Giuliano Dottori

interviste

Giuliano Dottori L’Arte della…Grazia

15/02/2014 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Giuliano Dottori#Italiana#Canzone d`autore

Giuliano Dottori e L’Arte della Guerra Vol.1: l’artista sta per tornare con un nuovo album profondo, delicato e intenso, che è già possibile acquistare contribuendo alla campagna lanciata su MusicRaiser. Milano, la felicità, gli ascolti, il tempo, l’equilibrio, corse spossanti, guerre inutili, fiori che muoiono e altro ancora nella nostra intervista.
Dal 2007, anno del suo esordio con Lucida ad oggi, Giuliano Dottori ha macinato km in tour, ha pubblicato un secondo album da solista, Temporali e Rivoluzioni (2009), due ep (Fantasmi, 2010 e Altre vite degli altri, 2013 con la sua nuova canzone Le vite degli altri interpretata anche da Fabrizio Coppola, Stra e Galapagos!), una manciata di singoli, ma anche due album come parte integrante degli Amor Fou (I moralisti, 2010 e Cento giorni da oggi, 2012). Ha prodotto ottimi dischi come quelli di Daniele Tenca, Lucia Manca o un ep di Alia; ha suonato con Atleticodefina, Filo Q, Paolo Cattaneo, Thony, Roberto Angelini e altri ancora. Ora finalmente l’artista, nato in Canada, ma da sempre residente a Milano, sta per tornare con un nuovo disco da solista, lo splendido L’Arte della Guerra Vol.1, in cui coniuga la delicatezza acustica delle sue radici indie-folk con metriche più cantautorali, che rammentano ad esempio quelle di De Gregori. Non a caso appare anche il suo nome tra gli ascolti che hanno influenzato il lavoro, al fianco di Patrick Watson, Bon Iver, Grizzly Bear, Fleet Foxes e gli amici Pan del Diavolo. Le sonorità di Dottori restano comunque squisitamente internazionali, nella loro grazia levigata, nello stile vocale, nella misura che rende le sue canzoni sì coinvolgenti, ma anche sempre eleganti. Il songwriter torna ancora più maturo e profondo con otto “canzoni sull’equilibrio, mettendo su una personale bilancia passato e futuro: il primo che fosse metaforicamente come le famose spalle dei giganti, il secondo come aspettativa e non solo speranza”. Per rendere però questo ritorno discografico “una grande co-produzione”, ha lanciato una campagna di crowdfunding su MusicRaiser: l’obiettivo è già stato raggiunto, ma per altri 14 giorni sarà possibile continuare a contribuire e ricevere immediatamente il disco in digitale, una copia autografata a casa del cd o del vinile, il suo racconto 108 in ebook, i dischi precedenti, oppure persino ospitare un house concert o fissare una data per un live vero e proprio in elettrico per la presentazione dell’album.

Abbiamo posto a Giuliano alcune domande sulle nuove canzoni, i loro temi, i suoi ascolti e tanto altro. Buona lettura!

Mescalina: Come mai hai deciso di fare un disco in due capitoli?

Giuliano Dottori: Come sai, sono passati molti anni dal mio ultimo disco, dunque avevo accumulato moltissime canzoni. Quando ho cominciato a pensare di fare un disco nuovo (perché un conto è scrivere canzoni, cosa che non smetterò mai di fare, un conto è pensare a un disco, cosa che invece potrei anche smettere di fare) mi sono accorto che parlavano più o meno tutte della stessa cosa: la ricerca di un equilibrio fra passato e futuro. Dapprima ho pensato a un doppio, anche perché era il 2011, l’anno di Wow dei Verdena. Poi mi sono resto conto che sarebbe stato più saggio dividere il disco in due capitoli. E così è stato.

Mescalina: Quanto il crowdfunding oggi è una necessità e quanto è invece uno strumento di libertà nella composizione e nella scelta dei brani da pubblicare, un mezzo per liberarsi delle titubanze delle etichette di fronte alle possibilità di successo di un progetto, un modo per avere un rapporto più diretto con il proprio pubblico?

Giuliano Dottori: Direi tutte queste cose insieme. Non so se sarà il futuro, di certo è una buona fetta del presente.

Mescalina: La metafora bellica ricorre più volte nei testi dell’album (in Estate #1107, ne L’arte della guerra ovviamente, ne Il mondo dalla nostra parte). In cosa consiste la “guerra infinita”, che “non si vince e non si perde”? E quante guerre inutili e logoranti scoppiano ogni giorno a minare le relazioni umane?

Giuliano Dottori: Mi piaceva l’idea di ricominciare da dove avevo finito, con “Le cose semplici”, ultima traccia di Temporali e Rivoluzioni. Là si parlava di tregua, di trincee, di ritorni a casa, di guerre terminate. Ora analizzo con più distacco lo stesso tema. Di base mi chiedo se esista una guerra che valga la pena combattere.

Mescalina: La breve, struggente e cinematografica title-track include un verso disincantato, piuttosto duro e amaro, il lancinante “La felicità è un trucco a cui non credo più”. È più facile fingere di essere felici che esserlo davvero?

Giuliano Dottori: Non lo so. Parlo di me. C’è stato un momento della mia vita in cui per me è stato così. Non solo la felicità è un trucco. I sentimenti sono un trucco, altrimenti non potrei spiegarmi perché l’amore possa trasformarsi in indifferenza da un giorno a un altro. È una cosa su cui tornerò anche nel volume 2.

Mescalina: Tra l’altro anche Le vita degli altri fa riferimento all’ “infelicità della gente”, in un quadro vivacemente realistico quanto scorato in cui si menzionano anche “la mediocrità negli sguardi / l’abbandono della mia generazione”: c’è un problema di fondo generazionale/sociale dietro alla difficoltà di essere felici?

Giuliano Dottori: Non sono un sociologo né voglio tentare di esserlo. Le vite degli altri parla di Milano, la mia città e di nient’altro.

Mescalina: Cosa ci puoi dire del testo, immaginifico, quasi surreale, de I fiori muoiono quando ci rattrista perderli?

Giuliano Dottori: È un consapevole e umile omaggio a De Gregori. È una canzone nata come un esercizio di stile, in un certo senso. Sono partito da Maria, dall’idea di inserire un nome femminile. Poi ho giocato un po’ col Vangelo e con questa piccola poesia Zen, da cui ho preso il titolo. È nato come un piccolo gioco, ma dentro c’ho messo la mia famiglia, padre, madre e fratello. E alla fine è venuto fuori un brano molto personale e che sento molto “alla Dottori”, se mi passi l’autoreferenzialità.



Mescalina: Nei testi dei brani ricorrono spesso tempi al futuro, che disegnano soprattutto un orizzonte di attesa, ma anche una volontà di (ri-)progettare il domani. Che si ragioni al futuro non implica però necessariamente un’ottica particolarmente rosea: in Occhi dentro gli occhi affermi che “Non siamo che le nostre scelte” e che non è possibile cambiare. Il passato e il presente possono quindi anche determinare il futuro, che per nessuno può essere completamente “aperto”. In questo brano prevale la serenità, l’amarezza o la malinconia dinanzi a questo dato di fatto, a quel muro che separa anche chi si trova sulla stessa strada?

Giuliano Dottori: È una canzone molto personale. È un brano molto più arioso di quello che potrebbe apparire. Certo è amaro, ma più che di malinconia è intriso di stanchezza, della spossatezza che prende alla fine di una lunga corsa.

Mescalina: Nello stesso brano canti “Smetti di guardare indietro / Me lo ripeto da un po’ / Ogni ricordo è un coltello / Una serpe / Una scusa”: arriva un momento in cui bisogna staccarsi dal proprio passato?

Giuliano Dottori: È una conquista necessaria.

Mescalina: Nel tuo percorso di musicista come ti rapporti al tuo passato? Tra gli artisti che ti hanno influenzato in questo periodo eviti il riferimento autoreferenziale all’esperienza negli Amor Fou; tuttavia, se le atmosfere e i suoni rimandano effettivamente ancora una volta, ancora di più all’indie-folk americano, in brani come Quando tornerai a casa o ne Le vite degli altri la metrica dei versi ricorda quella delle canzoni degli Amor Fou…oppure è più influenzata dal cantato piano su versi lunghi di De Gregori, che invece hai menzionato tra i riferimenti di questo album?

Giuliano Dottori: Sicuramente penso a De Gregori e alla sua grazia nel cambiare metrica, che poi è divenuta tipica di tutta la scuola romana più recente. Credo che Alessandro – nell’ultimo disco – fosse alla ricerca della stessa cosa, partendo però più da Ivan Graziani o dal primissimo Venditti.

Mescalina: Come sono evoluti nel tempo i tuoi ascolti, soprattutto quelli più importanti per la tua carriera e la tua scrittura?

Giuliano Dottori: Da un lato sono molto curioso delle cose nuove. Non indistintamente, sia chiaro: ho i miei riferimenti e seguo bene o male sempre le stesse tre webzine fra Italia, Uk e Stati Uniti. Dall’altro mi rendo conto di iniziare ad avere una certa età e una certa consapevolezza dei dischi che ci sono stati – ad esempio - fra il 1966 e il 1973. Quindi, ok: se uno va fuori di testa per James Blake, quando ascolta James Brown cosa fa? Si butta giù dal quinto piano?

Mescalina: Come pensi di essere cambiato come musicista e autore dal tuo esordio fino ad oggi? È aumentata la consapevolezza di ciò che fai? Sembrerebbe anche che il tempo abbia portato a filtrare maggiormente le esperienze e le emozioni, a renderli più universali, per quanto restino umidi e vividi frutti interiori…mentre nei suoni talora forse appaiono sonorità ora più rock, ora appena più pop rispetto al sound acustico e delicato che spesso ti caratterizza. Tu cosa ne pensi?

Giuliano Dottori: Ogni disco è una storia a sé, fatta di scelte, casualità, incontri, situazioni. Io credo di avere una natura intimamente folk-rock: penso a uno come David Crosby, che ha sempre declinato le sue canzoni in modi differenti restando però sempre fedele alla sua visione pura e quasi magica della musica, a volte con le armonie vocali e le chitarre acustiche, a volte con la psichedelia e un sound elettrico.

Mescalina: Come immagini il tuo futuro di musicista? Come e dove ti vedi tra un mese, un anno, cinque anni?

Giuliano Dottori: Fra un mese spero di aver concluso con successo questo crowdfunding e di cominciare il tour. Fra un anno con ogni probabilità uscirà il vol. 2 dell’Arte della guerra, dunque starò rispondendo ad una tua nuova intervista! Fra cinque anni chissà, è un orizzonte temporale troppo lungo per noi precari della musica.

Grazie, Giuliano, e in bocca al lupo!

Info:

http://www.giulianodottori.it/
https://www.facebook.com/pages/Giuliano-Dottori/27169948914?fref=ts
http://www.youtube.com/user/livere
info.arteguerra@gmail.com