Dayna Kurtz

interviste

Dayna Kurtz Dayna, una grande singer/songwriter, roots music tra Louisiana e Vermont

07/11/2015 di Aldo Pedron

#Dayna Kurtz#Americana#Roots

Pranzo, venerdì 6 Novembre 2015 presso Trattoria la Locanda, Gallarate dalle ore 13.00 alle 14.30 Cena, venerdì 6 Novembre 2015 presso Ristorante I Fontanili, Gallarate dalle ore 21.00 alle 24.00 Più che una intervista è stata una piacevolissima chiacchierata a pranzo e a cena. Dayna Kurtz, ma lei preferisce farsi chiamare Dayna, è una delle artiste più rappresentative della scena statunitense. Cantautrice, folksinger, cantante, polistrumentista (suona chitarra, banjo e lap steel guitar), è dotata di una voce potente e nera da far invidia alle bravissime cantanti di colore. Un’anima soul, rhythm and blues con forti influenze folk, un pizzico di blues e un tocco di raffinato jazz.
Dayna Kurtz è nata a Matawan, New Jersey, Stati Uniti, il 28 Agosto 1965. Ora vive con il suo boyfriend nel Vermont nei mesi caldi e d’estate e a New Orleans, città a cui lei è particolarmente legata da sempre, in autunno, inverno, ad inizio primavera e nei mesi più freddi.

Nel 1997 è stata nominata Female Songwriter dell’anno dalla National Academy of Songwriters.

Di lei Norah Jones, insieme hanno duettato nel brano I got it bad (and and that ain’t Good) di Duke Ellington nell’album della Kurt Beautiful Yesterday del 2004 e Bonnie Raitt, durante alcune interviste rilasciate si sono espresse in termini entusiastici e l’hanno osannata come una grandissima cantautrice.

Nel 2012 e nel 2013 ha pubblicato due album Secret Canon Vol. 1 e Secret Canon Vol. 2 in cui presenta ed esegue con maestria dei brani oscuri o poco conosciuti, delle autentiche gemme di artisti blues e rhythm and blues degli ’40, ’50 e ’60.

La sua voce forte, pastosa e sospirata, ricorda la miglior Irma Thomas o Mavis Staples. Qualcuno l’ha paragonata ad una farfalla che canta amore, bellezza e disperazione.

Ascoltare Danya Kurtz significa venire rapiti, sedotti e conquistati dalla sua voce e dalle sue melodie, potenti e allo stesso tempo delicate.

All’attivo dal 1997 al 2015, ben 13 album di cui l’ultimo Rise and fall uscito in America nel 2014 con 10 brani ma splendidamente ristampato in Italia nel 2015 con l’aggiunta di 5 canzoni (bonus tracks) ed una confezione spettacolare (deluxe edition) dall’italiana Appaloosa.

 

A.P. E’ la prima volta che vieni in Italia?

D.K. No, ero già venuta per una serie di concerti a Giugno 2015.

A.P.  Un breve tour nel nostro paese questa volta?

D.K.  Sì il 7 Novembre 2015 sono al Folk Club di Torino e poi l’8 Novembre 2015 da Trapani a Pavia, il 9 Novembre All’Una e Trentacinque Circa a Cantù e il 10 Novembre da Ciro a Mompiano in provincia di Brescia.

A.P.  Promuovi il tuo nuovo disco Rise and fall edito dalla Appaloosa?

D.K. Sì, Rise and Fall è uscito dapprima negli Stati Uniti ma ora sono contentissima della nuova veste grafica e della versione deluxe della Appaloosa. Hanno fatto un bel lavoro, con i testi tradotti in italiano e 5 pezzi in più. Li proporrò dal vivo in versione acustica.

A.P. Posso dirti che il brano che mi colpisce di più e mi piace tremendamente è You’re not what i need ( but you’re all that i want), una bellissima canzone d’amore. In italiano il titolo lo potremmo tradurre: Non sei ciò di cui ho bisogno ma sei tutto ciò che voglio!

D.K. Ho scritto questa canzone pensando a Dan Penn, uno degli autori americani più bravi in assoluto mai esistito. La sua Dark end of the street è una pietra miliare. L’ho scritta proprio nella vena di Dan Penn, penso che lui sarebbe contento di sentire un brano simile. Dan Penn, Spooner Oldham e Wayne Carson Thompson penso siano per davvero i migliori songwriters americani.

A.P. Tu pensa che io nel 1968 mi ero messo in testa che Wayne Carson Thompson fossero il nome di tre persone diverse, gli autori di simili canzoni, poi vent’anni dopo ho scoperto che era una sola persona ed ha scritto The Letter, Neon rainbow, Soul Deep, Sandman per i Box Tops di Alex Chilton, Always on my mind (scritta con Mark James e Johnny Christopher) cantata da Brenda Lee, Willie Nelson e Elvis Presley tra gli altri e molte altre ancora.

D.K. (ride di gusto). Conoscevo Wayne Carson Thompson, purtroppo è morto da poco, lo scorso 20 Luglio 2015.

P. Possiamo definire la tua musica americana, un termine e un genere che adesso si usa anche a sproposito. D.K. Con americana negli Stati Uniti si pensa all’alternative country, a Willie Nelson ed ai gruppi indie. Io invece personalmente penso che il termine americana significa propriamente roots-music, la musica delle nostre radici: folk, blues, soul, rhythm and blues, gospel, rock, etc, etc.

A.P. Parliamo dei tuoi inizi, dei tuoi esordi, le tue influenze. Quali consideri i migliori e chi ti ha maggiormente influenzato?

D.K. A 14 anni ho sentito per radio Rickie Lee Jones, mi sono innamorato subito di lei e della sua voce e mi ha cambiato la vita.

A.P. La conosci personalmente?

D.K. No, non l’ho mai incontrata, pensa che vive come me a New Orleans ma non l’ho mai vista. E pensare che New Orleans è una città meravigliosa, per strada o in giro puoi incontrare Dave Bartholomew, Allen Toussaint. Puoi sempre bussare alla porta di casa di Fats Domino e lui ti accoglie cortesemente, è assai disponibile. Dr. John invece non si vede in giro per la città, non l’ho mai incrociato!

A.P. Ti chiedevo dei migliori artisti, quelli che tu consideri fondamentali nella tua carriera.

D.K. Ti faccio alcuni nomi: Rickie Lee Jones (soprattutto i primi album), Bob Dylan, Leonard Cohen e Joni Mitchell. Un’altra artista importante per me è stata Dinah Washington e naturalmente amo moltissimo Sam Cooke e naturalmente Ray Charles, Stevie Wonder, Tom Waits, Bonnie Raitt. Ritengo che gli album incisi da Stevie Wonder tra il 1970 ed 1975 siano ciò che di meglio ci sia nell’intera discografia mondiale, dischi essenziali come il sottovalutato Music on my mind del 1972 e Innervisions del 1973.

 

A.P. Chi ti ha supportato di più nella tua carriera?

D.K. Quando ho iniziato a cantare ed ho fatto i miei primi tour e poi le prime registrazioni in studio ero agitata e nervosa. Ricordo che ero al Sud ed ho incontrato Taj Mahal. Lui ha capito il mio stato d’animo e ci siamo messi a parlare. Ha cercato allora di assicurarmi, è stato molto carino e con quel suo modo di fare, mi ha detto semplicemente It’s only one gig ( è solo un concerto). Non è importante se sei davanti a 10 persone o a mille o sei da sola in studio, ricordati che è solo un concerto, ci farai subito l’abitudine, non ti preoccupare troppo! Un altro musicista che mi ha aiutato a suonare la chitarra agli esordi è stato Gove Scrivenor, non so se lo conosci?

A.P. Adoro i dischi di Gove Scrivenor, mi piace tantissimo. Uno di quelli che si vede raramente ma ha un incredibile gusto musicale e suona benissimo.

A.P. Se non sbaglio una persona basilare nella tua vita artistica è stata Bonnie Raitt.

D.K. Sono contento che tu me lo chieda. Bonnie Raitt è la miglior persona che io abbia mai conosciuto in assoluto. E’ semplicemente fantastica. Come artista è bravissima, sia come strumentista e chitarrista che come cantante, ha una voce favolosa! L’ho conosciuta bene, è davvero assai generosa, gentilissima, piena di verve, aiuta tutti. Quando è venuta a New Orleans c’era Allen Toussaint e io ero lì e lei diceva agli altri: hai sentito Dayna Kurtz, è eccezionale. Bonnie Raitt aiuta tutti gli artisti blues e rhythm abnd blues del passato, coloro che ora magari non se la passano molto bene. Ha creato una associazione per gli artisti andati in pensione e ci mette molti soldi per aiutare questa iniziativa. Quando lei viene a New Orleans è trattata come una regina, tutti la vogliono incontrare, lei parla con tutti e tutti le vogliono bene. Basta pensare ad un altro modo in cui lei sponsorizza gli artisti che le piacciono. Lei ha un grande seguito, durante i suoi concerti, prima dello spettacolo manda in onda dei CD che lei prepara dei cantanti che lei ha ascoltato e apprezza di più. Ai suoi concerti spesso fanno ascoltare le miei canzoni!

A.P. Altri musicisti fondamentali che tu apprezzi molto?

D.K. Senza ombra di dubbio direi Nina Simone, un’artista superlativa, fantastica. Un disco che invece mi ha letteralmente fatto impazzire per esempio è stato Astral weeks di Van Morrison, ma l’ho ascoltato molti anni dopo, quando è uscito nel Novembre del 1968 io avevo soltanto 3 anni!

A.P. Con che musicisti suoni adesso, chi ti accompagna solitamente?

D.K. Ho una band abbastanza stabile. Tra gli altri c’è soprattutto Robert Mache, un chitarrista eccellente ed uno dei miei amici più cari, è un ex Continental Drifters. Alle tastiere un musicista di origini italiane, Peter Vitalone, un tastierista che suona l’hammond B3 e la fisarmonica ed è molto bravo e che ha suonato in passato per circa un anno nella band di Garland Jeffreys. Alla batteria di solito con me c’è Carlo Nuccio.

A.P. Carlo Nuccio, ma lo conosco, è un musicista assai noto di New Orleans che ha suonato tra gli altri con Willie De Ville, Buckwheat Zydeco, Tori Amos, Marianne Faithfull, Dr. John, Emmylou Harris, Anders Osborne ed è tra i fondatori dei Continental Drifters ed ha sempre lavorato in studio con Cosimo Matassa, ecc. ecc.

D.K. Esatto. Carlo Nuccio ha preso il suo nome da Carlos Marcello. Il padre di Carlo Nuccio lavorava per Carlos Marcello, uno dei padrini e mafiosi italo-americani più noti e più potenti di New Orleans dagli anni ’40 agli anni ’70! Va però anche detto che Carlo Nuccio è una persona adorabile, splendida ed ha una carica, un’esperienza, una bravura ed uno swing impareggiabile. Un grande batterista!

 

A.P. Come si vive a New Orleans?

D.K. Io adoro New Orleans. Mi piace molto ad esempio la musica zydeco e il cajun. Tra i miei gruppi preferiti in assoluto ci sono i Lost Bayou Ramblers con Louis e Andre Michot. I Pine Leaf Boys con Winton Savoy, il figlio di Marc Savoy, noto studioso di cajun, musicista e costruttore di fisarmoniche ed artista a dir poco storico. Sono formazioni che trovo semplicemente favolose. Mi piace molto andare ai loro concerti e mi diverto a ballare! E poi ci sono altri gruppi fantastici, i Feufollet ad esempio ed un’altra band che ho visto di recente di cui non ricordo il nome!

A.P. Resto meravigliato che ti piacciano lo zydeco e la musica cajun, a me personalmente piacciono tantissimo.

D.K. Se sei a New Orleans o a Lafayette, dove vorrei andare a vivere un giorno, non puoi esimerti da vedere e sentire questi gruppi! Un’altra mia cara amica è Gina Forsyth, suona il violino, è stata nella band di Bruce Daigrepont e secondo me, lei è la miglior folksinger in circolazione, è formidabile. Le sue canzoni hanno un’influenza cajun.

A.P. Torniamo a te. Ora inizi a farti conoscere anche in Italia ed in Europa….

D.K. Ho suonato spesso in Inghilterra ma soprattutto in Olanda, dove ho avuto delle miei canzoni in classifica, degli hit! Dal 2004 ad oggi, quindi da più di 10 anni vengo regolarmente in tournée in Olanda anche tre volte l’anno! Sono molto popolare laggiù e poi spesso sono anche in Spagna.

A.P. Possiamo dire che Rise and fall è il tuo disco migliore?

D.K.  Direi di sì ma mi piacciono anche gli album precedenti! (ndr. ride di gusto).

A.P.  E il prossimo album?

D.K.  Non ho fretta, per il momento mi piace ancora presentare al pubblico Rise and fall, poi si vedrà. Penso che il mio prossimo album sarà un LIVE, magari inciso dal vivo per metà in Olanda e metà negli Stati Uniti.

A.P.  Grazie molte per la tua disponibilità.

D.K. E’ stato un vero piacere conoscerti, il pranzo e la cena di oggi sono stati a dir poco eccellenti, favolosi. WE HAD FUN. ( ndr. ci siamo divertiti). Amo l’Italia, il pubblico italiano è assai caloroso, il cibo italiano e il vino Barolo in particolar modo, vorrei poter portarmi a casa alcune bottiglie di Barolo!