Lyla Foy

interviste

Lyla Foy Delicate e fascinose magie lo-fi

13/04/2014 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Lyla Foy#Rock Internazionale#Songwriting Indie-pop Folk Electro

Grazia levigata, dolce lievità e pezzi accattivanti: Lyla Foy ha attirato un numero sempre più ampio di consensi fino all'album d'esordio per la Sub Pop, Mirrors The Sky. Il suo percorso musicale, le sue alchimie sonore tra analogico e digitale, suoni “bucolici”, lo-fi e drum machine, e tanto altro ancora in un'intervista in italiano e in inglese. Con streaming del disco!
La musica di Lyla Foy è un incantesimo di grazia levigata e fascino, dolce lievità e pezzi accattivanti: ha attirato un numero sempre più ampio di consensi fino a convincere la Sub Pop, che ha pubblicato da alcune settimane il suo album d’esordio, Mirrors The Sky. Le abbiamo rivolto alcune domande sul suo percorso musicale, sulla scelta di passare dal moniker WALL al suo nome di battesimo, sul contributo della sua band nel disco, sull’origine di suoni “bucolici” e lo-fi nelle sue canzoni, mescolati in un’alchimia suadente alla drum machine, e tanto altro ancora. Potete leggere l’intervista in italiano o nella versione originale in inglese.

Lyla Foy’s music casts a spell on listeners thanks to its smooth grace and charm, its sweet lightness and fascinating songs: it achieved a widespread success until it has won Sub Pop over, that has published her debut album, Mirrors The Sky, in March. We’ve asked her some questions about her story so far, about the choice to pass from the moniker WALL to her birth name, about the input from her bandmates to this album, about the “pastoral” sounds and lo-fi feel in her songs, combined with the drum machines in a charming mix, and other things. You can read the interview in Italian or the original version in English.

Mescalina: Negli ultimi due anni hai trovato riscontri sempre più entusiastici per la tua musica, che ti hanno condotto al tuo album di debutto. Quale tappa (elogio, obiettivo raggiunto, ecc.) ti ha sorpreso maggiormente e quando ti sei resa conto che era veramente il tuo momento e i tuoi sogni (o quello che non osavi neanche sognare) stavano diventando realtà? 

Lyla Foy: Ho ricevuto davvero delle belle sorprese e incoraggiamenti nel mio cammino musicale ed è bello come una cosa sia seguita all’altra. Per esempio registrare una Black Cab Session ha portato a pubblicare un singolo con quei ragazzi, che mi ha portato ad arrivare al SXSW, che mi ha portato a pubblicare il mio album con Sub Pop. Ma anche senza queste tappe avrei comunque pubblicato le mie canzone: è solo che avreste potuto non sentirne parlare.

Mescalina: Perché inizialmente hai scelto il moniker WALL e perché pubblicare ora il tuo primo album invece con il tuo nome? Hai pensato potesse essere più amichevole e diretto?

Lyla Foy:WALL è stato solo un moniker con cui ho pubblicato canzoni per un po’: non c’è mai stata l’intenzione di usarlo per sempre. Sentivo più naturale pubblicare il mio album d’esordio sotto il mio nome. Penso effettivamente sia più diretto e forse un po’ più cordiale.

Mescalina: Al contrario delle tue registrazioni precedenti come WALL, l’album Mirrors the Sky contiene molti input della tua band: come i musicisti del tuo gruppo hanno influito su questo disco? Quali loro contributi sono stati più importanti in queste nuove canzoni? La batteria live, per esempio? Nel libretto comunque ringrazi i ragazzi per averti aiutato a “trovare la tua strada”… 

Lyla Foy: Penso che aver avuto la sicurezza di coordinare io stessa le cose in questo album sia stato davvero positivo per me. E loro mi hanno senza dubbio supportato in questo lavoro e mi hanno aiutato a prendere la direzione che volevo con la mia musica. Tutto quello che abbiamo registrato è stato importante per il risultato finale. Gli strati e le trame sono sottili e difficili da cogliere, ma tutti hanno contribuito al sound definitivo. Avere una batteria live nel mio disco gli ha dato una sorta di tocco umano e mi piace la combinazione di live loops e drum machine dal suono robotico.

Mescalina: Quanto è importante per te che la tua musica suoni lo-fi? E si tratta di una scelta o di una modalità d’espressione istintiva per te? 

Lyla Foy: Mi piacciono i dischi che non hanno un suono troppo pulito, così penso che sia per questo che ho cercato di ottenere anche io quel sound; inoltre ho registrato soprattutto a casa e tendo ad accelerare le cose quando sono elettrizzata e anche questo contribuisce all’impressione lo-fi!

Mescalina: Ho letto che “alcuni dei suoni bucolici catturati in Mirrors the Sky sono stati ideati nella campagna inglese: dove? E hai mai cercato panorami che fossero in linea con le tue emozioni, mentre scrivevi e registravi la tua musica? 

Lyla Foy: Ho registrato gran parte dell’album in Cumbria, nel Nord dell’Inghilterra e alcune altre canzoni sono nate in un cottage sulla costa, in Cornovaglia.

Mescalina: In Warning canti “You and I / When we were thirteen / shared the same dreams”: questa canzone parla della distanza che si può creare tra amici? E le persone cambiano davvero come le stagioni, talvolta? 

Lyla Foy: Quel verso parla di quanto si può essere incostanti e suggestionabili da giovani. E di come i tuoi sogni cambino di giorno in giorno. La canzone parla anche del viaggiare e vivere con la valigia in mano e di come possa separare le persone nel tempo.  
 

Mescalina: A mio avviso Mirrors the Sky è delicato e dolce, ma anche “catchy” e suadente, minimale, ma anche elegante nella sua grazia sfumata e levigata. E la fusione di tali caratteristiche suona molto personale! Come definiresti la tua musica? 

Lyla Foy: Penso l’abbia fatto alla perfezione tu!

 

Mescalina: C’è qualcosa di magico e profondo nei tuoi testi, così temo di rompere l’incantesimo se ti chiedo di spiegare qualche verso, ma cosa intendevi con il meraviglioso, pregnante verso  “Only the rush of beauty cried” in Honeymoon?

 Lyla Foy: I temi della canzone sono l’attrazione, il passato, il presente e la manipolazione. 

Mescalina: E cosa ci dici della suggestiva immagine delle “waters of red and gold” in Impossible? 

Lyla Foy: Il rosso indica il pericolo, l’oro la ricompensa. È sul trovarsi sulla sottile linea di demarcazione tra le due cose.

 

Mescalina: Citi molti artisti come i tuoi preferiti e come fonte di ispirazione, da Chuck Berry ai Teenage Fanclub, fino a Jenny Lewis e Sister Rosetta Tharpe, ma quali hanno inculcato in te il desiderio di diventare autrice e cantante?

Lyla Foy:Non c’è un artista o una band in particolare che mi abbia fatto pensare “Voglio farlo”, ma amo ascoltare la musica così tanto e la combinazione di tanti artisti e generi mi ha fatto venir voglia di dar vita alla mia musica.

 

Mescalina: Qual è stato il tuo primo pensiero quando hai saputo che la Sub Pop era interessata alle tue canzoni?

Lyla Foy: Probabilmente non diedi molta importanza alla cosa, come se fosse destinata a non portare a niente. Non mi piace dare troppo peso a quello che la gente pensa della mia musica!

 

Mescalina: Hai ancora un desiderio da realizzare? Magari qualche duetto?

Lyla Foy: Mi piacerebbe duettare con George Harrison, se fosse ancora vivo: è il mio Beatle preferito!  

 

Versione originale dell’intervista in inglese:

 

Mescalina: In the past two years you found more and more enthusiastic feedback for your music, that led to your debut album. Which step (praise, goal, etc.) surprised you more and when did you realize that that was really your time and your dreams (or what you didn’t even dare to dream) were coming true?

Lyla Foy: I've had really nice surprises and encouragement along the way with my music, and it's nice how one thing leads to the next. For example filming a Black Cab Session led to putting out a single with those guys, which lead to getting out to SXSW, which led to putting out my album with Sub Pop. But regardless of these steps I'd still be putting my music out, it's just that you might not have heard of it.

 

Mescalina: Why did you first choose the moniker WALL and why publish your first album now under your given name? Do you think it is more friendly and direct? 

Lyla Foy:WALL was just a moniker I released under for a while, it was never meant to be forever. It feels more natural to have my debut album coming out under my own name. I do think it's more direct, and perhaps a little friendlier.

 

Mescalina: Unlike your previous recordings as WALL, Mirrors the Sky also contains plenty of input from your band: how have your bandmates influenced this record? Which contributions of theirs are more important in these new songs? Live drums, for example? In the booklet you thank the guys for “helping you find your feet”, anyway…

Lyla Foy:I think having the confidence to co-ordinate things myself for this album was really good for me. And they definitely supported me in that, and helped me get where I wanted with my music. Everything we recorded was important to the final record. The layers and textures are subtle but all contribute to the final sound. Having some live drums on my album gave it some human feel, and I like the combination of live loops and robotic drum machines. 

 

Mescalina: For you how much important is a lo-fi “feel” in your music? And is it a choice or an instinctive way? 

Lyla Foy:I like records that don't sound too polished, so I suppose that's why I reach that sound myself. I also record at home mainly, and I tend to rush things when I get excited, so that all adds to the lo-fi!

 

Mescalina: I read that “some of the pastoral sounds captured on Mirrors the Sky were designed in the English countryside”: where? And have you ever looked for some landscapes that could relate with your emotions (landscapes that could be in line with them, I mean), while you write and record your music? 

Lyla Foy:I recorded much of the album in Cumbria, in the north of England, and some other songs were born in a cottage on the coast, in Cornwall.

Mescalina: In Warning you sing “You and I / When we were thirteen / shared the same dreams”: is the song about a distance between friends? And did people really can change like seasons as they grow, sometimes? 

Lyla Foy:That line is about being changeable and impressionable when you're young. And how your dreams change from day to day. The song also talks about travelling and living out of a suitcase and how that can separate people over time.

 

Mescalina: In my opinion Mirrors the Sky is delicate and sweet, but also catchy and fascinating, minimal but also classy in its radiant, shaded, smooth grace. And the mix of these features sounds very personal! How could you define your music?

Lyla Foy:I think you did it perfectly! 

 

Mescalina: There is something magic and profound in your lyrics, so I’m afraid I could break the spell if I ask you to explain some verses, but what did you mean with the wonderful, pregnant line “Only the rush of beauty cried” in Honeymoon?

Lyla Foy:The themes of the song are attraction, past and present, and manipulation. 

Mescalina: And what about the imaginative words “waters of red and gold” in Impossible? 

Lyla Foy:Red stands for danger, and gold for reward. It's about treading a fine line between the two.

Mescalina: You mention a lot of artists as your favorite ones and as sources of inspiration, from Chuck Berry to Teenage Fanclub to Jenny Lewis to Sister Rosetta Tharpe, but which ones have made you wish to become a songwriter and singer? 

Lyla Foy:No particular artist or band made me think "I want to do that". But I love listening to music so much and a combination of lots of artists and genres made me want to create my own music.

Mescalina: What was your first thought when you knew Sub Pop was interested in your songs?

Lyla Foy:I probably just brushed it off as something that would never come to anything. I don't like to put too much weight on what other people think of my music.

Mescalina: Have you still got a wish to come true? Maybe some duets? 

Lyla Foy:I'd like to duet with George Harrison if he was still alive. He's my favourite Beatle!



 

Info:

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Si ringrazia

Pamela Scavran – Kizmaiaz

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