interviste
Iosonouncane Il making of dello split con i Verdena, il bilancio del tour di DIE
La stima reciproca e l’amicizia con i Verdena, lo split di quattro tracce appena pubblicato con loro su 10’’, le ultime date del Mandria Tour e l’accoglienza dell’album DIE: questo e altro ancora in una chiacchierata con Jacopo Incani, alias Iosonouncane
Quando collaborano due artisti che godono di parecchia stima e popolarità, tanto da figurare con le loro uscite discografiche nella maggior parte delle classifiche dei dischi dell’anno, non possono non suscitare interesse. Pur senza alcuna promozione del titolo, le prime 500 copie dello split di Verdena/Iosonouncane sono andate esaurite in fase di pre-ordine; pertanto saranno stampate altre 500 copie del vinile 10’’, che saranno in vendita ad ottobre. Lo split è disponibile intanto su tutte le piattaforme streaming e di download; dal canto suo Iosonouncane è impegnato in questi giorni nelle ultime due date del tour dell’album DIE: venerdì 16 settembre sarà alla Latteria Molloy di Brescia e sabato 17 a Sot a la zopa di Tonadico (TN). Dopo la chiacchierata con lui che potete leggere qui sotto, abbiamo scoperto che in realtà, per quanto anche i Verdena abbiano chiuso venerdì scorso il lungo tour dedicato ai due volumi di Endkadenz, Jacopo Incani, alias Iosonouncane, e Alberto Ferrari, ovviamente voce e chitarra della band bergamasca, dopo un’intervista pubblica, si esibiranno insieme in versione unplugged il prossimo 15 ottobre al Movicentro di Bra (CN) per la quinta edizione di Chiamata alle arti – Insolito Festival. Incani ha pubblicato ad agosto anche nove versioni dell’apprezzata Stormi, tratta dal disco DIE, sotto il titolo di Nove stormi con la radio edit del pezzo e otto remix ad opera di Dusty Kidd, Alek Hidell, K-Conjong, Paolo Iocca, Godblesscomputers, Matile Davoli, Go Dugong e Yakamoto Kotzuga.Abbiamo chiesto a Jacopo informazioni supplementari e valutazioni relative all’esperienza dello split con i Verdena, un bilancio del tour e altro ancora.
Buona lettura!
Hai dichiarato sui social che da sempre i Verdena sono la band italiana che “di gran lunga” preferisci: cosa apprezzi in particolare della loro musica?
Ne apprezzo gli elementi prettamente musicali - il talento melodico di Alberto e la sua voce, la sezione ritmica (il lavoro di Luca e Roberta insieme è impressionante), la ricerca sul suono, i testi - e l'attitudine, la testardaggine, la coerenza con sé stessi.
Come è nata l’idea dell’EP con loro? Alberto aveva fatto un’impressionante cover voce e chitarra di Tanca in un’esibizione a marzo, ma sembrava ancora qualcosa di amorevolmente improvvisato.
L'idea è venuta da me. Io amo il loro lavoro da sempre e loro hanno amato tantissimo e da subito DIE. Questa profonda stima reciproca ci ha permesso di conoscerci, di diventare amici, ed è stato quindi naturale il desiderio, sicuramente giocoso, di cimentarsi con le rispettive produzioni.
Le versioni dei tuoi pezzi registrate dai Verdena sono abbastanza fedeli agli originali; sembra abbiano voluto seguire le linee dei tuoi brani, ma ricalcandole con i loro mezzi espressivi e nel loro stile personale, ovviamente: tu cosa ne pensi delle loro cover?
Rileggendone la scrittura e cogliendone appieno il sentimento, hanno fatto esplodere elementi dei brani che nelle mie versioni erano solo in potenza. Trovo siano davvero bellissime, in particolar modo Tanca. È davvero impressionante (e divertente) come i miei brani sembrino brani loro e viceversa.
Com’è ascoltare le proprie canzoni remixate (nel caso di Stormi) o rivisitate in uno split? Osservare i propri pezzi da altri punti di vista, riletti o remixati, offre prospettive interessanti, magari anche idee per il futuro?
È sicuramente divertente ed offre spunti di riflessioni, possibili idee inedite.
Le tue versioni di Diluvio e Identikit dei Verdena forse si discostano maggiormente dai brani originari: appaiono più sperimentali, rarefatte, eteree, anche se non mancano momenti in cui ne accentui le sonorità tribali. Come hai lavorato sui pezzi?
Diluvio è un pezzo che adoro e che mi sono ritrovato a suonare in casa con la chitarra classica fin dai primi ascolti; un pezzo bellissimo, struggente, e molto vicino al mio sentire. È stato quindi naturale lavorarci, senza esitazioni. Trattandosi di una ballata, di un valzer, non potevo e volevo stravolgerne la pulsazione ritmica. Ho cercato quindi di svilupparne l'aspetto "soul" già presente nella versione dei Verdena. Ho poi cercato un secondo brano che mi concedesse una maggiore libertà, e, dopo averne abbozzati diversi, ho optato per Identikit poiché la struttura strofa-ritornello mi dava la possibile di aggiungere, togliere o modificare radicalmente diversi elementi (armonia compresa). Per entrambi sono partito da due punti fermi: innanzitutto la volontà di utilizzare i suoni di DIE, un po' per non svelare nulla di quel che sarà e un po' perché la ragione di questo split è anche, e per entrambi, fermare storicamente un amore reciproco e una vicinanza artistica; in secondo luogo fare sulla voce l'operazione opposta rispetto a quanto fatto da Alberto su Endkadenz o da me stesso su DIE: tenere la voce davanti, rendere i testi (a mio avviso splendidi) comprensibili, trainanti.
Potrebbero esserci i margini per altre forme di collaborazione con i Verdena secondo te (un disco insieme, una collaborazione nella produzione artistica per un suo o un loro album, che a mio avviso potrebbero essere ipotesi molto interessanti, o altro ancora)?
Non è certo da escludersi, ma è prematuro parlarne o anche solo ipotizzare qualcosa.
Si sta per chiudere il Mandria Tour: che tipo di bilancio puoi farne?
Dopo anni di autarchia forzata, suonare con altri musicisti è stato in primis un ritorno all'aspetto puramente ludico del far musica, e una conferma dell'implicita coralità del mio suono e della mia scrittura. Mi sono sostanzialmente rimpossessato della mia natura, e questo grazie a DIE e al Mandria Tour.
DIE ti ha riservato tante soddisfazioni (il premio PIMI speciale l’anno scorso, ottime recensioni, l’inserimento nella maggior parte delle classifiche dei dischi del 2015, solitamente in top ten, tantissime date, molti palchi anche importanti, ecc.): qual è stato il riconoscimento, l’attestato di stima, o in generale il risultato raggiunto che più ti ha fatto piacere?
I musicisti italiani che maggiormente stimo e ascolto sono i Verdena e Paolo Angeli. Con entrambi ho collaborato e da entrambi ho ricevuto enorme stima. Questo, per un musicista, è sempre un risultato gratificante, sorprendente ed emozionante.
L’accoglienza del disco, meritatissima, ti ha mai sorpreso o eri abbastanza ottimista in partenza, potendo raccogliere i frutti di un lavoro anche molto attento e meticoloso?
Sinceramente no, non mi ha sorpreso. Ho lavorato tantissimo sul disco a partire da un'idea precisa e forte. Ero convinto fin dal principio che questo lavoro e queste idee avrebbero ricevuto attenzione e riconoscimenti.
Per il futuro invece quali mete ti piacerebbe raggiungere (una collaborazione, l’apertura di un concerto internazionale di un determinato artista, altro ancora)? Ne riesci ad identificare una, o preferisci in qualche modo che il futuro ti sorprenda?
Ho in mente tantissime cose, ma è presto per parlarne con qualcuno che non sia io.
Info:
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