
Intervista
a Steve Wynn
Abbiamo perso per un pelo e per uno sfortunato caso della vita il concerto di Steve Wynn al Tunnel di Milano e siamo ancora qui che ci mordiamo le dita: chi c'è stato parla di una serata incredibile, circa tre ore di grande rock senza risparmio. Per rifarci abbiamo contattato Steve Wynn e lui ha risposto con grande disponibilità e gentilezza a tutte le nostre domande, così che invece di un'intervista ne è uscita una lunga chiacchierata. Ne esce il ritratto di un uomo che è passato attraverso la storia della musica più innovativa del XX secolo e che ha guadagnato in ispirazione e saggezza, come pochi altri. Personalmente ci sentiamo ancora emozionati dal momento che Steve Wynn è oggi una delle poche icone del rock su cui la polvere non riesce a posarsi. Al punto che le sue parole, che facciano parte o no di canzoni, sono un continuo viaggio avanti e indietro nel tempo, cariche di consapevolezza e di riflessi. |
Mescalina: Prima di tutto come è andata la tourneè europea? Steve Wynn: Alla grande, è stato uno dei migliori tour che abbia mai fatto. I fans hanno risposto bene al nuovo disco e ogni sera potevamo suonare molti dei nuovi brani senza avere l'impressione di mettere alla prova la pazienza del pubblico. Mescalina: Quali sono stai i concerti migliori? Steve Wynn: Molti. Abbiamo fatto delle grandi serate a Milano, Atene, Bruxelles e soprattutto quella della settimana scorsa al festival della Glitterhouse in Germania. Ma tutti i concerti sono andati bene e ci siamo divertiti, non è retorica. Mescalina: Per questo disco la stampa ha parlato di influenze provenienti dai REM, Beach Boys, Lou Reed, X, Bo Diddley e così via. Di sicuro sono tutti aspetti presenti nella tua musica, ma c'è stato anche chi ha scritto che questo è il limite di "Here comes the miracle": non portare novità al tuo suono, ma solo delle variazioni minime a una musica che proponi da anni. Tu come vive le influenze dalla tradizione? E quanto c'è di derivativo nella tua musica? Steve Wynn: Onestamente, penso che questo disco sia una summa di molti posti in cui sono stato in precedenza, però introduce anche qualche nuova idea e in particolare una semplicità e una spontaneità che non avevo mai raggiunto così appieno. A volte è importante guardarsi indietro, vedere dove sei stato per capire dove stai andando. Mescalina: "Shades of blue" è una canzone che ha a che fare col passato, in una strofa canti "viaggiare indietro nel tempo / potremmo stupirci di tutte le cose che non troveremo mai / persi nel vino e nelle rose". Come ti senti quando pensi ai tempi dei Dream Syndicate? Steve Wynn: Recentemente sto visionando una riedizione di "The days of wine and roses" per la Rhino Records e sono davvero soddisfatto di come quel disco è rimasto in vita. Non ascolto tanto i miei vecchi dischi, ma quando mi capita ne sono orgoglioso e mi accorgo con piacere che non suonano poi molto datati. Oltre a esserci divertiti, abbiamo fatto anche della buona musica. Ma ti dirò che per me QUESTI sono i tempi migliori e che la musica migliore è sempre là davanti. Mescalina: Credi che quel suono sia ancora vivo oggi, in qualche giovane band? Non molto tempo fa vi definivano pre-grunge. Steve Wynn: Son sicuro che molte band hanno preso qualcosa della nostra musica. I Luna, i Black Crowes, gli Eleventh Dream Day, gli Afghan Whigs, gli Yo La Tengo e molti altri. Questa è una delle più grandi ricompense per chi fa musica - vedere come la tua musica vive in quella di altri e ha significato ed emozione fuori da te. È come sentire che quello che hai fatto è parte di una lunga intensa storia cominciata molto tempo fa e che non finirà per molti anni a venire. Mescalina: Ho visto Che Chris Cacavas suona nel disco, sei ancora in contatto con gli altri Dream Syndicate? Steve Wynn: Li sento ogni tanto. Sono più vicino a Mark Walton perchè fa ancora dischi e tour (con i Continental Drifters) e ciò lo porta a New York qualche volta. Mescalina: "There will come a day" mi ricorda "Song for the dreamers". Hai visto recentemente Dan Stuart? Steve Wynn: Quasi per coincidenza è capitato nello studio di registrazione quando eravamo a Tucson. Ero stato senza vederlo per anni e l'ho trovato davvero in forma, felice (accompagnato dal suo filgio di tre anni Dan Jr.). Dice che ha smesso con la musica, ma non è mai detta l'ultima parola, no? Mescalina: Quanto lavori sui tuoi assolo? Vengono più dall'improvvisazione o da un continuo lavoro di ricerca fino a che trovi le note che stavi cercando? Steve Wynn: Cerco di catturare un momento, di afferrare quella frazione di tempo in cui non si sa dove sta andando l'assolo e ti senti in pericolo in ogni istante. Ciò significa catturare l'attimo esatto al momento esatto e anche la possibilità di perdere tutto. L'assolo su "good and bad" per esempio è completamente dal vivo e registrato alla prima. È uno dei miei preferiti di sempre. Mescalina: Che tipo di chitarre usi? Da dove arriva il sitar elettrico ("Here comes the miracle")? Steve Wynn: In questo disco ho suonato la mia Telecaster e anche una Danelectro a un pickup che ho comprato quest'anno. Il sitar elettrico mi è stato invece prestato per le session. Mescalina: Ci sono molte distorsioni nelle nuove canzoni, specialmente in "Substain" con Howe Gelb. Com'è lavorare con lui? Steve Wynn: È un grande. Quando senti che cosa sta suonando, rimani spiazzato: è sempre l'esatto contrario di ciò che ti aspetteresti. Ma una settimana o due dopo aver sentito la sua performance, non potresti nemmeno immaginarne un'altra che la possa sostituire. È un musicista formidabile. Mescalina: Ti piace l'ultimo dei Giant Sand? Steve Wynn: Sì, un grande disco. Uno dei miei preferiti dell'anno scorso. Mescalina: Questo disco contiene molta più forza, "Substain" mi ricorda i Motorpsycho (un gruppo hard rock norvegese), ma anche in altre canzoni come "Smash myself to bits" sembra che stai portando gli assolo al limite, che stai creando un pathos come fa il blues. Il che è qualcosa che hai sempre fatto sin dai tempi di "John Coltrane Stereo Blues", no? Steve Wynn: Sì, come il blues o anche come il free jazz o la psichedelia hard. Ho registrato alcune canzoni basandomi sull'improvvisazione e spero di farlo ancora in futuro. È una cosa che faccio sempre dal vivo. Mescalina: Pensando a "John Coltrane Stereo Blues" mi viene in mente che hai scritto anche "Lester Young". Sei particolarmente attratto dai musicisti jazz? Qualche influenza? Steve Wynn: Molte. Le migliori cose jazz mi hanno influenzato allo stesso modo dei migliori dischi rock. Il jazz richiede un viaggio interiore che ti lascia di nuovo allo stesso punto da cui eri partito, ma profondamente cambiato. John Coltrane è psichedelico come i 13th Floor Elevator. Mescalina: Spesso si è parlato di riferimenti letterari per la tua musica . Trai ispirazione da ciò che leggi o dai film che vedi? Steve Wynn: Sì. Il nuovo disco, per esempio, è stato molto influenzato dalla scrittura di Richard Ford e poi sono sempre stimolato dal cinema e da quella abilità di creare e mantenere uno stato d'animo. Cerco di fare lo stesso con ogni disco. Mescalina: Cosa stai leggendo in questo periodo? Steve Wynn: "Sick Puppy" di Carl Hiaasen. È uno scrittore molto divertente ed è perfetto per i lunghi viaggi in furgone. Mescalina: So che sei molto appassionato di baseball e che hai cantato l'inno nazionale prima di una partita. Hai letto "Underworld" di Don Delillo? Steve Wynn: Non tutto il libro, ma le parti dedicate al baseball che erano pubblicate su una rivista. Dovrò leggerlo un giorno o l'altro. Grazie per avermelo ricordato. Mescalina: Ascoltando l'album e seguendo i testi sembra che le canzoni vengano da un luogo deserto, a metà tra Morricone e Tarantino, una sorta di western metropolitano, è solo la mia immaginazione? È una sensazione che mi viene dalla maggior parte dei tuoi pezzi, qualcosa di epico. Steve Wynn: Be', questo disco ha più del deserto o del della California del Sud di molti altri e anche più canzoni che parlano dello stato dove sono nato di qualsiasi altro disco che ho fatto. Forse è più facile scrivere del posto da cui vieni una volta che te ne sei andato. Mescalina: Mi sembra che "Here comes the miracle" comprenda canzoni che parlano di uomini che attraversano una crisi ("Southern Californi line", "Smash myself to bits", "Topanga Canyon freaks") e altre in cui cercano di trovare un rapporto col tempo per risalire la china ("Shades of blue" e "There will come day" su tutte). Come sono nate queste canzoni? Steve Wynn: È difficile da dire. Una combinazione di ciò che sento, ciò che leggo, ciò che vedo e ciò che provo. Anche se l'equilibrio di questa miscela varia sempre da disco a disco. Mescalina: Passato e futuro, bene e male, speranza e morte, solitudini e confini; la tua scrittura sembra sempre andare per estremi, niente di superfluo, come se stessi cercando di raggiungere l'essenziale per vivere o morire e nient'altro. Steve Wynn: Credo che hai ragione e sono felice che questo si veda. Guarda, il 95% della nostra vita quotidiana è abbastanza mondano ma il restante 5% è composto di paura e di panico ed è questo terrore che ci fa apprezzare e godere la pace di tutto il tempo che ci resta. Mi piace focalizzare la mia attenzione su questa parte oscura. Funziona anche per rendere le canzoni più profonde. Mescalina: La copertina del disco raffigura un cuore sanguinante a forma di vinile su un giradischi. È una tua forma di sostegno al vinile? O vuole rimandare alla sofferenza nella la musica come nella vita? Ricordo che avevi già usato un cuore per la copertina di "Melting in the dark". Steve Wynn: Sì, quel motivo continua a ritornare. Be', la copertina è solo un lavoro artistico fatto da un mio amico, Johnette Napoletano e sembrava riassumere parecchie cose riguardo al disco, non ultima l'aspetto del formato vinile poiché l'album porta un po' indietro ai doppi degli anni 70. Mescalina: Ho sentito che hai registrato un canzone al mese per www.emusic.com. Ne farai un disco? Steve Wynn: È già uscito! Lo puoi trovare per mailorder dalla Blue Rose (www.bluerose-records.com) Mescalina: Che mi dici del tuo sito (www.stevewynn.net), come ci lavori? Steve Wynn: Per ora è mantenuto aggiornato da Thomas Meier Hansen, un amico che vive a Copenhagen. Sta facendo un grande lavoro e il mio unico contributo è il diario del tour e fargli sapere quando ho delle date prenotate. Mescalina: Recentemente ho visto "Here comes the miracle" anche in alcuni centri commerciali, significa che questa volta la promozione e le vendite stanno andando bene? Steve Wynn: Sì questo è il mio album solista che sta vendendo meglio. In particolare i fans italiani lo hanno accolto molto bene e la cosa mi riempie di gioia perché mi piace suonare in Italia e probabilmente ci ritornerò per altre date in autunno. Mescalina: Ma per alcuni dei tuoi dischi la distribuzione è solo per mailorder attraverso la Glitterhouse, no? Steve Wynn: Varia di progetto in progetto. Alcuni sono realizzati tramite major (li troverai nei negozi o centri commerciali) e altri sono progetti distribuiti per mailorder tramite la Glitterhouse o la Blue Rose. Dipende da che tipo di profilo voglio dare al disco. Mescalina: In passato erano gli scrittori americani (o gli attori) a venire in esilio in Europa, ora sembra il turno dei musicsti rock:tu, Elliott Murphy, Walkabous, Terry Lee Hale e molti altri vivete o basate qua le vostre registrazioni e promozioni. Che ne pensi? Steve Wynn: Credo sia una grande tradizione, che parte da Ernest Hemigway e Gertrude Stein e passa per Charlie Parker e Bud Powell e ora a me e Howe Gelb. Siamo in buona compagnia, penso. Mescalina: Per quanto ne sai, ci sarà mai una nuova edizione dei primi dischi dei Dream Syndicate? Li sto cercando disperatamente (insieme a "Turnyor Hedinkov" e "The suitcase sessions"). Come si possono trovare? Steve Wynn: Puoi trovare "The suitcase sessions" sul mio sito o a Fanmaster2@aol.com ma "Turnyor Hedinkov" è fuori stampa e non so quando verrà realizzato di nuovo. Mescalina: Che ne è dei Gutterball? Steve Wynn: Me lo chiedono spesso e a dir la verità credo che registreremo ancora insieme dal momento che siamo rimasti buoni amici e siamo ancora fans della band, ma il punto è quando. È difficile da dire perché io passo molto tempo in tour, mentre loro non lasciano quasi mai Richmond, ma prima o poi accadrà. Solo non credo che faremo ancora dei tour. Mescalina: Rispetto ad anni fa quando tu hai cominciato a suonare, mi sembra che sia più difficile per i musicisti trovare una scena in cui crescere, si tratta più di un grosso mercato o di un business diviso dalle case discografiche e dai media in tanti piccoli settori. Che cosa suggerisci alle giovani band che cercano di emergere? Steve Wynn: L'unico suggerimento che ho sempre dato e che continuo a dare. Fate esattamente quello che volete fare. Non compromettetevi musicalmente (vi dovrete compromettere per altre cose, ma quello è naturale). Suonate esattamente la musica che volete e le cose verranno fuori da sole. Ricordatevi: siete sempre nel giusto quando si tratta della vostra musica. Mescalina: Progetti per il futuro? Steve
Wynn: Mi sto solo godendo questo disco per ora. Penserò al futuro
... in futuro. |