interviste
Maler La Leva Cantautorale degli Anni Zero
Lo ammetto! Non conoscevo Maler se non per la presenza del suo, bel, brano nella raccolta e per un veloce ascolto dei suoi video, devo dire più che interessanti! Ma sinceramente del cantautore e del personaggio non sapevo nulla. Maler, classe 1972, veneto, inizia la sua carriera cantautorale nel 2002. Partecipa in questi anni alle manifestazioni più importanti in Italia in ambito della musica d’autore e nel 2006 gli è assegnato il Premio Siae/ClubTenco come migliore autore emergente. Due gli album pubblicati: Dell’ora e del mai (Irma 2006) e il recente Mutamento (Parametri Musicali 2010) di cui parleremo nell’intervista.
Un’intervista che mi ha messo di fronte ad una persona molto ironica, disponibile ed attenta con cui ci siamo ritrovati a consigliarci dischi per molti giorni rincorrendo i nostri ascolti e le nostre passioni in modo molto naturale e bello. Una persona con una cultura ampia e letteraria, appassionato del pensiero come forma per indagare la realtà in modo a volte crudele e inesorabile!Ma iniziamo con la prima domanda: ci puoi raccontare dei tuoi inizi; del tuo percorso come musicista e autore; delle esperienze che l’hanno caratterizzato come ad esempio il rapporto con Fiorello per il brano il Demone del tardi?
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Maler: Ho cominciato a proporre i miei brani per la strada prima in Francia, dove mi sono molto divertito, poi in Italia, dove il mio pubblico era composto prevalentemente da vigili urbani che mi invitavano a non intralciare lo shopping. Successivamente ho incontrato il mio attuale arrangiatore, Giancarlo Di Maria, che ha prodotto e arrangiato i miei due album.
Considero importanti tutte le esperienze fin qui accumulate. Dal punto di vista della visibilità, è evidente che quella a W Radio 2 ha segnato una svolta perché ha dato avvio a un tam tam, specie in rete, che continua tuttora e che, a distanza di quattro anni, non cessa di stupirmi. Tra le più recenti, invece, c’è la collaborazione con il regista Franco Piavoli, persona di straordinaria umanità, che mi ha regalato le immagini per il videoclip de La perduta, dedicato a un poeta immenso e dimenticato, Umberto Bellintani.
***Mescalina: Quali pensi siano le peculiarità del tuo progetto musicale? Come lo presenteresti?
***Maler: L’essere umano è, prima di ogni altra cosa, respiro e immaginazione. Quando il Potere non arriva a toglierti il respiro, tenta di impadronirsi della tua immaginazione. Questo accade con il contributo delle ideologie, delle religioni e, in questa epoca di dittatura morbida, con la pubblicità. Nei miei testi tento di esplorare e testimoniare la mia immaginazione e di fissare le mie visioni per sottrarre l’anima agli schemi imposti dall’esterno. Musicalmente, specie nel secondo album, si è scelto di percorrere le vie dell’elettronica sulle quali la mia voce si trova a suo agio. Credo sia tutto qui.
***Mescalina: Del Progetto Leva cantautorale degli anni zero cosa ne pensi? E com’è avvenuto il tuo coinvolgimento ?
***Maler: Sono stato coinvolto da Enrico De Angelis e da Enrico Deregibus che, fin dal primo disco, hanno accolto con curiosità e attenzione il mio progetto.
Rispetto alla stagione d’oro della musica d’autore è cambiato tutto. La metamorfosi delle cosiddette radio libere in agenzie pubblicitarie e la resa della televisione pubblica al profitto senza contenuti, ha appiattito i gusti del pubblico e trasformato la cosiddetta musica d’autore in una creatura ferita. Ci hai fatto caso? In tv i cantautori passano negli orari in cui, un tempo, andavano in onda i film porno. Forse perché un punto di vista personale oggi è più osceno di un culo. In questo contesto l’iniziativa della Leva non può che suscitare la mia adesione, come tutto ciò che, come diceva Bruno Schulz, sposa la causa persa della poesia.
***Mescalina: Cosa ci dici del tuo brano presente sulla raccolta? Perché è stata scelta e che storia ha?
***Maler: Salamandra avrebbe dovuto essere il brano di apertura dell’album Mutamento, ma le parole di una strofa tardavano a venire e quando finalmente le ho avute il disco, come si dice in gergo, era già stato chiuso. Quando è arrivata la proposta della Leva è stato il primo brano a cui ho pensato, proprio perché risente dell’atmosfera della mia produzione più recente e, in un certo senso, la completa.
E’ un viaggio sotterraneo, durante la stesura avevo davanti l’immagine di Pinocchio all’inferno incontrata anni fa in un libro di Manganelli. Il protagonista del brano è, infatti, un anti-eroe che sprofonda nel regno dell’immaginazione e, mentre ne è trasformato, lo racconta.
***Mescalina: Come sta andando il progetto a tuo parere, che aspettative avevi e cosa ti ha dato? In generale come lo valuti all´interno dello scenario musicale odierno in Italia ?
***Maler: Mi fa piacere far parte del progetto a prescindere dagli sviluppi che potrà avere. So che molti quotidiani hanno dato rilevanza all’iniziativa e credo che questo renda merito soprattutto a chi ha deciso di spendersi in prima persona per realizzarlo. Come ti dicevo, lo vedo un tentativo coraggioso di creare un po’ di subbuglio in un momento in cui la musica è più immagine che ascolto.
***Mescalina: Qui a Mescalina siamo molto curiosi: ci indichi qualche altro nome di giovane autore, non coinvolto nel progetto, su cui scommetteresti per il futuro?
***Maler: Per una precisa scelta personale vivo piuttosto appartato rispetto all’ambiente musicale e i miei ascolti, specie negli ultimi anni, vanno in altre direzioni, ma volevo onorare la tua domanda e ho dato un’occhiata in giro: mi piacciono molto la voce e l’istinto di Laura Lala, specie quando canta in dialetto siciliano.
***Mescalina: Mi viene voglia di chiederti allora un paio di titoli ed autori (o suggestioni) rispetto ai tuoi ascolti di musica popolare. Un po´ per curiosità personale da vecchio ascoltatore un po’ per curiosità giornalistica.
***Maler: Amo molto la musica zingara con una predilezione per i Bratsch (la loro versione di Maruzzella su Rien Dans Les Pochesè imperdibile); la taranta salentina (consiglio la doppia raccolta Taranta Nights; il Rai arabo (Cheb Mami, Cheb Hasni, Cheb Khaled); la musica yiddish sia nelle versioni tradizionali che nella reinvenzione di John Zorn (Bar Kochba è un capolavoro assoluto).Più a est c´è l´illuminato Nusrat Fateh Ali Khan, ma se volete una chicca ti segnalo l´album City of Love degli Ashkabad (è della Real World). Poi il lavoro di Don Byron su Mickey Katz, fantastico. La mia passione per la cultura ebraica è prima di tutto letteraria (da quattro anni sono sprofondato in un baule di libri dell´est Europa), ma ci sono vette musicali straordinarie.
Per quanto riguarda la classica non mi stanco di ascoltare le danze ungheresi di Brahms, Chopin suonato da Arturo Benedetti Michelangeli e i Quadri di un´esposizione di Mussorgsky.
***Mescalina: Me lo sentivo... da qualche parte avevo questa sensazione... il sorriso di denti dorati della copertina di City of Love ha segnato i miei occhi almeno quanto il contenuto le mie orecchie... ma Nusrat lo adoravo letteralmente così come Zorn di cui acquisto tutto in modo compulsivo. Ti suggerisco, se non conosci, il primo album di Mauro Pagani (con Stratos, PFM, De Sio e Area) e i primi due volumi della serie Le Mystère Des Voix Bulgares dedicati ai cori femminili bulgari.
Bello e interessante questo scambio di ascolti ma andiamo avanti con l’intervista. Che cosa pensi sia la canzone d´autore oggi e che rapporto hai con essa? Personalmente ti senti un cantautore?
***Maler: Abbiamo fin qui generalizzato su canzone d’autore e cantautorato, com’è giusto che sia. Ma, spesso, la creazione di categorie ha lo spiacevole risvolto di ghettizzare o autoghettizzare fenomeni e persone. Per come la penso io, esistono le canzoni. Belle canzoni e brutte canzoni oggi come ieri. Io non mi sento un cantautore, ma uno che, tra le altre cose, fa canzoni.
***Mescalina: Quali sono gli ascolti che ti hanno maggiormente influenzato nel campo del cantautorato italiano e al di fuori di esso?
***Maler: A livello melodico molte delle mie canzoni risentono dell’amore per la musica balcanica e medio-orientale, dal punto di vista dei testi il mio debito principale è con la letteratura e con la pittura. Tuttavia non posso pensare di prescindere dalle lezioni di maestri come Fabrizio De Andre’, Paolo Conte e Franco Battiato.
***Mescalina: Come nascono i tuoi testi? Cosa t’ispira maggiormente e quali temi preferisci affrontare ?
***Maler: Il più delle volte i testi nascono da sogni o frammenti di sogni notturni che poi amplifico. Amore, viaggio e trasformazione interiore sono le tematiche finora più trattate. Sono piuttosto monotono.
***Mescalina: A che tipo di ascoltatore ti rivolgi con le tue canzoni?
***Maler: Non ci penso mai. Scrivo e canto per consolare innanzitutto me stesso.
***Mescalina: Che cosa significa oggi in Italia provare a vivere di musica? E´ possibile?
***Maler: Diciamo che ci sono stati periodi migliori… Ma ti dirò che non mi scandalizzano i tagli e il disprezzo che l’attuale governo ha sempre riservato alla cultura: mi avrebbe sorpreso il contrario visto lo spessore umano e intellettuale che caratterizza questa stagione politica.
Personalmente considero un privilegio poter contare su una produzione che ha deciso di investire nel mio progetto nonostante le difficoltà in cui versa il mondo della musica. Tuttavia, anche in momenti più floridi, ho scelto di affidare la mia sopravvivenza ad altre attività.
***Mescalina: Hai un nuovo disco “Mutamento” pubblicato a settembre 2010 da Parametri Musicali, ci vuoi dire qualcosa a proposito?
***Maler: Mutamento è un album dedicato al mistero dell’Invisibile, un omaggio all’alchimia intesa come poesia della trasformazione interiore. E’ uscito esclusivamente in digitale con soddisfazioni inattese e, come il primo album, ha un’anima elettronica e popolare allo stesso tempo. Gli arrangiamenti sono di Giancarlo Di Maria e ritorna Thomas Sinigaglia alla fisarmonica. La copertina di Antonello Silverini, che rappresenta un carillon a orologeria, spiega meglio di qualunque parola il contenuto del disco: una celebrazione del potere sovversivo dell’immaginazione.
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Il tempo per l’intervista e gli impegni sono, come si dice, tiranni, ma la mia speranza è quella di incontrare con più calma Maler in un’altra occasione senza il vincolo di tempi e interviste per poter parlare con calma di ascolti e letterature nuove da scoprire e condividere.