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Transgender Sistole prog

18/03/2007 di Christian Verzeletti

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      Intervista Transgender

Abbiamo intervistato i Transgender, gruppo anomalo nel malessere della scena indie italiana. Loro infatti non seguono ricette o prescrizioni mediche, ma suonano in base a quelle "contrazioni, aritmie, scompensi ormonali, eiaculazioni precoci e sbalzi di pressione" che molti loro cosiddetti colleghi evitano.


Mescalina: Ti devo dire che il primo impatto con "Mey ark vu" è stato spiazzante, anche se già conoscevo un vostro precedente demo … obiettivo raggiunto, dici tu?
Alessandro: Forse sì, ma devo dire che non ci poniamo come obiettivo quello di essere spiazzanti. Questo è solo un risultato più o meno spontaneo che deriva dalle 5 persone che formano il gruppo. Conoscendoci meglio negli anni risulta sempre più chiaro quale apporto possono dare i diversi membri del gruppo, allo stesso tempo però queste persone crescono nel tempo e la situazione non è mai statica, anche perché non scriviamo i pezzi sulla base di strutture fisse che si ripetono.

Mescalina: Rubando le parole alla prima traccia del disco, anzi all'unico concetto che ho potuto capire di "Fray Tjus", direi che provoca un "malessere sistolico", con tanto di aumento della pressione e delle contrazioni cardiache …
Paolo: Certo che sì! La nostra musica è piena di contrazioni, aritmie, scompensi ormonali, eiaculazioni precoci, sbalzi di pressione, cicloni e anticicloni delle Azzorre.. se sereni ci sono, sono moolto variabili. In realtà "malessere sistolico" è solo un banale omaggio al nostro vero maestro, A.Venditti. Semplicemente sta a significare che la musica, per lui come per nòartri, è sofferenza! Grande Antonè, facce sognà!

Mescalina: Scherzi a parte, questo disco ha un impatto più rock rispetto ai vostri precedenti …
Davide: Sicuramente la percentuale di rock all'interno di "Mey Ark Vu" è aumentata rispetto al precedente. A dire il vero questa tendenza testimonia in un certo senso l'urgenza di esprimersi del gruppo senza fare troppi calcoli. Quando riascolto "Sen Soj Trumàs" noto moltissimo questo scarto, sia a livello compositivo, sia per il metodo di registrazione tipicamente live di "Mey Ark Vu". È stato un modo per mettere a nudo la vera anima musicale dei Transgender.

Mescalina: In passato non avevate messo in circolo dosi così forti di rock, c'erano state invece più techno, trip-hop, post- ecc. …

Davide: Diciamo che è finita la fase "sperimentale" ed è iniziata quella della maturazione, in fondo siamo sempre stati dentro di noi vicini ad un approccio rock arricchito da decine di sfumature diverse. Questo comunque non significa che non amiamo più certe sonorità, solo non possiamo fare all'infinito album con tutti i brani di genere diverso. Ci impedirebbe di arrivare alla vera sintesi della nostra musica. In "Mey Ark Vu" ci sono anche il post e l'elettronica, solo che il modo di proporlo è mutato rispetto al passato.

Mescalina: Anche musica elettronica e etnica … ma cosa è per voi la musica? Una sfida? Una provocazione? O forse meglio qualcosa da rianimare disperatamente con un massaggio cardiaco?

Alessandro: In effetti potrebbe esserci bisogno di rianimazione perché troppo spesso si sentono cose trite e ritrite, comunque non viviamo tutto ciò come una sfida, è solo un risultato normale quando diverse persone formano un gruppo senza disporre troppi paletti di contenimento. Penso che il bello di questo gruppo è che non sai esattamente cosa aspettarti. Questo però non vuol dire che facciamo di tutto, la musica è un ambito troppo vasto per pensare una cosa del genere.

Mescalina: Nel disco ci sono parti dure e altre più sospese, diciamo di contrazione e di rilascio, o se volete sistoliche e diastoliche … contrapposizioni ma anche evoluzioni vere e proprie: dal momento che siete molto tecnici qual è la vostra formazione come musicisti?

Alessandro: In generale è per tutti una formazione di tipo rock, dal progressive al crossover al metal etc., ma col tempo sono venuti fuori molto altri interessi. Io ad esempio studio molto jazz e anche fingerpicking, mi interessa molto la musica sperimentale soprattutto se applicata alla chitarra. Lorenzo ha collaborato con Ambrogio Sparagna e questo sicuramente lo ha influenzato per quanto riguarda la musica popolare, poi studia canto al Conservatorio.

Mescalina: So che tra le vostre esperienze avete anche una collaborazione con Giovanni Lindo Ferretti e volevo chiedere in particolare a Lorenzo se e quanto è stata importante la sua figura …
Lorenzo: Cantiamo insieme da ormai cinque anni in più o meno tutti i suoi progetti extra PGR. La sua presenza è dunque indubbiamente importante e molto stimolante, dal punto di vista culturale ancor prima che musicale.

Mescalina: La vostra musica ha un'aria occulta e arcana, ma allo stesso tempo anche moderna … l'occulto credo derivi per la maggior parte dal linguaggio inventato da Lorenzo che è un po' una costruzione ulteriore all'interno di una struttura già di per sé architettonica …
Lorenzo: Certo, d'altra parte si parla di un suono, quello della voce, che non ha di per sè una collocazione nel tempo; stili e convenzioni, per quanto necessari, imbrigliano la voce. Nei Transgender non esistono briglie musicali, ogni tentativo da parte dei critici di appoggiare questo o quel brano entro noti e riconosciuti limiti di cronologia musicale risulta vano. Per seguire emozionalmente le musiche non ho potuto fare altro che togliere le briglie anche alla voce.

Mescalina: Ma come è nata questa lingua? Ci spieghi un po' come è strutturata e da dove viene l'idea?
Lorenzo: L'idea è nata durante le registrazioni di "Sen Soj Trumàs". Esistevano i testi ma non avevo ancora deciso in che lingua cantarli. Mi rendevo conto che le improvvisazioni sulle tracce musicali registrate si sposavano molto bene come sonorità ed espressività. Ho ricostruito così i testi dei brani utilizzando questo linguaggio dell'improvvisazione, annotandomi volta per volta su un diario di Winnie Pooh (dovere di cronaca...) le parole neonate e le rispettive traduzioni. Attualmente utilizzo questa neolingua in molti dei miei progetti. "Aras Matei" del disco "Litania" con Ferretti è cantato nella nuova lingua cosi come "Dubbamonk" in "Unisono" (Ashes con Bernocchi, Laswell, Raiz).









Mescalina:
Mi sembra coerente con la proposta musicale dei Transgender: un tentativo di andare oltre quelli che sono i mezzi di comunicazione assodati, generi musicali compresi … Ci sono di fondo una libertà e un approccio che credo debbano molto al progressive, no?

Alessandro: Sì, diciamo che il progressive è tra le nostre influenze, il guaio è che spesso questa parola viene associata a gruppi odierni che fanno grande sfoggio di virtuosismi, e quella è una cosa che non ci interessa se è fine a se stessa. Invece mi sembra molto interessante fare dei paralleli tra la nostra musica e quella ad esempio degli Area, per la potenza emotiva dei loro brani, per il loro essere mediterranei, sanguigni come credo che siamo noi. Oppure dei King Crimson, per una certa precisione nei dettagli, ma a mio parere ci distanziamo da quel gruppo proprio perché non siamo così freddi. A parte questo rimane un gruppo che in passato ho amato molto e Fripp è certamente tra le mie influenze. Penso comunque che la libertà nel nostro caso derivi maggiormente dai grandi gruppi crossover, come Living Colour, Faith No More e altri progetti di Mike Patton, che sono stati fondamentali anni fa nella nostra formazione.

Mescalina: Non a caso il miglior progressive mette, o forse meglio dire metteva, in musica una ricerca concettuale-filosofica-linguistica-(fanta)scientifica che si ritrova nella vostra musica …
Alessandro: È vero, in questo caso mi piace pensare soprattutto ai mitici Gong, che ho amato molto quando li scoprii anni fa, e ovviamente a Demetrio Stratos per la sua ricerca sulla voce e le parole.

Mescalina: Se non sbaglio tra i vostri progetti c'è stato anche un disco sul "mito della caverna" di Platone …
Alessandro: Sì, quello era un progetto che ho curato soprattutto io. Avendo studiato filosofia mi è sembrato interessante collegare le tracce a un percorso che si rifacesse al famoso "mito della caverna". Dal punto di vista musicale c'erano delle parti recitate in stile Diamanda Galàs, dell'ambient, delle improvvisazioni con guitarsynth e diversi strumenti etnici.

Mescalina: Diteci qualcosa dei vostri ascolti e/o delle vostre letture … mi incuriosisce sapere da dove salta fuori un disco in cui si fondono progressive, crossover, rock, parti sinfoniche e persino qualche aria balcanica!
Davide: Probabilmente ci vogliono cinque persone terribilmente diverse come noi! I Transgender credo proprio che non riusciranno bene o male mai a fare diversamente.

Mescalina: Rubando le parole ad un'altra vostra canzone si potrebbe parlare di "organi impazziti"?
Paolo: … ah, veramente dice così?? Bè da quel mattacchione di Lorenzo Esposito Fornasari mi aspetterei di tutto, perfino parole come che so "malessere sistolico" o "Na Ryò Esy Ush" addirittura! Diciamo che, al di fuori dei Transgender, i nostri organi sono "tutti" abbastanza sani. I segni di squilibrio insorgono inspiegabilmente ogni qualvolta entriamo in reciproco contatto. Lo squilibrio, ahinoi, cresce in maniera espo-neziale dando vita a fenomeni degenerativi di violenza megalomane e sodomia ... che però tradotti fortunatamente solo in musica e "parole" danno risultati di eccezionale prestigio/inestimabile valore. Modestamente, roba da spedire nello spazio per intenderci.

Mescalina: Torniamo alla sistole? In effetti all'interno della (presunta) scena indie italiana voi potreste avere una funzione del genere … almeno mi auguro che qualcuno porti del sangue buono in seguito a forti contrazioni …
Luca: Ah, per quanto riguarda gli ascolti si potrebbe fare un elenco infinito di nomi, dischi, libri e quant' altro, ma sarebbe fuorviante. Di solito le recensioni dei nostri dischi sono una gara a trovare quanti più nomi possibili a cui accostarci. A volte gli esiti sono esilaranti. Se ragioniamo con la logica del "a chi assomigliamo?" allora siamo fottuti! Io credo che ci sia sempre più musica e sempre meno cultura musicale, sempre più cose da ascoltare e sempre meno attenzione nell'ascoltare. E infatti fai bene a dire "presunta" scena indie italiana. Il mondo della musica è fra i più fertili per quanto riguarda nicchie e club esclusivi in cui rinchiudersi. Se ti trovi fuori o ai confini, le difficoltà per emergere diventano esponenziali e in tutto questo meccanismo non ha alcuna importanza che tu faccia buona o cattiva musica. Che posso dirti per rispondere alla tua domanda? Speriamo in forti contrazioni …