interviste
Nadar Solo Nadar Solo... un piano per fuggire... diversamente
I piemontesi Nadar Solo sono tornati con Diversamente, come?, un disco maturo ed intenso che è stato presentato con un singolo in cui compare un amico molto speciale...Ma sentiamo Matteo De Simone, voce e basso della band...
Mescalina: Innanzitutto complimenti. Diversamente, come? segna una crescita ed un distacco da modelli come i Franz Ferdinand di cui poteva avvertirsi maggiormente “l’ombra” in Un piano per fuggire. Pensate che la crisi globale e del mondo musicale (vista la nascita di nuove forme di diffusione econdivisione dei brani) possa aver aiutato ad andare oltre la facciata scintillante del precedente disco?Matteo: Non sono sicuro d'aver capito cosa intendi... C'è traccia della crisi nei testi di questo album più che in quello precedente, sicuro. Non ci siamo mai ispirati ai Franz Ferdinand, a parte una volta e non nel disco precedente, ma in quest'ultimo, nel brano Le ali, dove Fede (Federico Puttilli, chitarrista della band ndr) ha inserito un riff di chitarra che richiama un po' Take me out. La crisi del disco c'era eccome anche quando abbiamo pubblicato Un piano per fuggire, noi la viviamo sulla nostra pelle come tutti e cerchiamo di non farci scippare, dalle rogne esistenziali che la crisi economica porta con sé, la cosa più bella che abbiamo: la voglia di fare musica per noi stessi e per gli altri.
Mescalina:La crisi entra a gamba tesa in brani come Le case senza le porte e I tuoi orecchini. Quanto è autobiografico e quanto scaturisce dall’osservazione di storie intorno a voi?
Matteo: C'è moltissimo di autobiografico nei testi di questo album. Anzi direi che è un album esclusivamente autobiografico, sia per quanto riguarda i testi scritti da me, sia quelli scritti da Federico.
Mescalina:Matteo, quanto ha contribuito al nuovo disco la tua esperienza da scrittore, in particolare l’ultimo tuo lavoro Denti guasti?
Matteo:Direi nessuna, sono due opere nate con presupposti completamente diversi. Probabilmente hanno in comune il tentativo di raccontare l'apatia e lo smarrimento che attraversano la nostra epoca, ma si fondano su poetiche molto distanti.
Mescalina:E’ nata una bella sintonia con Il Teatro degli Orrori nonostante musicalmente siate molto distanti. Come è scoccata la scintilla?
Matteo: Ho cercato io Pierpaolo Capovilla nel 2011, perché volevo che scrivesse una prefazione a Denti guasti. Prima non ci eravamo mai incontrati. Gli ho scritto su Facebook e mi ha risposto subito chiedendomi di mandargli il libro. Il mio romanzo raccontava una storia di immigrazione clandestina e non potevo saperlo, ma Pierpaolo e Il Teatro degli Orrori stavano concependo in quel periodo un concept album proprio sull'immigrazione, che sarebbe stato Il Mondo Nuovo. Capovilla ama definire il nostro incontro una "sincronicità junghiana", ci occupavamo delle stesse cose nello stesso momento e quindi era destino che dovessimo incontrarci. Di fatto la lettura del mio romanzo lo ha suggestionato durante la stesura dei testi de Il Mondo Nuovo, poi abbiamo passato parecchio tempo insieme tra una città e l'altra per il reading tour di Denti guasti. Da lì a decidere di fare una canzone insieme il passo era ormai molto breve.
Mescalina:Il vento, con Il Teatro degli Orrori è effettivamente il pezzo di maggiore impatto e più surreale negli scenari. Come è nata l’idea di coinvolgere nuovamente la band di Capovilla?
Matteo: E' stata un'idea di Pierpaolo, accolta con entusiasmo da noi e dagli altri membri della band. Quella di scrivere insieme a me il testo e di coinvolgere anche gli altri membri della band, anziché limitarsi a cantare alcuni versi del brano, credo sia stata una sua delicatezza e un modo di sentirsi più a suo agio. Non voleva fare semplicemente la "star" che ti svolta la promozione. Voleva che fossimo due band alla pari che si divertono a lavorare insieme. E' stato un gesto esemplare e non scontato, l'abbiamo apprezzato molto.
Mescalina: Con quali altri artisti vi piacerebbe collaborare?
Matteo: Ora come ora non lo so. Collaboriamo da tempo con il nostro caro amico e concittadino Daniele Celona. E stiamo preparando qualcosa con un altro amico di Torino che ora però non dico, perché sarà una sorpresa...
Mescalina:Per quanto riguarda il tour, al momento sono previste poche date. E’ una scelta voluta per calibrarelo spettacolo, una sorta di rodaggio? O è solo legata ad esigenze organizzative?
Matteo: Si, è una sorta di rodaggio, chiamiamolo così. Il futuro live di molte band appena uscite con un nuovo disco, dipende spesso dal riscontro ottenuto nelle primissime date. Abbiamo preferito cominciare col testarci facendone poche in città e locali di un certo rilievo, visto che a questo giro ne avevamo la possibilità. I pienoni di Torino e Milano ci hanno incoraggiato. Vedremo adesso che succede a Roma e Bologna.
Mescalina:Quali sono i vostri prossimi progetti? Sono tutti incentrati sui Nadar Solo o prevedete qualche esperienza solista?
Matteo: Chi può dirlo. Direi che avremo parecchio da fare coi Nadàr per un bel po'. Poi abbiamo tutti e tre anche altre attività: io sto scrivendo un nuovo libro, Federico lavora in diversi studi di registrazione e Alessio (Alessio Sanfilippo, il batterista ndr) suona di tanto in tanto con altre band. Per ora, comunque, i Nadàr Solo sono la priorità.
Mescalina:Grazie a nome di tutta la redazione di Mescalina!
Matteo: Grazie a voi!