Alessandro Grazian

interviste

Alessandro Grazian Prosopografie

16/01/2006 di Christian Verzeletti

#Alessandro Grazian#Italiana#Canzone d`autore Indie-pop

      
  Prosopografie
       Intervista a Alessandro Grazian

Alessandro Grazian è un giovane cantautore che ha da poco pubblicato
il suo disco d'esordio, "Caduto": abbiamo riscontrato nel cd un gusto e una tensione
classica già sviluppati e ne abbiamo parlato con lui.


Mescalina: Alessandro, ascoltando il tuo primo disco ho pensato a te come un cantautore "Novizio", vicino a certe atmosfere di musica da camera, quasi antica direi … è un gusto che fa parte del tuo bagaglio o una serie di sfumature che sono emerse lavorando ai brani con violoncello e clarinetto?
Alessandro Grazian: Scrivo canzoni e non sono una band perciò rientro automaticamente nella categoria dei cantautori, ma il "mondo del cantautorato" occupa solo una porzione tra i miei ascolti. Per buona parte delle canzoni ho cominciato a lavorare agli arrangiamenti quando erano già state composte: anche per questo motivo ciò che ha influenzato gli arrangiamenti non necessariamente coincide con ciò che ha influenzato le canzoni. In particolare negli ultimi due anni ho ascoltato soprattutto musica strumentale o comunque slegata dal mondo della pop music per cui è stato molto naturale pensare ad un vestito musicale di questo tipo …

Mescalina: Come hai incontrato Enrico Gabrielli dei Mariposa?
Alessandro Grazian: Un paio di anni fa ho aperto un concerto dei Mariposa a Padova. In quell'occasione io ed Enrico ci siamo conosciuti ed è nata la voglia reciproca di collaborare …

Mescalina: Da lì il passo ad uscire per la Trovarobato penso sia stato breve, no?
Alessandro Grazian: La collaborazione tra me ed Enrico è nata come una vicenda slegata dalla sua attività con Trovarobato. Solo a disco finito tutti gli altri ragazzi dell'etichetta hanno sentito il materiale ed hanno espresso la loro volontà di sposare la causa di "Caduto".

Mescalina: E Giambattista Tornielli invece ti accompagna da parecchio tempo?
Alessandro Grazian: Ho cominciato a collaborare con Giambattista pochi mesi prima di conoscere Enrico; infatti il primo concerto con Giambattista Tornielli al violoncello è stato proprio in occasione dell'apertura ai Mariposa.

Mescalina: E tu invece? La tua formazione da "novizio" come è proceduta?
Alessandro Grazian: Prima di coinvolgere il violoncello di Giambattista e il clarinetto di Enrico ho suonato per molto tempo da solo. Ma prima di suonare da solo ho suonato per molto tempo con gruppi e svariati progetti. Direi che la mia formazione è proceduta in modo assolutamente irregolare: innamoramenti ed abbandoni con il mondo della canzone; periodi in cui non ascoltavo musica ma ne scrivevo molta e viceversa …

Mescalina: Quanto di classico c'è in te? Te lo chiedo perché sia il tipo di linguaggio (basti pensare ad alcuni titoli) sia certe atmosfere quasi rinascimentali mi fanno pensare ad un approccio da "classico", anche come studio …
Alessandro Grazian: Non ho una formazione "classica" e non ho mai studiato musica in modo "istituzionale", però ho sempre avuto grande curiosità e grande dedizione autodidatta. Penso che il mio desiderio di confrontarmi con qualcosa che sta un po' più un là del mio background ha fatto sì che in questo disco emergesse una sorta di "tensione classica".

Mescalina: Alcune tue canzoni potrebbero svilupparsi come dei piccoli madrigali a metà tra la musica classica e quella diciamo leggera …

Alessandro Grazian: Ho sempre ascoltato tanti generi musicali per cui penso sia abbastanza naturale che emerga questa, seppure timida, trasversalità. Durante la realizzazione del disco ascoltavo il Coro della SAT diretto da Benedetti Michelangeli come ascoltavo "The End" di Nico o "Il Tuffatore" di Flavio Giurato, tutte cose molte diverse tra loro …

Mescalina: "Prosopografie" mi sembra un titolo emblematico, se non un piccolo manifesto, del senso e della ricerca che sta dietro i tuoi pezzi, no?

Alessandro Grazian: Sì, è uno dei titoli a cui sono più affezionato e certamente contiene la componente più dada, se così si può dire, della mia scrittura.

Mescalina: Si sa che per "Prosopografia" si intende uno studio finalizzato a metter ordine in una serie di personaggi storici diversi, se non sbaglio … le canzoni per te quindi dovrebbero mettere ordine in te stesso e poi eventualmente negli altri?
Alessandro Grazian: In effetti questa è una lettura legittima … "Prosopografia" è una parola che ha più di un'accezione … Le prosopografie che canto io cercano di mettere ordine e di fare un'unità (di creare una figura, un volto, un'identità) in un vero e proprio cut-up di porzioni di corpo (spalle, dita, occhi, schiena,ecc…) e sensazioni.









Mescalina: Non voglio metterla troppo sull'indagine teorica, quindi la butto più sul personale: mi sembra infatti che dai tuoi testi traspaia proprio questo sforzo, questa fatica interiore … penso a "Caduto", "Ammenda", "Vado a Canossa", "Novizio" … la fatica del vivere?
Alessandro Grazian: Sì, anche se mi riesce sempre un po' difficile parlarne. Trovo sia un disco in cui ci sono molti echi esistenzialisti.

Mescalina: In alcuni pezzi il tuo modo di cantare dà proprio l'idea di uno sforzo concitato, di una tensione del comunicare: mi sembra che tu ti interroghi parecchio a riguardo del tuo ruolo e del tuo tentativo di creare …
Alessandro Grazian: Francis Bacon diceva che la vera arte è quella che rimanda alla vulnerabilità dell'uomo … questa idea di vulnerabilità mi ha ossessionato molto durante la scrittura, anche per questo motivo ci sono molte riflessioni su me stesso messe a nudo nei testi delle canzoni.

Mescalina: Tu come ti vedi all'interno del panorama della musica italiana?

Alessandro Grazian: Se confrontato ad un certo tipo di circuito indipendente, penso di essere abbastanza slegato dalle "tendenze del momento" e in questo senso, probabilmente, un disco come il mio non è molto giustificato. Però non ho proprio nulla contro le "tendenze del momento" per cui mi va bene così.

Mescalina: Bè, uno che al primo disco si dichiara "novizio" e "caduto" non corrisponde certo all'immagine dell'emergente lanciato e pronto a buttarsi, a farsi largo …
Alessandro Grazian: Ho cercato di assecondare la mia indole e quindi di non abbracciare pose ed atteggiamenti che non mi appartengono. Per me è importantissimo essere riuscito a fare il disco, ma è anche vero che, se non avessi incontrato persone che mi hanno dato una mano a creare le condizioni per la realizzazione del cd, forse sarei rimasto irrisolto, almeno discograficamente.

Mescalina: Si può dire che c'è una inquietudine o una sofferenza romantica nelle tue canzoni?
Alessandro Grazian: Sì, si può dire. Sono cresciuto con letture e riferimenti che in questo senso hanno anche fatto dei danni. Ho mio malgrado una visione romantica dell'arte.

Mescalina: Chiaro che a questo punto ci sarà qualche poeta, qualche musicista o qualche cantautore che ti avrà inconsciamente e colpevolmente fatto da maestro, no?

Alessandro Grazian: Certo, ci sono tantissimi autori che a vario titolo mi hanno ispirato … ovviamente mi piacciono gli chansonniers francesi (e francesi d'adozione), ovviamente ho ascoltato molto Fabrizio De André e ovviamente conosco la discografia di diversi cantautori italiani e stranieri … però tra i miei principali riferimenti ci sono anche nomi decisamente diversi tra loro, che apprezzo molto ma che in fondo non hanno influenzato direttamente l'estetica del mio disco ma piuttosto l'attitudine e un mio modo di vedere la creatività: da Fiorenzo Carpi a John Cage, dai Beatles ai CCCP.

Mescalina: Visto che sei all'esordio, come ti senti in questo inizio di carriera?

Alessandro Grazian: Ancora un po' spaesato … sto mettendo a fuoco un po' di esperienze nuove che sto vivendo.

Mescalina: Va bè, ora ti lascio proseguire la tua opera di iniziazione …buona continuazione e grazie.
Alessandro Grazian: Grazie a voi!