Alberto Ferrari / Verdena

interviste

Alberto Ferrari / Verdena

22/12/2002 di Andrea Salvi

#Alberto Ferrari / Verdena

Approfittiamo del periodo di relativo relax che ha seguito la fine del "Solo un grande sasso tour" per incontrare via mail Alberto, cantante e chitarrista dei Verdena, per fare il punto della situazione sul gruppo, in un periodo che lo vede dividersi tra la composizione dei brani per
il terzo atteso album e sporadiche apparizioni live all'interno di rassegne invernali.
Tra queste spicca particolarmente la partecipazione il prossimo 10 gennaio 2003
al festival Eurosonic in Olanda, al quale i Verdena rappresenteranno l'Italia.

  
    Interviste:

                       Alberto Ferrari
                                                      (Verdena)

Approfittiamo del periodo di relativo relax che ha seguito la fine del "Solo un grande sasso tour" per incontrare via mail Alberto, cantante e chitarrista dei Verdena, per fare il punto della situazione sul gruppo, in un periodo che lo vede dividersi tra la composizione dei brani per
il terzo atteso album e sporadiche apparizioni live all'interno di rassegne invernali.
Tra queste spicca particolarmente la partecipazione il prossimo 10 gennaio 2003
al festival Eurosonic in Olanda, al quale i Verdena rappresenteranno l'Italia.



Mescalina: Cominciamo partendo dalle ultime fatiche: il lunghissimo tour di "Solo un grande sasso" si è concluso ormai un paio di mesi fa con la vostra partecipazione al Tora Tora Festival. Com'è andato?
Alberto Ferrari: Nel complesso bene, abbiamo scoperto che il nostro pubblico è decisamente diventato più adulto e devo dire che questo non è niente male, cioè non so, forse sono diventati solo più intelligenti.

Mescalina: Come giudicate l'esperienza del Tora Tora e cosa pensate accomuni tutti i gruppi che vi hanno partecipato?
Alberto Ferrari: L'esperienza Tora Tora è stata fondamentale sul piano del confronto umano, abbiamo imparato che i camerini non sono dei cessi, e quindi devono essere trattati con cura. Penso che non ci siano punti in comune fra tutti i gruppi che vi hanno partecipato almeno artisticamente parlando, per il resto (alcol, droghe) ci siamo trovati.

Mescalina: Voi avete una notevole esperienza in fatto di partecipazioni a festival di calibro nazionale, oltre che di supporto a diversi artisti internazionali, quanto sono servite queste situazioni per la crescita artistica dei Verdena?
Alberto Ferrari: Devo ammettere che non saprei come rispondere, almeno di artistico nulla.


Mescalina: C'è qualche artista italiano o straniero che stimate particolarmente del quale vi sarebbe piaciuto aprire il concerto ma non avete mai avuto l'occasione di farlo?
Alberto Ferrari: Cristina Aguilera, beh!

Mescalina: Ho avuto la fortuna di vedervi in concerto diverse volte a partire dagli anni dei vostri esordi, e con crescente sorpresa non posso che constatare quanto la carica che scaturisce dalle vostre esibizioni aumenti esponenzialmente di volta in volta. Fino a che punto pensate ancora di poter crescere nella dimensione live? C'è qualcosa che vorreste migliorare ulteriormente sotto questo aspetto?
Alberto Ferrari: Beh, spero cresceremo sempre di più su tutti gli aspetti, sia artistico che live.

Mescalina: Cosa è cambiato sul palco dai primi concerti nei più sfigati locali di provincia ai grandi spazi nei quali vi trovate a suonare oggi?
Alberto Ferrari: Semplice, ora c'è un pubblico tutto nostro, canta con noi. Nei locali è decisamente più difficile, stai proponendo qualcosa che nessuno conosce, a meno che non fai cover ma noi non eravamo dell'idea.

Mescalina: Vi state apprestando a cominciare le registrazioni del vostro terzo disco. Solitamente questo è una tappa importante per un artista: la conferma o la smentita del talento…
Alberto Ferrari: Secondo te?

Mescalina:Per me non ci sarebbe nemmeno il bisogno di una conferma… Tra l'altro questo album vedrà la luce senza l'ausilio di un produttore. Questa scelta va letta come un ritorno ad un impatto più rude alle sonorità legate alle vostre origini?
Alberto Ferrari: Alla fine dei conti i nostri dischi li abbiamo sempre prodotti noi, il produttore e' sempre stata una figura esterna alla nostra musica, è un consigliere, un modo per farci volare meglio.

Mescalina: Quanto del lavoro fatto rispettivamente con Giorgio Canali e poi con Manuel Agnelli ha influito sull'evoluzione che da "Verdena" vi ha portato a "Solo un grande sasso"? Vi ha pesato lavorare sin dall'inizio con tali personalità?
Alberto Ferrari: No, ma su questo ho già risposto ampiamente.

Mescalina: Oggi, ad una certa distanza dalla pubblicazione, cosa pensate dei primi due vostri album? Ne siete soddisfatti?
Alberto Ferrari: Assolutamente sì, li riascolto con fierezza anche se non li ripeterei, è stata una crescita, un po' come vedere delle vecchie fotografie, le guardi e ti rendi conto di quanto sei cresciuto.

Mescalina: Ci sono delle scadenze già fissate per la pubblicazione del nuovo disco?
Alberto Ferrari: Assolutamente no. Il disco va fatto con calma.

Mescalina: Parallelamente alla carriera con i Verdena so che stai partecipando attivamente alla gestione della Jestrai. Cosa puoi dirmi a proposito?
Alberto Ferrari: Ti dirò che molto gruppi mi fanno proprio cagare, dobbiamo ancora trovare la nostra identità (io sono il consulente artistico).

Mescalina: La Jestrai sta cercando di dare maggiore visibilità ad alcuni gruppi particolarmente interessanti della nuova scena rock italiana. Per certi versi questo è il medesimo obiettivo che noi di Mescalina perseguiamo. A che livello di maturazione è giunta dal vostro punto di vista l'attuale scena italiana?
Alberto Ferrari: Non c'è una fottuta maturazione, i porta bandiera sono sempre i gruppi vecchi. Mi spiace molto che i giovani non abbiano nulla nella loro testa.

Mescalina: Per quanto il genere rock stia crescendo in Italia, rimanete tra i pochi che cercano di dire qualcosa concentrandosi sui suoni, almeno per quanto riguarda un rock di matrice chitarristica, e già questa mi sembra una cosa non da poco in un paese in cui la voce e i testi in particolare dettano ancora legge. Forse vi sono gruppi (pochi) che vi si avvicinano per radici ed attitudini, ma più che scavare la maggior parte riesce solo ad emulare. Quanto è difficile trovare una propria specifica identità facendo musica oggi?
Alberto Ferrari: Devi avere la testa, i sentimenti e la passione giusta! Talvolta purtroppo anche l'immagine.

Mescalina: A proposito, quali sono i gruppi e gli album che più vi hanno influenzato e che ancora vi portate dentro?
Alberto Ferrari: Parlo per me: White album dei Beatles, tutto Nick Drake, The piper at the gates of down dei Pink Floyd, Nevermind dei Nirvana, Led Zeppelin 1-2-3-4, Angels and demons at play dei Motorpsycho, American beauty dei Greateful Dead……………………… potrei non finire mai.

Mescalina: Credo che il vostro suono, pur portando con sé dei grossi riferimenti a un certo tipo di rock, sia una delle poche vere novità che si siano potute sentire ultimamente in Italia, soprattutto dal vivo. La scelta di cover dei 13th Floor Elevators o di certe progressioni chitarristiche alla Motorpsycho è indice di un preciso cammino in questa direzione?
Alberto Ferrari: Assolutamente no, non saprei spiegarti come sarà il nostro prossimo album.

Mescalina: Per certi versi la storia dei Verdena è simile a quella che nel decennio precedente ha vissuto un gruppo come gli Afterhours. Nel 1995 la stampa scrisse che con il loro "Germi" essi potevano fregiarsi del titolo di miglior gruppo rock italiano. Se un giorno qualcuno dicesse la stessa cosa di voi?
Alberto Ferrari: Ben venga, anche se qualcuno l'ha già fatto per Solo Un Grande Sasso.

Mescalina: In realtà questa domanda è solo per spostare l'argomento su un tema per voi abbastanza scottante: cosa ne pensate di come i mezzi di comunicazione nazionali (tv, radio, stampa, internet), trattano il tema musica?
Alberto Ferrari: Per quello che mi riguarda non me ne frega niente, ognuno fa i propri fottuti interessi.

Mescalina: Dopo il grande successo di "Valvonauta" sono in molti a consideravi un gruppo "per ragazzi". Cosa pensate di queste critiche?
Alberto Ferrari: Io amo l'idea di avere un pubblico di bambini, sono così sinceri. Ma non è così purtroppo.

Mescalina: A proposito vi va di raccontarci un po' come vi siete trovati a passare da band emergente ad avere un disco in classifica? Per molti all'inizio i Verdena sono come usciti dal nulla.
Alberto Ferrari: Magia. Cazzo io so di avere talento nel mio piccolo, ce l'abbiamo fatta perché siamo piaciuti.

Mescalina: Vi aspettavate un tale successo? Voi come lo sentite?
Alberto Ferrari: Successo? Cosa?

Mescalina: Grazie mille!
Alberto Ferrari: Grazie a te!