interviste
Alessandro Grazian Prosopografie
Alessandro Grazian è un giovane cantautore che ha da poco pubblicato |
Mescalina:
Alessandro, ascoltando il tuo primo disco
ho pensato a te come un cantautore "Novizio", vicino a certe atmosfere
di musica da camera, quasi antica direi … è un gusto che fa parte del
tuo bagaglio o una serie di sfumature che sono emerse lavorando ai brani
con violoncello e clarinetto? |
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Mescalina: Non voglio metterla troppo sull'indagine teorica, quindi la butto più sul personale: mi sembra infatti che dai tuoi testi traspaia proprio questo sforzo, questa fatica interiore … penso a "Caduto", "Ammenda", "Vado a Canossa", "Novizio" … la fatica del vivere? Alessandro Grazian: Sì, anche se mi riesce sempre un po' difficile parlarne. Trovo sia un disco in cui ci sono molti echi esistenzialisti. Mescalina: In alcuni pezzi il tuo modo di cantare dà proprio l'idea di uno sforzo concitato, di una tensione del comunicare: mi sembra che tu ti interroghi parecchio a riguardo del tuo ruolo e del tuo tentativo di creare … Alessandro Grazian: Francis Bacon diceva che la vera arte è quella che rimanda alla vulnerabilità dell'uomo … questa idea di vulnerabilità mi ha ossessionato molto durante la scrittura, anche per questo motivo ci sono molte riflessioni su me stesso messe a nudo nei testi delle canzoni. Mescalina: Tu come ti vedi all'interno del panorama della musica italiana? Alessandro Grazian: Se confrontato ad un certo tipo di circuito indipendente, penso di essere abbastanza slegato dalle "tendenze del momento" e in questo senso, probabilmente, un disco come il mio non è molto giustificato. Però non ho proprio nulla contro le "tendenze del momento" per cui mi va bene così. Mescalina: Bè, uno che al primo disco si dichiara "novizio" e "caduto" non corrisponde certo all'immagine dell'emergente lanciato e pronto a buttarsi, a farsi largo … Alessandro Grazian: Ho cercato di assecondare la mia indole e quindi di non abbracciare pose ed atteggiamenti che non mi appartengono. Per me è importantissimo essere riuscito a fare il disco, ma è anche vero che, se non avessi incontrato persone che mi hanno dato una mano a creare le condizioni per la realizzazione del cd, forse sarei rimasto irrisolto, almeno discograficamente. Mescalina: Si può dire che c'è una inquietudine o una sofferenza romantica nelle tue canzoni? Alessandro Grazian: Sì, si può dire. Sono cresciuto con letture e riferimenti che in questo senso hanno anche fatto dei danni. Ho mio malgrado una visione romantica dell'arte. Mescalina: Chiaro che a questo punto ci sarà qualche poeta, qualche musicista o qualche cantautore che ti avrà inconsciamente e colpevolmente fatto da maestro, no? Alessandro Grazian: Certo, ci sono tantissimi autori che a vario titolo mi hanno ispirato … ovviamente mi piacciono gli chansonniers francesi (e francesi d'adozione), ovviamente ho ascoltato molto Fabrizio De André e ovviamente conosco la discografia di diversi cantautori italiani e stranieri … però tra i miei principali riferimenti ci sono anche nomi decisamente diversi tra loro, che apprezzo molto ma che in fondo non hanno influenzato direttamente l'estetica del mio disco ma piuttosto l'attitudine e un mio modo di vedere la creatività: da Fiorenzo Carpi a John Cage, dai Beatles ai CCCP. Mescalina: Visto che sei all'esordio, come ti senti in questo inizio di carriera? Alessandro Grazian: Ancora un po' spaesato … sto mettendo a fuoco un po' di esperienze nuove che sto vivendo. Mescalina: Va bè, ora ti lascio proseguire la tua opera di iniziazione …buona continuazione e grazie. Alessandro Grazian: Grazie a voi! |