Gianni Maroccolo

interviste

Gianni Maroccolo

18/02/2003 di Andrea Salvi

#Gianni Maroccolo

Con l'intervista a Gianni Maroccolo chiudiamo idealmente, dopo quelle realizzate ad Andrea Chimenti e a Federico Fiumani, un tris di incontri con i più rappresentativi protagonisti della cosiddetta scena fiorentina degli anni '80, che seppur con approcci diversi fra loro, lungo tutta la propria carriera hanno sempre considerato la musica rock come un mezzo, mai un fine, per esprimere ciascuno una sensibilità innanzitutto artistica che si può ascrivere senza dubbio
tra le maggiori dei nostri ultimi vent'anni.

  
    Interviste:


                  
Gianni Maroccolo

Con l'intervista a Gianni Maroccolo chiudiamo idealmente, dopo quelle realizzate ad Andrea Chimenti e a Federico Fiumani, un tris di incontri con i più rappresentativi protagonisti della cosiddetta scena fiorentina degli anni '80, che seppur con approcci diversi fra loro, lungo tutta la propria carriera hanno sempre considerato la musica rock come un mezzo, mai un fine, per esprimere ciascuno una sensibilità innanzitutto artistica che si può ascrivere senza dubbio
tra le maggiori dei nostri ultimi vent'anni.


Mescalina: Gianni, vorrei partire proprio da questa premessa con una domandona: perché quegli anni hanno rappresentato una rivoluzione tanto importante non solo per voi che li avete vissuti, ma anche per l’attuale modo di fare musica delle nuove generazioni?
Gianni Maroccolo: Mah, non saprei esattamente spiegarti il perché e soprattutto non sono poi così certo che siano stati anni “rivoluzionari”. Credo che il bello di quel periodo sia stato causato dalla contemporaneità di una serie di eventi eccezionali ed imprevisti… In un momento in cui tutti si leccavano le ferite per ciò che era stato e in cui tutto pareva insopportabilmente “immobile e vetusto”… sono spuntati fuori come zombie, o se preferisci come funghi, giovani musicisti, bands di ogni genere, locali, grafici, videomakers, artisti di ogni risma, comici, attori, stilisti, fotografi, managers… ci siamo organizzati e forse senza nemmeno rendercene conto, abbiamo creato gli anni ‘80, ma quando dico “abbiamo” non mi riferisco solo a Firenze… c’era Bologna, Pordenone … poi arrivarono Napoli, Torino e pian piano il fenomeno divenne italiota. La grande scarica, parlo a livello musicale, fu data senza dubbio dal punk e dalla new wave inglese… ricordo che a Firenze fra Tenax, Manila, Casablanca, Rokkoteca Brighton… ogni settimana potevi ascoltare in concerto almeno tre bands straniere e altrettante italiane. Nacquero radio, locali, circoli, piccoli atelier di moda alternativa, etichette discografiche, piccole strutture di management, laboratori di video, performance, teatro. Sembra uno scherzo ma in quegli anni qui da noi non nacquero solo musicisti, ma tantissimi professionisti di oggi del “settore” che so… giusto per citarne qualcuno: Paolo Hendel, Benigni, Benvenuti, Nuti, Magazzini Criminali…
Tutto questo succedeva, almeno a noi tutti parve così, perché finalmente era il nostro turno… perché avevamo voluto conquistarci una sorta di “diritto ad esistere”… ma dovessi dirti come tutto questo è avvenuto credimi, ancora oggi non riesco a comprenderlo pienamente. So solo che è stato uno dei momenti più belli e intensi della mia vita… Questo sì.

Mescalina: Con i Litfiba hai scritto alcune delle pagine migliori del rock italiano degli anni ’80. Che sensazione ti lascia ripensare oggi a quel periodo?
Gianni Maroccolo: Orgoglio… tanto orgoglio, misto ad un po’ di amarezza però per come si sono poi evoluti le cose fra noi e soprattutto per la perdita di Ringo De Palma. Ringo rimarrà per sempre il “mio” batterista. Ma vedi, rileggendo un po’ quegli anni risulta evidente che dopo il primo periodo in cui tutto “nasceva e si evolveva” in modo fantastico, si misero in moto i “corvacci e i furboni” che piano piano contribuirono non solo a creare i casini successi nei Litifiba, ma più generalmente ad uccidere e seppellire tutto quel fermento umano e artistico. Rimarrà per sempre, grazie a Dio, un’ampia testimonianza musicale, ma non solo, di quanto nel bene e nel male producemmo in quegli anni.

Mescalina: Quando alla fine degli anni ‘80 hai lasciato i Litfiba come ti sei sentito? Intendo dire se avevi già chiaro quale sarebbe stato il tuo futuro…
Gianni Maroccolo: Ho lasciato i Litfiba nel gennaio del 90… con “Pirata” a 250.000 copie vendute e fra l’incredulità di amici, colleghi, parenti e affecionados del gruppo. Non avevo ancora chiaro quale sarebbe stato il mio futuro, ma ero ormai certo che non sarebbe stato nei Litfiba. Per fortuna lo spaesamento iniziale causato dal sentirsi “solo” dall’oggi al domani fu lenito dall’affetto che un casino di persone mi confermarono proprio in quel periodo delicatissimo …. In primis mia moglie, la mia famiglia e tutta una serie di persone che avevo dato per “perse” una volta smessa la divisa litifibiana e che invece mi hanno stupito!





Mescalina:
In seguito con i CSI la tua carriera avrebbe ritrovato una svolta naturale e assolutamente gratificante...
Gianni Maroccolo: Appunto… Fra queste persone, sicuramente ci furono Massimo Zamboni e Giovanni Ferretti che avevo da poco conosciuto e “riscoperto” umanamente in Russia. Ci ritrovammo tutti ad un bivio… chiudere col passato prima di diventare attori di noi stessi. Ma in Russia fu solo un pour parler… Niente venne progettato o stabilito… Tutto avvenne successivamente in modo molto naturale.

Mescalina: Uno dei primi ricordi che ho dei CSI risale alla prima volta che vidi il video di “Del mondo”. Era appena stato pubblicato “Ko De Mondo”. Quella musica e quelle immagini mi sconvolsero. La dirompenza di quell’album è formidabile, l’esatto contrario della completezza e del rigore di “Linea Gotica”. Se uno rappresenta un’esplosione, l’altro l’ho sempre immaginato come un’implosione…
Gianni Maroccolo: Ho poco da aggiungere a quanto dici riguardo a questi due albums. E’ esattamente così come dici tu. Eravamo reduci dal “tutto e di più” di “Epica Etica Etnica Pathos”… Con “Ko de Mondo” ripartimmo esattamente da lì e molti degli episodi di quel disco sono a dir poco eccezionali a mio avviso… Con “Linea Gotica” abbiamo quasi chiuso con “l’epica” e abbiamo iniziato un lungo percorso, ancora oggi in atto, di ricerca minimale… in tal senso “Linea Gotica” è un disco quasi perfetto.

Mescalina: Si è scritto molto del declino dei CSI e troppo poco della costituzione di PGR. Può sembrare una domanda ingenua, ma quali sono le principali differenze tra questi due gruppi che desiderate mantenere distinti nonostante siano formati più o meno dalle stesse persone?
Gianni Maroccolo: E’ sempre più semplice parlare delle sfighe altrui che non del contrario. Ma in effetti ho poco da aggiungere sia sul declino che sul nuovo progetto… Molti conoscono CSI e possono trarre le loro conclusioni… I PGR sono “cosa” troppo recente per comprenderne ora peculiarità, pregi e difetti… Working in progress!
Fra qualche anno…

Mescalina: Quanto ha influito l’uscita di Massimo Zamboni dai CSI nel processo di nascita di PGR?
Gianni Maroccolo: Massimo e CSI si sono separati consensualmente prima dello scioglimento del gruppo. Per CSI è stata una perdita irrimediabile… Fin dall’ inizio ci dicemmo che i CSI senza uno di noi cinque non avrebbero avuto motivo di esistere. E così è stato. Massimo con PGR invece… ritengo che c’entri molto poco. E’ storia nuova… Una storia che credo comunque non sarebbe interessata a Massimo anche, ma non solo, come scelta di vita. Ma è probabile che mi sbagli… Anche in questo caso è troppo presto per capire a fondo cosa in realtà sia successo fra di noi.

Mescalina: Senza esagerare, ritengo l’album “Per Grazia Ricevuta” il primo album italiano di un certo spessore degno di questo nuovo millennio. Credi che la via tracciata con questo lavoro sia quella giusta da percorrere per un nuovo tipo di discorso musicale o che si tratti di episodio a se stante nella vostra carriera?
Gianni Maroccolo: Fa parte di quel percorso iniziato con Linea Gotica… siamo in viaggio. Un bel viaggio per ora.

Mescalina: In futuro PGR si avvarrà ancora della collaborazione di Hector Zazou, l’elemento chiave dell’intero progetto, o preferirà farne a meno?
Gianni Maroccolo: Mah… lo speriamo un po’ tutti, ma dipenderà dai tempi, dalla vita… Hector è una persona costantemente in viaggio… sempre con lo zaino e il Mac in spalla… chissà in quale parte del mondo sarà quando noi inizieremo a lavorare al prossimo disco… e chissà se e quando noi inizieremo a preparare un altro album. Ormai si vive alla giornata… come diceva Ferretti: Nessuna garanzia per nessuno!

Mescalina: La partecipazione di Hector Zazou è prevista anche nel tour di PGR che sta per partire? E a questo proposito, l’elettronica giocherà nelle esibizioni live un ruolo di primo piano come nell’album d’esordio di PGR?
Gianni Maroccolo: Sicuramente Hector parteciperà a sorpresa a qualche data del tour… e dico a sorpresa perché sarà realmente così…Quando arriverà si unirà alla banda. L’elettronica in realtà ha sempre fatto parte del mio mondo… io ho studiato fonologia e musica elettronica al conservatorio e manipolo synth da una vita… finalmente ci sarà un poco di spazio, anche grazie all’ aiuto ricevuto da Hector durante la produzione del disco, anche per queste sonorità, ma sia chiaro… Elettronica come dire… anni ‘80… eheheheheh

Mescalina: Te la senti di darci qualche anticipazione su ciò che saranno o non saranno i concerti di Per Grazia Ricevuta? Si vocifera di una mega-produzione…
Gianni Maroccolo: Si vocifera a caso e in modo alquanto bislacco. Sarà l’opposto della “megaproduzione”. Abbiamo già dato con il tour di Tabula Rasa… Niente del genere anzi, l’opposto se così si può dire. Faremo solo teatri e locali piccoli… poche lampadine, nessun effetto speciale… minimali insomma! Chi era a Montesole forse può avere una vaga idea di cosa sto dicendo.

Mescalina: Nel nuovo spettacolo ci sarà anche il ritorno di Pino Gulli, già con voi ai tempi dei primi tour dei CSI… saranno previste anche delle incursioni nel vostro repertorio passato?
Gianni Maroccolo: Oltre al gradito ritorno di Pino ci sarà alle percussioni anche Cristiano della Monica, il batterista del gruppo di Ginevra, e sicuramente si suonerà il nostro tempo… quindi anche qualcosa di CCCP e CSI è ovvio.

Mescalina: L’album “Per Grazia Ricevuta” sta ai CSI come “Epica Etica Etnica Pathos” stava ai CCCP?
Gianni Maroccolo: Non direi. EEEP fu per i CCCP il disco di addio… forse “Per grazia Ricevuta” sta più a “Ko de Mondo”… ma non ne sono poi così certo. Ogni disco fa storia a sé…

Mescalina: E credi che il disco live “Montesole” che uscirà nei prossimi giorni sempre a nome PGR abbia un significato riconducibile a quello che “Maciste contro tutti” ebbe a suo tempo per quello che sarebbero stati CSI?
Gianni Maroccolo: Direi che anche qui non ci siamo… premesso che ogni disco fa storia etc.
Forse sta più a “In Quiete”… ma anche qui con molto beneficio di inventario.

Mescalina: Non vorrei apparire maligno, ma mi pare che ben pochi sentivano il bisogno di questo ennesimo vostro disco live. Quanto è stata voluta da parte vostra la pubblicazione di questo e quanto dalla vostra casa discografica?
Gianni Maroccolo: Ti dirò… io ho la sensazione opposta a quanto tu dici… ho ricevuto per un anno almeno mille email di persone che ci chiedevano di pubblicare su cd la serata di Montesole… ma a parte questo… la nostra casa discografica, la Universal, manco sapeva dell’esistenza di quel documento… Fra noi e l’Universal c’è un rapporto di collaborazione reciproca molto chiaro che ti potrei riassumere in breve così :
Quando noi facciamo un disco loro lo pubblicano e lo promuovono. Tutto qui.
Questo disco nasce da una mia idea e di conseguenza sono ben lieto di prendermi tutte le responsabilità del caso: in ogni caso, chi non ne sentiva il bisogno… eviti di comprarlo e amici come prima! eheheheh

Mescalina: Sempre per il tema “rapporto con le case discografiche”, come consideri la spinosa questione delle possibilità che oggigiorno i mezzi di comunicazione quali Internet possono garantire agli artisti di affrancarsi dall’oppressione delle label?
Gianni Maroccolo: Mah… l’oppressione delle case discografiche? E quali oppressioni se non fanno più dischi, se non firmano più giovani artisti? Le majors e il sistema con cui hanno operato fino ad ora… sono in crisi. Questa è la realtà. Ormai è da idioti pensare che le majors ti impongano chissà quali scelte artistiche o di marketing…

In ogni caso… Dio salvi Internet e qualsiasi modo alternativo utile a far circolare musica indipendente e di qualità! Vi sono molte opportunità oggi a disposizione di chi suona…è fondamentale però uscire dalla logica della casa discografica e guardare un poco in avanti… home recording, self distribution, piccoli sponsor privati, web, uffici stampa indipendenti, e tanti concerti…
Tutto è ancora in evoluzione… ma sono certo che il supporto “cd” diventerà sempre meno importante nella vita di un musicista.

Mescalina: Se oggi avessi 20 anni e col tuo gruppo fossi in cerca di un produttore per il vostro primo album, ti proporresti a Gianni Maroccolo per un aiuto?
Gianni Maroccolo: Lo farei senz’altro… ehehehehe… Con i Litifiba la prima cosa che facemmo fu quella di trovare un produttore artistico che ci aiutasse a sistemare le canzoni e a registrarle e che ci desse la possibilità di fare esperienza in studio. Non rimpiango quella scelta… nel bene e nel male, proprio non la rimpiango.

Mescalina: A parte il fatto che forse oggi non sarebbe nemmeno necessario un produttore, visto che chiunque può autoprodursi in casa un album che qualche anno fa sarebbe costato una cifra proibitiva…
Gianni Maroccolo: Io parlavo di produzione artistica…ora che il CPI e Sonica hanno cessato la loro attività dove troverei i $ per produrre un’artista da solo?

Mescalina: Tu riceverai senz’altro un sacco di demo da parte di giovani musicisti; come ti senti di giudicare i gusti, le idee e la maturità di quella che sarà la scena rock di domani?
Gianni Maroccolo: Io non mi permetto proprio di giudicare. Ascolterò almeno un migliaio di demos all’anno… lo faccio con calma e con calma poi rispondo a tutti… ma non giudico… mi limito a dire quello che penso e a dar qualche dritta… di più non posso fare. Sinceramente però ti confesso che amo molto di più ascoltare questi demos che non il 99% della musica “ufficiale” che ci offre il mercato. C’è molta più creatività, spontaneità, ricerca… Credo che in cantina stia maturando dell’“ottimo vino”… questione di tempo.

Mescalina: A parte gli artisti che dallo scioglimento del CPI sono usciti tutto sommato indenni (Marlene Kuntz, e pochissimi altri), diversi nomi con i quali all’epoca eravate legati sono letteralmente scomparsi dal mercato, mentre in pochi hanno resistito tentando la carta rischiosa dell’autoproduzione. Mi vengono in mente i nomi di Miraspinosa e Antennah dei quali sono in uscita i nuovi bellissimi lavori. Come vedi questa curiosa situazione?
Gianni Maroccolo: Beh… il CPI era lì apposta per questi artisti… per permettere loro di crescere con calma, a piccoli passi. Tutto ciò che appunto il mercato convenzionale non ti permette di fare… o il “prodotto” è cotto a puntino e funzionale… oppure fai da te. E in questi casi è meglio far da sé se ci si crede fino in fondo… io ho sentito il disco degli Antennah e quello dei Mira… Due bei dischi davvero, lo dico sinceramente.

Mescalina: E’ vero che da tempo stai lavorando a del materiale per un tuo album solista?
Gianni Maroccolo: Disco solista… che parolona!!!!!! Sto pensando e lavoricchiando ad una sorta di “festa” per questi miei quasi 25 anni di onorata carriera… ho pensato ad un disco da realizzarsi però in “compagnia” di tanta bella gente incontrata e incrociata in questi anni… ma qui sì che siamo davvero “working in progress”.

Mescalina: Una domanda per un gruppo al quale sono particolarmente legato: che ne è dei Beau Geste?
Gianni Maroccolo: Beau Geste è un trio molto strambo legato alla musica d’occasione… prevalentemente alle colonne sonore teatrali… e come dire… senza l’“occasione” Beau Geste non vive. E poi in questi anni siamo stati tutti e tre presi da mille progetti… ma non dispero… credo che molto presto avrete notizie anche di Beau Geste.

Mescalina: Gianni, oltre che per essere un grande musicista, sei conosciuto per le tue indiscutibili doti di produttore. Quali ricordi ti porti dentro di ogni fase della tua carriera di produttore?
- Agli esordi vissuti anche nelle vesti di musicista con i Litfiba.
- Nella fase successiva in cui ti sei lanciato a capofitto con produzioni decisive per la storia del rock italiano di primi anni ’90 (CCCP, Timoria, Statuto, Diaframma).

- Nel periodo che ti ha visto tra i principali artefici del progetto CPI e dei CSI.

Gianni Maroccolo: Beh…grazie per i complimentoni… troppobbbuonolei! Del periodo Litifiba ho dei pessimi ricordi legati alla produzione artistica anche se ritengo che la presenza di un controaltare sia stata comunque decisiva per il gruppo e successivamente per le mie scelte personali. Tengo molto al periodo come dire… dell’“incoscienza”… dove ho prodotto Timoria, Chimenti, CCCP, Statuto e altri senza sapere in cuor mio se davvero avevo le capacità o meno per farlo… E’ andata bene… almeno spero, ma credimi vivevo le produzioni sovraccaricandomi di eccessive responsabilità e soprattutto consumandomi dentro. Con Diaframma, Marlene Kuntz, CSI e altri artisti del Consorzio prodotti da me direttamente, sono state esperienze vissute in modo molto più equilibrato… anche se mediamente mi sono sempre trovato a combattere contro il tempo… sempre problemi di budget e quindi… pochi giorni di studio… tanta fretta…

Mescalina: Con che spirito vivi questo tuo ruolo oggi, dall’alto della tua esperienza?
Gianni Maroccolo: Ripeto… in molto più naturale. Collaboro con un artista e cerco di dare il mio contributo lasciando però sempre a lui l’ultima parola decisiva.

Mescalina: Che sensazioni prova Maroccolo produttore quando riascolta qualche album sui quali ha lavorato?
Gianni Maroccolo: Mah… mi soffermo molto sul ricordo dell’esperienza umana vissuta… situazioni particolari, rivedo i luoghi, gli aneddoti, i visi delle persone… e nel frattempo ascolto un disco… della musica. Non sto mai ad analizzare tecnicamente ciò che ho fatto o a piangere sul latte versato… errori ne faccio anche io come tutti… cerco solo di non ripetere gli stessi.

Mescalina: Ti va di farmi i titoli dei tre album fondamentali ai quali hai lavorato o suonato che per diversi motivi ritieni i migliori della tua carriera?
Gianni Maroccolo:
- 17 RE (Litfiba)
- E.E.E.P. (CCCP)
- Linea Gotica (CSI)
Ma a questi aggiungerei… “Catartica” dei Marlene Kuntz, “Materiale Resistente” e “Tributo a Wyatt” del CPI.

Mescalina: Posso sapere quali dischi pubblicati nell’ultimo periodo ti sono piaciuti di più?
Gianni Maroccolo:
- Planet Funk
- Carmen Consoli (quello acustico)
- Afterhours
Aspetto con impazienza il nuevo di Cristina Donà

Mescalina: E i tuoi tre titoli italiani e stranieri preferiti di sempre?
Gianni Maroccolo:
- Il primo dei Dead Kennedys (azz non ricordo il titolo)
- Desire dei Tuxedomoon
- The dark side of the moon (Pink Floyd)
- Music for airports di Brian Eno
- Catartica dei Marlene Kuntz
- Sanacore degli Almamegretta
- Creuza de ma o La Buona Novella di De Andrè
Ma è un casino rispondere a ste domandeeeeeeeee… ne avrei da citare almeno altri 50 !!!!!!!

Mescalina: Per finire con una piccola anticipazione: a quali progetti hai intenzione di dedicarti per questo 2003? Ci sono in programma alcune tue nuove produzioni discografiche?
Gianni Maroccolo: Credo che questo 2003 sarà quasi interamente dedicato ai PGR fatta eccezione per una produzione indipendente che sto realizzando di un’artista che si chiama Cecco… un menestrello emiliano che manipola canzoni sopraffine con l’ausilio di ammenicoli elettronici e la sapienza del dj superscafato… Mi sto divertendo un casino… e poi nei ritaglietti di tempo… sano Protools casalingo per appuntare ideuzze per il progettino festaiolo di cui sopra.

    Grazie mille Gianni, ci vediamo in tour!