interviste
Kaki King I virtuosismi al servizio delle idee
Ho appuntamento alle ore 18:00, al Groove di Potenza Picena,
per intervistare Kaki King, una delle più straordinarie chitarriste
oggi in circolazione. Lei è puntualissima, non mi fa aspettare
neanche un minuto, anche se sembra non aver molta voglia di
star lì a rispondere alle mie domande. Questo, e in tutta
onestà anche il mio inglese scalcinato, frenano un po' il
mio slancio per la chiacchierata. Solo più tardi, osservandola
durante il concerto (magnifico!) e dopo lo show, capisco che
forse è semplicemente una ragazza estremamente riservata.
Peccato… |
Mescalina:
Ciao Kaki, piacere d'incontrati. Suppongo sarai stanca di rispondere a domande sulla tua tecnica chitarristica simile a quella di Preston Reed o della tua passione per la musica classica…Che ne dici di saltarle? Kaki King: Sì, per favore. Mescalina: So che hai già suonato a Roma e a Napoli, come sono andati gli show? Kaki King: Benissimo! La data di Roma è stata veramente fantastica, avevamo già suonato là, mentre non avevo mai visto Napoli ed è stato incredibilmente emozionante! Mescalina: C'era molto pubblico? Kaki King: Sì, veramente molto. Era come una specie di grande party. Mescalina: Vorrei soffermarmi sulla tua evoluzione musicale dal primo album "Everybody Loves You" all'ultimo "Dreaming On Revange". Direi che il cambiamento è lampante, non solo per la propensione ad una forma canzone più canonica, ad esempio "Pull Me Out Alive" è strutturata su strofa-ritornello, ma anche per l'utilizzo di una band che ti supporta. Inoltre i tuoi virtuosismi sono stati messi un po' da parte per un'idea più ampia di canzone. Sentivi l'esigenza di scrollarti di dosso l'immagine di semplice "eroina della chitarra" in favore di quella di songwriter a tutto tondo? Kaki King: No…Comunque non c'era una vera e propria band nel mio ultimo album, ho suonato quasi tutto io ed un paio di musicisti sono venuti a darmi una mano. In verità non avevamo affatto una band e tutte le canzoni iniziavano con me che suonavo la chitarra da sola. Siamo partiti da un disco di brani acustici e strumentali, così nel mio cuore niente era cambiato. Continuavamo a sovraincidere, ad ammucchiar sopra le cose, come quando fai una torta o qualcosa del genere. |
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Mescalina: Penso che in "Dreaming Of Revange" tu abbia trovato un equilibrio notevole tra brani strumentali e canzoni, migliorando il tuo songwriting che ora mi pare più diretto e incisivo. "Pull Me Out Alive" è una bella pop song e "2 O'Clock" miscela perfettamente la tua attitudine cantautoriale con il tuo irresistibile chitarrismo ritmico. Sei d'accordo? Kaki King: Sì, mh mh… Mescalina: Soprattutto hai fatto un salto di qualità dal punto di vista vocale, prima la tua voce era un lieve sussurro, ora è più decisa e corposa. E' stato un semplice cambiamento di direzione o hai acquisito maggior sicurezza ed esperienza? Kaki King: La verità è che stavo scrivendo testi più significativi e volevo che le persone sentissero cosa avevo da dire. Finché ci è sembrato giusto abbiamo trattato la voce come un qualsiasi altro strumento, mentre in "Dreaming Of Revange" volevo che la gente ascoltasse veramente ciò che dicevo e di cosa parlavo. Mescalina: A proposito di "cambi di direzione", stai già scrivendo nuovo materiale e hai già in mente che strada prenderà il nuovo disco? Kaki King: No… Mescalina: Hehe, lo immaginavo… Mescalina: Come crei le tue canzoni? Parti sempre dalla chitarra o, visto il tuo amore per la batteria, nascono anche da pattern ritmici? O magari da un testo, ora sei una songwriter a tutti gli effetti! Kaki King: Uhm…Quello che so è che di solito partono…Diciamo che inizio con la chitarra. Qualche volta è solo una piccola idea, un piccolo cambio di accordo, qualcosa di molto semplice e puoi costruirci sopra un'intera canzone; una specie di borsa piena di questi piccoli frammenti che un giorno, almeno alcuni, diventano canzoni, ma è incredibile quanto sono stata capace di fare, fin dove sono arrivata. Si riduce tutto all' "ABC", alle cose più semplici. Mescalina: Hai contribuito alla colonna sonora del film "Into The Wild", ti piacerebbe scriverne una intera? La tua musica è molto evocativa, specialmente i brani strumentali. Kaki King: Ho già composto la colonna sonora di due film. Uno è "How I Got Lost", diretto dal mio amico Joe Leonard, l'altro è un documentario chiamato "Fish Out Of Water", nel quale compare sia musica originale che ho scritto per l'occasione, sia brani tratti dai miei album. Inoltre ho lavorato per progetti cinematografici minori. E' una cosa che ho già fatto quindi, ma non vedo l'ora di scrivere altre soundtrack. Mescalina: Una curiosità, i tuoi tour italiani sono sempre molto lunghi, sette o più date, è una rarità per gli artisti stranieri. Hai così tanti fan nel mio paese o sei innamorata dell'Italia? Non mi dire che sei qui solo per il limoncello? (Finalmente Kaki si lascia andare ed il volto le si illumina con un bel sorriso, nda). Ho letto quello che hai scritto su myspace (Kaki raccontava che appena era arrivata a Roma aveva mangiato a volontà e si era messa a girovagare per la città sorseggiando del limoncello da una bottiglia che portava con sé, nda). Kaki King: Beh, penso ci siano un sacco di chitarristi in Italia. Questo è il secondo tour che faccio, ho suonato molto a Milano, tutto è andato sempre bene. Sai, suppongo che la gente abbia realmente apprezzato le mie prime cose per sola chitarra, poi ha continuato a seguirmi ed è ancora interessata a quello che faccio. Credo tu abbia ragione, un sacco di musicisti dicono "vorrei fare un tour in Italia", ma sai, non tante band o songwriter inglesi vengono qui ed io sono molto fortunata ad essere accolta così bene ed a avere fans nel tuo paese. Mescalina: Kaki, grazie a nome di Mescalina per questa intervista, non vedo l'ora di assistere al tuo show, a dopo. Kaki King: Grazie mille! |