuriamoci se poi lo ripeti 15 volte! È un delirio!

Mescalina: Durante la tua carriera qual è il pezzo che hai reinterpretato e che ti ha convinto di meno?
Giò: Sono paranoico: se un pezzo non lo sento fino in fondo e non mi convince al 100%, non lo canto.

Mescalina: Quindi metteresti davvero ancora la tua firma sotto ogni brano?
Giò: Forse l'unica cosa che non mi convince è la cover di Robert Wyatt, curata da Marco Parente e da Cesare ed inserita nel tributo del CPI uscito nel '98. È un pezzo che mi sono divertito a cantare, perchè quando sei in studio a fare queste cose con amici ti diverti! È l'unica cosa che ho interpretato di un artista di cui comprendo la grandezza ma che non mi emoziona. Wyatt, Zappa e Lou Reed sono musicisti che conosco ma che non metto sullo stereo per me. Ma a te che pezzo non convinceva?









Mescalina:
Lo confesso, la tua versione di "Annarella" non mi è mai andata giù ...
Giò: No! Tu sei pazza!

Mescalina: Va bè, ma questo si sapeva ... scopri l'acqua calda!
Giò: Sono assolutamente in disaccordo. Il senso di "Annarella" è come l'ho interpretato io, cioè più lieve e non così scarno!

Mescalina: Io l'ho sempre vissuta come un macigno: sarà per la voce di Ferretti, sarà per la scelta dei singoli vocaboli o per il testo che va a capo ogni fine parola; tu l'hai reso più liscio, più scorrevole ... non mi torna, non è "Annarella".
Giò: La tua è un'altra chiave di lettura; la mia resa è comunque potente per il semplice fatto che il pezzo è già potente di suo e di conseguenza è efficace senza bisogni di altro. È una cosa che ho imparato in teatro: quando il testo è di per sè forte, se lo calchi troppo, diventa meno credibile. "Annarella", nella versione di "Crocevia", è più vicina al mio sentire che non quella dura, glaciale e perentoria dei CCCP.

Mescalina: Sempre a proposito di cover d'autore, so che hai partecipato ad un progetto singolare denominato "Inde Mood"; spiegaci un po' di cosa si tratta.
Giò: È un disco molto particolare nato da un'idea di Igor Sciavolino: un'orchestra jazz rivisita le hit del mondo indipendente, ovvero di gruppi come La Crus, Marlene Kuntz, Afterhours, Cristina Donà, Linea 77, Subsonica e altri ancora; a cantarli sono i protagonisti stessi, solo che ognuno interpreta pezzi non suoi! Per esempio io presto la voce a "Stelle buone" della Donà, la Donà a "Discolabirinto", Emidio Clementi rivede "Voglio una pelle splendida", Emo dei Linea 77 stravolge "Forma e Sostanza" e Roy Paci trasforma in una suite schizzofrenica strumentale "Festa mesta"!

Mescalina: E quali saranno i prossimi passi di Giò?
Giò: Ora sono in studio con i La Crus! Sono contentissimo, devi sentire ... abbiamo appena inciso un pezzo: è torbido, è saporito... mi piace mucho! Farà parte di un'opera cd+dvd che uscirà a gennaio. La Wea voleva farci fare un'antologia con due inediti; sai, non è mai uscita una nostra raccolta. A noi però la cosa non interessava e, impuntandoci, siamo riusciti ad ottenere una cosa un po' particolare: sarà sì una selezione di pezzi dei La Crus, ma sarà effettuata su dieci concerti con orchestra che abbiamo registrato nel corso della nostra carriera! Abbiamo scelto i brani che più belli, quelli che ci rappresentavano di più; pezzi come "Nera signora" e "Natura morta" saranno riarrangiati; non saranno come li conosci già. Conterrà in tutto tredici o quattordici canzoni storiche più quattro inediti che stiamo incidendo, sempre con l'orchestra! Il dvd conterrà alcuni classici video clip, backstage ma anche cortometraggi e documenti delle cose più ricercate che abbiamo fatto, dai romanzi usciti per la Mondadori a "Infinite possibilità" con Ferdinando Bruni. Vedrai e ascolterai: sarà uno sguardo preciso su come sono i La crus, interessante e raffinato.

Mescalina: Com'è stato il ritorno in studio con i La Crus dopo tutto questo tempo?
Giò: Ti assicuro che non pensavo potesse essere così bello. Sono passati anni e c'è un clima pazzesco! Molto disteso e d'intesa. Durante l'ultimo lavoro erano saltate fuori un po' di tensioni; sai, dopo 15 anni di lavori insieme Cesare ed io, io e Cesare ... eravamo diventati un po' come marito e moglie, era difficile lavorare bene. Questo disco invece ci ha fatto ritrovare la gioia ed il godimento di stare in studio. Pensa, ci eravamo prefissi di creare due inediti in due settimane, ne abbiamo fatti sette!