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Carlo Martinelli Intervista e video di Nella bocca del leone
Secondo capitolo del cortometraggio realizzato dal regista Marcello Rotondella per l’EP da solista del cantante dei Luminal, un episodio enigmatico che può avere diverse chiavi di letture, tra un protagonista che appare come un animale selvatico e la sua vittima che sembra quasi desiderare una metamorfosi. Abbiamo anche intervistato l’artista, che ci racconta collaborazioni, stesure e scelte alla base della sua prima uscita discografica ufficiale come solista.
Presentazione di Ambrosia J. S. ImbornoneDopo una prima demo estemporanea, Carlo Martinelli, cantante dei Luminal, ha pubblicato il suo primo EP, Caratteri mobili, che comprende composte in oltre dieci anni; nella recensione di Barbara Bottoli si legge in merito:
Caratteri mobili sembra ricoprire un arco temporale molto ampio, sia come brani che sembrano scritti in momenti molto diversi, sia come influenze musicali e anche per la storia che le tracce descrivono, Martinelli riesce a raccontare in modo molto diretto, per immagini, risultando immediatamente comprensibile e diventa un pregio per farsi (ri)conoscere, riuscendo a produrre parecchia attesa per un album che si spera possa prendere spunto da questo lavoro che risulta complesso nella sua apparente semplicità e che in realtà sta affrontando un tema non semplice, cioè quello che è non-amore.
Oggi vi presentiamo in anteprima il secondo capitolo del piccolo cortometraggio realizzato dal regista Marcello Rotondella per il disco, in cui ogni episodio corrisponde a una traccia dell’EP, seppure da un punto di vista formale e non "logicamente pedissequo", come si precisa nel comunicato stampa, che così continua:
Dopo l'inizio della storia con "Un banale fatto di cronaca" la trama s'infittisce in questo secondo episodio sempre diretto da Marcello Rotondella ed interpretato dallo stesso Martinelli con la brava Eliana Cianci. Un uomo e una donna vivono dimensioni quotidiane di difficile comprensione che sfociano in drammi altrettanto discutibili. La natura della loro esistenza non è inscrivibile in una trama lineare, ma presenta elementi di disturbo che si snodano su piani paralleli di narrazione mai risolutivi e potenzialmente infiniti.
Nel primo episodio la relazione malsana che legava un uomo e una donna sembrava aver avuto un esito più che drammatico, culminando probabilmente in un omicidio; qui, nel video de Nella bocca del leone, ritroviamo la barca dell’uomo navigare forse verso il porto dopo l’accaduto, eppure vediamo anche la figura femminile riemergere, ferita, dalle acque e, come in trance, quasi cercare di propiziare una metamorfosi in albero. Si è salvata oppure appunto il secondo video racconta un'altra storia, un tentato annegamento non riuscito o altro ancora? Oppure la trasformazione che sembra auspicare la ragazza è solo un esito pietoso come quelli che chiudevano i miti di donne infelici e ne immaginavano un’altra vita in cui tornavano alla madre Terra? Il cortometraggio lascia volutamente aperta la strada a domande e plurime interpretazioni possibili.
Il protagonista del brano appare indipendente, affamato, scontroso e banale nei modi e alla ricerca di una strada nel bosco come un animale selvatico e si muove tra alberi reali e di carta, che trasfigurano quanto successo in una sorta di souvenir da tenere in salotto. La selva resta un luogo misterioso, di accadimenti, morti possibili e rinascite desiderate, sembra un rifugio e un ventre ctonio.
Carlo Martinelli presenta Nella bocca del leone così:
Anche questa è vecchiotta, 2009 all’incirca, credo di non poterla più ascoltare senza desiderare di prendere a pugni lo stereo. Voleva essere una canzone d’amore non tradizionale in cui “la colpa non è mia se io non ti amo”. Nella bocca del leone viene da “From The Lions Mouth” disco incredibile dei The Sound. Le riprese del video sono state realizzate tra Lazio e Puglia nell’agosto 2016.
Diretto da
Marcello Rotondella
Fotografia e costumi
Chiara Meierhofer Muscará
Con
Eliana Cianci e Carlo Martinelli
Si ringrazia
Frnkbrt E Misto Mame
Adriana Di Lorenzo
Lucio Schirò
Lidia, Girolamo E La Cucina Di Rio
Lega Navale Italiana
Vito Pisani
Roberto Airoldi
Michele Minervini
Tina Pisani
Silvana Ciccolella
Enzo Ciccolella
Marco Formichella
https://www.facebook.com/mistomamecl/...
https://vimeo.com/marcellorotondella
https://www.facebook.com/MarcelloRoto...
L’EP di Martinelli, pubblicato da Area51 Records (label nata per celebrare il decennale della storica trasmissione radiofonica Area51), fonde influenze diverse, che spaziano dal cantautorato italiano, soprattutto quello di Battisti, al noise e al rock inglese. Nell’EP c’è “un violoncello spesso atonale, una batteria sghemba, un basso seventies, un sassofono, un trombone, tante chitarre acustiche ed elettriche e una voce solitaria che dice cose”; non mancano inoltre ottimi musicisti quali Cristiano De Fabritiis (batterista per Filippo Gatti, Collettivo Angelo Mai, Tristan Honsinger, Mike Cooper, Luca Venitucci, Niccolò Fabi, Awa Ly, Ou, Andrea Rivera, Bloody Riot, Pharm), Milo Scaglioni (bassista con Jim Noir, Dellera, Beep Seals, Jennifer Gentle, Sonic Jesus), Filippo Bianchini
(sassofonista vincitore di numerosi concorsi tra cui ilTuscia in Jazz e molto attivo nella scena musicale nord europea ed italiana), Sasà Vaccaro (trombonista, ha suonato con Piero Odorici, Stefano Paolini, Roberto Rossi, Tommaso Lama, Paolo Ghetti, Marco Tamburini, Sandro Comini, Daniele Giardina, Jimmy Villotti, Ricky Portera, Andrea Mingardi, Barbara Cola, Piotta, Parto delle Nuvole Pesanti, Braghe Corte, Sergente Garcia) e Jenny Burnazzi (ex Comaneci, attuale violoncellista dei Rigolò e collaboratore con il Collettivo La Melassa e con la compagnia teatrale Drammatico Vegetale per la sonorizzazione di documentari e spettacoli).
La registrazione e il missaggio dell’EP sono state affidate alle sapienti mani di Gianluca Lo Presti aka Nevica su Quattropuntozero (produttore per Simona Gretchen, Delenda Noia, Caron Dimonio, The Black Veils…) nel suo Lotostudio, mentre il mastering del lavoro è a cura di Giovanni Versari presso La Maestà Mastering Studio.
Intervista di Barbara Bottoli
Caratteri mobili è un EP coraggioso: hai scelto di parlare del 'non amore' traducendo in tracce tutti gli elementi che distruggono questo sentimento. I caratteri mobili a cui fai riferimento sono solo quelli di stampa o anche quelli dei protagonisti che cambiano per scrivere una nuova storia? Non so cosa siano perché sono in movimento e non faccio in tempo a inquadrarli, si tratta di un ammasso impazzito di idee, suoni e pensieri che mi porto dietro da un po' di anni e che hanno preso questa forma stramba durante la realizzazione, nel tentativo di lasciare i brani spontanei e liberi di essere loro stessi. Che ho detto? Che vuol dire? Non so, però questo genere di cose bisogna lasciarle perdere e lasciarle andare.
Il tuo progetto è anche visivo: hai scelto di realizzare grazie al regista Rotondella, un cortometraggio composto dai diversi brani. Come è nata la collaborazione? E l'idea di realizzare un cortometraggio?
Ho conosciuto Marcello tramite Frank Brait, si tratta di un tipo particolare e inquietante, ha strani hobby e tendenze malinconiche per cui cerco per quanto possibile di averci poco a che fare, spero non leggerà mai quest'intervista, ma nel caso lo farà vorrei dirgli:
“Marcello".
L'idea di fare dell'EP un unico cortometraggio è nata durante una serata stramba e l'idea in effetti non è di nessuno di noi quanto piuttosto di Marco Formichella, altro personaggio malefico, che infatti viene ringraziato al termine di ogni video.
Il primo singolo è tristemente di cronaca e il video usa metaforicamente il nero, diventando il leitmotiv di queste immagini. Come mai la scelta di 'presentarsi' con un brano così impegnativo?
Credo non ci sia nulla di male nell'essere impegnativi, anzi non è abbastanza impegnativo né il brano né l'EP, potevo fare di peggio. L'idea di usare come primo singolo Un banale fatto di cronaca è di Madesi di Area51, quindi potete prendervela con lui, anche in questo caso rifuggo da ogni responsabilità.
In compenso il prossimo album sarà grind core, e me ne prenderò tutta la responsabilità.
L'EP ha una completezza da ogni punto di vista, tantissime influenze, un forte bagaglio musicale, eppure un carattere personale. Ci sono previsioni per l'uscita dell'album? Inserirai anche questi brani?
Credo, se arriverò a fare un altro album su questo stile, che si tratterà di altri brani, ti ringrazio intanto e sono felice ti siano piaciuti questi.
Caratteri mobili è composta da tracce molto diverse, ma si discosta molto da tutte le altre sembra essere l'origine e la fine di tutto. Che valore ha questo brano sia per te che nell' intero album?
È uno dei pezzi che mi porto dietro da più tempo, da questo punto di vista è esattamente origine e termine, era nato in un modo ed è morto in un altro, rappresentando perfettamente quello che è questo EP.
Una traccia si intitola Andiamocene a Taiwan e in Cos’era che volevo dire c’è una parte in asiatico: sono solo coincidenze o c'è un motivo?
Coincidenze e ragioni di ritmo, è giapponese comunque, ad opera di Kazuo Hashimoto from Osaka (Cosenza).
È un EP che parla di fuga, di sbagli, di incomunicabilità, di sentimenti forti con un punto di vista molto lucido, con un arrangiamento diretto, con un’attenzione precisa ai dettagli. Quanto ha influito l'esperienza nei Luminal?
Credo nulla, si tratta di due modi di approcciarsi all'arrangiamento e alla scrittura molto diversi, nei Luminal poi decidiamo in tre, qui nel bene e nel male ho avuto l'ultima parola su tutto.
Hai saputo raccontare sentimenti intimi, con grande capacità di introspezione e dialettica, ma hai scelto un contrasto musicale coi testi, in cui ci sono tormento, inquietudine, ma anche una sorta ironia. In cinque tracce hai riassunto un mondo: quanto questo si collega con la scelta di una copertina che gioca proprio con questo contrasto serenità/pericolo?
Credo moltissimo, per questo l'ho scelta. Ed è interessante l'abbinamento serenità/pericolo, penso sia una chiave di lettura simpatica di questo disco.
Biografia
Carlo Martinelli, ex stella del tennis ritiratasi dopo la grande disfatta di Wimbledon 83′ (Martinelli-McEnroe 2-6 2-6 0-6), musicista/cantante è meglio noto per il suo lavoro con la band post-punk Luminal con la quale ha registrato quattro dischi, diviso il palco con i Placebo all’Arena di Verona, collaborato con gli Afterhours per il rifacimento di Elymania (Hai paura del buio Reloaded), girato mezza Italia e consumato una grande quantità di cibo nei backstage dell’altra mezza Italia. Ha fatto uscire in streaming con spirito DIY un album in presa diretta di chitarra acustica e voce intitolato Miracoli e maledizioni nel 2015.Caratteri mobili (Area51, 2016) è il suo primo lavoro in studio da solista accompagnato da una band.
Artwork:
L’artwork di “Caratteri mobili” è a cura di GRNG (Gringo), Antonio Gargiulo, ragazzo romano di una ventina d’anni che occupa il suo tempo tra progetti di musica più o meno elettronica e “collage” difficili da definire in modo più preciso. I suoi lavori nascono dal vizio di mettersi in tasca ogni tipo di adesivo, rivista, foto o depliant che trova in giro, per poi attaccarlo sull’armadio marrone di camera sua. GRNG nasce quando Antonio trovò nella cantina del nonno una scatola piena di vecchie cartoline che qualcuno collezionava, senza alcun motivo ben preciso ha iniziato a ritagliarli ed attaccarli tra loro creando immagini con scenari senza dimensioni o prospettive ben definite, spinto solamente dall’istinto di creare qualcosa di bello.
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