Mescalina:
Leadbelly disse che "nessun bianco conosce il blues, perché
non hanno nulla di cui preoccuparsi". È ancora vero? Cosa
significa cantare il blues, oggi?
Terry Evans: Esistono diversi modi di interpretarlo
… anni fa le persone percepivano il blues come un tipo di
musica "depresso", ora è semplicemente una forma d'arte musicale
e possiede un suo equilibrio. Ora il blues è per tutti, è
libero di essere apprezzato da chiunque. Oggi il blues è cresciuto,
rispetto a ieri.
Mescalina: C'è voluta quella
che è conosciuta come la "British Invasion" per ricondurre
l'audience americana alle proprie origini e dare nuova vita
ai suoi eroi semi-dimenticati: i nomi e le canzoni di Josh
White, Sonny Boy Williamson, J.B. Lenoir e Muddy Waters (tra
gli altri) furono improvvisamente conosciuti in tutto il mondo.
Come lo spieghi? Quei ragazzi sbarcati dal Vecchio Continente
non erano che un mucchio di teppisti dall'animo blues, ma
hanno cambiato il mondo musicale!
Terry Evans: Qui in Europa hanno scoperto un tipo di
musica che non era familiare alle loro orecchie, lo hanno
apprezzato, hanno imparato a suonarlo e, se c'è una ragione
dell'apertura del blues al mondo intero, sta nel fatto che
i giovani musicisti europei l'hanno esposto alle masse, al
grande pubblico. Il considerarlo per lungo tempo un genere
musicale "depresso" lo aveva reso poco popolare, ma adesso
è completamente aperto. Voglio dire, ora abbiamo molti festival
blues che attraggono centinaia di migliaia di persone. È una
buona cosa, lo è davvero … anche perché io sono coinvolto
in prima persona (ride)!
Mescalina: Hai cominciato cantando
il gospel in chiesa e so che non ti era permesso avere a che
fare col blues … com'era essere un bluesman a quei tempi?
Terry Evans: Bè, io non è che mi considerassi propriamente
un bluesman allora. Da ragazzino ho cominciato col gospel,
ma poi son passato al doo-wop delle formazioni vocali, che
non è blues. Ho studiato il soul di Sam Cooke, ascoltando
nel frattempo tutte le leggende del blues: Leadbelly, Bukka
White, John Lee Hooker, Howlin' Wolf, Elmore James. Amavo
la musica in un modo speciale, è così che ho finito col trovarmi
davvero coinvolto, ma tuttora non penso a me stesso come ad
un bluesman … non in senso stretto, almeno. Sono molti i territori
musicali che ho esplorato … con "The Coasters" ho cantato
brani come "Yakety Yak" o "Charlie Brown", e quello era considerato
rock'n'roll. Ho amato autori come Elvis Presley, Chuck Berry
e tutti i rockers del tempo. Sai, per tutta la vita ho apprezzato
ogni genere musicale … il country ad esempio. La musica è
solo musica per me. La gente ascolta musica pensando alle
etichette, ma a me va bene tutta quanta.
Mescalina: Il tuo stile vocale
ha un sapore ricco, sofisticato, estremamente sensuale: mi
chiedo quali artisti ti abbiano influenzato e se Bobby "Blue"
Bland sia tra questi.
Terry Evans: Sì, lo è … ma, come ti dicevo prima, sono
molti gli artisti che mi hanno ispirato. E li amo tutti.
Mescalina: La lista delle tue
collaborazioni è quasi infinita: John Lee Hooker, Ry Cooder,
John Fogerty … com'è stato suonare con alcune delle leggende
della musica americana?
Terry Evans: È stato bello e molto interessante, perché
possedevano tutti un talento raro e ho imparato da loro. E
inoltre ho avuto modo di tirar su qualche soldo (ride), perciò
è stata un'ottima cosa!
Mescalina: Hai incontrato molte persone nella tua vita:
ce n'è una che è stata particolarmente significativa per te,
che ti ha lasciato un segno?
Terry Evans: In molti mi hanno lasciato un segno e
non c'è un personaggio che, nella mia mente, emerga in modo
particolare. Ho avuto modo di incontrare tanti artisti che
apprezzo davvero, che amo profondamente.
Mescalina: Che mi dici di Ry
Cooder, come uomo? Sono circa 30 anni che collabori con lui
…
Terry Evans: Sì, ho conosciuto Ry Cooder nel 1975 e
dal 1976 ho cominciato ad accompagnarlo in tour. Lui possiede
una mente musicale davvero ingegnosa e un grande talento.
Ha tanta musica dentro di sé, quell'uomo è una leggenda.
Mescalina: "Fire in the feeling",
il tuo ultimo album, è una sorprendente miscela di ballate
soul, blues tradizionale, atmosfere sudiste. Ti va di parlarne?
Terry Evans: Ci sono persone, autori, promoters, produttori
e altro, che mi propongono continuamente dei brani … "Fire
in the feeling" contiene musica alla quale ero legato in quel
particolare momento, alcuni pezzi sono miei, altri li ho scelti
tra quelli ricevuti. Non direi che questo album sia migliore
di "Like a Hurricane", "Mississippi Magic" o altri che lo
hanno preceduto, ma è rappresentativo di dove mi trovavo quando
l'ho registrato, musicalmente parlando. La gente mi manda
molte canzoni e sono aperto a questo, non sono legato solo
a ciò che scrivo. In giro ci sono un sacco di ottimi autori
e artisti pieni di idee brillanti, non mi va di chiudere la
mia mente: se sento un buon pezzo, qualcosa in grado di "accendermi",
semplicemente voglio interpretarlo.
Mescalina: "La musica hip-hop
è ok ma ferisce le mie orecchie ogni volta che la sento",
queste sono le tue parole in "Racket in the room" … se guardi
all'attuale scena musicale, cosa vedi?
Terry Evans: La musica hip-hop ha in sé un sacco di
informazioni valide, ma è suonata ad un volume che a volte
è proprio difficile da sopportare. Non c'è nulla che non vada
nei contenuti, quelli sono a posto … solo è dura per le orecchie.
È una bella forma di espressione musicale, strettamente legata
ad altri generi: c'è il blues e anche il soul nel groove che
ne supporta il linguaggio. La musica è davvero buona e altrettanto
si può dire dei messaggi, ma sul volume proprio non ci siamo!
Mescalina: E, parlando più in
generale, pensi vi sia ancora spazio per il blues o il rock
all'interno dell'attuale scena musicale?
Terry Evans: Io dico che c'è un po' di confusione …
sai, in giro per il mondo trovi una cosa come 7.000 festival
blues, in grado di attrarre centinaia di migliaia di persone:
una moltitudine! Eppure, dal punto di vista radiofonico, non
si tratta di musica mainstream: è la percezione che hanno
di essa, in quanto non supportata dai loro canali. C'è qualcosa
di magico in questo, perché al blues sono dedicati più festival
che a qualunque altro tipo di musica … e qui sta la magia:
è sopravvissuto lo stesso. Ma qualunque cosa significhi sopravvivere
in questi anni, dobbiamo certo ringraziare anche l'interesse
dimostrato da tanti giovani artisti europei … sarà sempre
qualcosa di diverso a portare avanti la musica. Penso che
il blues faccia parte della corrente della vita, ora. Sopravviverà.
Mescalina: Hai cantato in "My
name is Buddy", il nuovo album di Ry Cooder, nel quale l'artista
esplora le radici della musica americana. Molti altri stanno
muovendosi in quella direzione, da Springsteen a Van Morrison:
come spieghi questo rinnovato interesse per la musica roots?
Terry Evans: Penso che dietro a tanto interesse ci
siano ragioni commerciali. Mettere insieme artisti diversi
è un forte richiamo commerciale. È una cosa positiva, certo,
forse non si tratta solo di business … ma temo che sia la
ragione principale. Certo, potrei sbagliarmi.
Mescalina: Terry, c'è qualcosa
che vorresti aggiungere?
Terry Evans: Vorrei dire che la musica è una bella
cosa. La musica è il collante che unisce personalità diverse
e porta gioia e amore nella vita delle persone. Per quel che
mi riguarda, come artista e come uomo, voglio che la musica
sia parte della mia esistenza finché vivo. E vorrei chiedere
alla gente di non abbandonarla: continuate ad amare la vostra
musica, perché è una cosa buona.
Mescalina: È uno dei nostri tesori
…
Terry Evans: Lo è. Lo è davvero.
Olgiate Comasco (CO), 29 marzo 2007
Massimo Baraldi
www.massimobaraldi.it
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