Andy White

interviste

Andy White

07/11/2002 di Christian Verzeletti

#Andy White

Andy White è un cantautore nato a Belfast (1962), e ora di casa in Australia.
Considerato uno dei più validi artisti irlandesi, è stato in tour con artisti del calibro di Van Morrison e ha lavorato con tanti altri tra cui Peter Gabriel e Neil Finn dei Crowded House. Nonostante non ne abbia ottenuto lo stesso successo, il suo lavoro si è sempre distinto per una notevole dose di impegno e di sensibilità. Ora che ha un’etichetta e un sito suoi, porta avanti la sua musica, la sua poesia e anche i suoi disegni con la stessa grazia che si percepisce ascoltando la sua musica. Proprio attraverso www.andywhite.com lo abbiamo raggiunto e abbiamo avuto l’ennesima prova che la razza dei cantautori è ancora lontana dall’estinzione.

  
    Interviste:

                        Andy White

Andy White è un cantautore nato a Belfast (1962), e ora di casa in Australia.
Considerato uno dei più validi artisti irlandesi, è stato in tour con artisti del calibro di Van Morrison e ha lavorato con tanti altri tra cui Peter Gabriel e Neil Finn dei Crowded House. Nonostante non ne abbia ottenuto lo stesso successo, il suo lavoro si è sempre distinto per una notevole dose di impegno e di sensibilità. Ora che ha un’etichetta e un sito suoi, porta avanti la sua musica, la sua poesia e anche i suoi disegni con la stessa grazia che si percepisce ascoltando la sua musica. Proprio attraverso
www.andywhite.com lo abbiamo raggiunto e abbiamo avuto l’ennesima prova che la razza dei cantautori è ancora lontana dall’estinzione.


Mescalina: Hai vissuto in Svizzera per tre anni. Come ti sei trovato e perché hai lasciato l’Irlanda per “la terra dell’esilio”, come la chiami in una delle tue canzoni?
Andy White: Mi sono trasferito dalla “terra dell’esilio” (“James Joyce’s grave”) all’inizio di quest’anno. E dal momento che seguo sempre i testi delle mie canzoni, ho deciso di andarmene a spasso per il mondo (“Halfway around the world”) fino in Australia. Per essere precisi, a Melbourne. Dove l’album ALT era stato registrato. Dove sono di casa il buon caffè, uno stile di vita bohemien, tanto sole e tanti … italiani! Comunque mi è piaciuto vivere nel mezzo dell’Europa, soprattutto per i miei spostamenti in tour. La Svizzera è stato un luogo molto centrale, ma sapevo che non avrei potuto vivere a lungo lontano dal mare.

Mescalina: Eppure è come se quel luogo avesse esercitato qualche influenza sul tuo modo di scrivere musica: ad ascoltare l’ultimo album, il suono appare molto più aperto, con più cori, insomma più libero.
Andy White: È proprio un album che vuol essere molto libero, una sorta di ricerca della libertà che comincia con la prima traccia e poi, passando dall’alba (“Sunrise”) al tramonto (“The very thing”), arriva una risposta finale con “’Coz I’m free”, che parla della campionessa australiana dei 400 metri Kathy Freeman, ma che in realtà rispecchia molto la mia vita.

Mescalina:Anche i testi non sono così profondamente connessi con la realtà e con la tua patria, ora partono da sentimenti e sensazioni personali per farsi man mano più universali.
Andy White: Sì, ho volutamente scelto di essere più universale. Ho sempre scritto della mia terra e della mia isola - della sua gente, dei suoi scrittori, dei suoi problemi. Ma ora l’Irlanda è un posto diverso - moderno, computerizzato, ricco (anche se ovviamente è così solo per una parte della popolazione). I problemi della mia patria sono ormai passati, o forse non lo sono ancora, ma questo è ciò che ormai tutti credono. Volevo che questo album partisse da un luogo diverso, che si trova dentro di me.

Mescalina: “Libero” è un termine centrale nel disco e lo si trova sia in apertura che in chiusura del cd.
Andy White: Trovare la libertà è il tema del disco, è la forza che lo muove e il viaggio stesso che viene percorso, in un mondo dove ci sono così tanti modi per comunicare e mai abbastanza tempo per farlo, dove siamo ingabbiati dal nostro bagaglio di società moderna ed elettronica.

Mescalina:Quanta poesia c’è nelle tue canzoni? So che hai pubblicato anche un libro che raccoglie i tuoi scritti, testi di canzoni e poesie.
Andy White: È tutta poesia, sul serio. Qualunque cosa che trovi scritta con rispetto e amore per la lingua, è poesia. La puoi trovare, come diceva Williams Carlos Williams, anche scritta su un pezzo di carta attaccato al frigorifero.

Mescalina:Ascoltando la tua musica, si percepisce l’amore che provi per il tuo paese. Apparentemente gli Irlandesi hanno più coscienza e sono più fieri delle loro radici di quanto lo siano gli Italiani, è così?
Andy White:Io sento molta fierezza anche in Italia, quando vengo a suonarci o quando ci vengo in vacanza con la mia famiglia nel nostro posto preferito vicino a Lerici … la sento dalla vostra bellissima musica come dalla vostra passione per il calcio, dal cibo, dalle canzoni, dai testi, avete dei buoni cantautori … e la sento anche dai vostri cantanti. Comunque provo una sorta di strano amore per l’Irlanda, un affetto piuttosto complesso, perché mi trovo a vedere il tutto dall’esterno. Ma è amore, e credo di provare lo stesso per l’Italia.






Mescalina:In passato ogni tuo album aveva qualche riferimento o qualche canzone che riguardava la situazione politica dell’Irlanda. Che ne pensi di questo infinito conflitto?
Andy White: Che è davvero infinito! Ho scritto una canzone, “Dont’ be afraid” che parla del futuro dell’Irlanda.

Mescalina: La violenza si sta diffondendo sempre più come se fosse l’unico modo per far coesistere culture diverse. Penso all’attuale situazione tra oriente ed occidente, soprattutto dopo la tragedia americana. Tempo fa il nostro Primo Ministro ha addirittura dichiarato che il mondo occidentale deve dar prova della sua superiorità.
Andy White: Il vostro Primo Ministro è un personaggio molto imbarazzante, proprio come il Primo Ministro australiano. Piccoli uomini dotati di piccole idee.

Mescalina: Invece la tua musica e la tua vita sono un ponte che collega l’Irlanda, la Svizzera, gli Stati Uniti, l’Italia e l’Australia. Non solo posti diversi, ma soprattutto culture e tradizioni diverse.

Andy White: Vorrebbe essere un’unica tradizione di arte e di vita, di amore e di musica. Aggiungi anche il Canada alla tua lista, un altro meraviglioso paese.

Mescalina: Anche in questo disco hai suonato con Liam O'Maonlai (Hothouse flowers) e con Tim Finn (Crowded house) che facevano parte degli ALT. Che ne è di quel gruppo?
Andy White: È stata un’incredibile combinazione di talento, di amicizia e di ispirazione. Abbiamo fatto un disco in un mese e una tournèe di un anno. Meraviglioso. Sfortunatamente non siamo mai riusciti a venire in Italia.

Mescalina: Farete mai un nuovo disco insieme come ALT?
Andy White: Non credo, anche se da qualche parte c’è una speranza ancora in vita.

Mescalina: In questo disco ci sono ospiti che provengono dal Canada, dalla Croazia, dall’Australia.
Andy White: Sono tutti amici che ho incontrato nei miei viaggi, musicisti straordinari. Ho conosciuto Rad Lorkovic a Cantù, vicino a Como. Lui suona la fisarmonica e il piano, abbiamo fatto anche un tour insieme in Italia e nel Nord America, l’ultima volta è stato alla fine dell’anno scorso - lui è un grandissimo musicista!

Mescalina: So che hai anche incontrato Edoardo Bennato e che avete fatto qualcosa insieme. Come è andata?
Andy White: Edo voleva che scrivessi dei testi in inglese per il suo disco “Sbandato”, solo che non voleva delle semplici traduzioni. È venuto a Dublino e abbiamo passato del tempo insieme andandocene in giro, scrivendo, ascoltando gruppi. Finora c’è solo una canzone che è stata pubblicata - la mia versione di “I wouldn’t lie for you” sull’album “Rare” della Hypertension (HYP 1207), ma ce ne sono molte di più da dove questa è uscita. L’ultima volta che ho visto Edo è stato al Lago del … Torre (?), credo., dove ha vissuto Puccini. Ha fatto un grande concerto. L’anno scorso gli ho scritto dei testi in inglese per un film in cui recitava Pieraccioni dal titolo “Every morning”. Credo che Edo li abbia poi pubblicati.

Mescalina: “I want it straight” ha un suono bellissimo e commovente, ma soprattutto mi tocca per la semplicità con cui parla di tutto il tempo che sprechiamo a fissare degli schermi invece che a vivere.
Andy White: È proprio così, state attenti al computer o vi troverete a cercare la vita in uno schermo invece che fuori dalla finestra.

Mescalina: Non posso evitare di fare una domanda su “Little boy”, visto che sto per diventare padre per la seconda volta. E poi questa canzone contiene molta ironia (come anche “Bodybuilder” e “Jesus in a Cadillac”), con tutti quei luoghi comuni che di solito i genitori rivolgono ai figli, forse per nascondere le loro debolezze e le loro attese.
Andy White: Esatto. E si vorrebbero nascondere i figli da tutti i problemi e da tutte le preoccupazioni che ci stanno attorno … avere un mondo caldo e sicuro da dare loro. Ma fatemi il piacere!

Mescalina: “’Coz I’m free” è stata cantata alla cerimonia conclusiva delle ultime Olimpiadi. Ma è stata davvero ispirata dal tatuaggio che Kathy Freeman aveva sul braccio?
Andy White: Sì, lei è la migliora amica di Christine Anu, una cantante australiana con cui ho scritto la canzone nel 1999. Lei è un esempio vivente, un’icona della libertà in Australia.

Mescalina: “Andy White” è stato pubblicato nel 2000, ma qui in Italia ha cominciato ad essere distribuito solo quest’anno. Come sta andando?
Andy White: È stato appena acquistato da una società inglese che si chiama Floating World. Occhio alla nuova edizione multimediale che conterrà tre canzoni in più e due video. Il numero di catalogo è FW 012 e sarà distribuita dalla Universal a partire dal 23 settembre.

Mescalina: So che è uscito anche un live tramite il tuo fan club. Che ci dici?
Andy White: C’è un fan club che si chiama “World Wide White”, gestito da Mandy Powell a Londra. Ci si può iscrivere versando la somma annuale di 25 Euro e vi vengono inviate due newsletters (con disegni, storie, un diario e foto) e un cd esclusivo per i membri del fan club. Quello di quest’anno è la registrazione di un concerto che ho tenuto in un club di Londra ed è l’unico album che ho realizzato davvero da solo. Abbiamo chiesto ai fans di compilare la scaletta, fatto un conteggio delle votazioni e poi ho eseguito le canzoni che erano state scelte. Andate a visitare http://www.andywhite.com e troverete le istruzioni per iscrivervi al fan club. Se conoscete la mia musica o se siete mai stati ad un concerto solo voce e chitarra, ne vale la pena.

Mescalina: Ora hai un’etichetta tua, non è così?
Andy White: Sì, tutti gli album sono reperibili su
http://www.alt.net.nz

Mescalina: I tuoi disegni in copertina ai cd fanno emergere un’attitudine infantile, a metà strada tra l’innocenza e la spontaneità.
Andy White: Le mie capacità artistiche si sono fermate all’età di cinque anni! Seriamente, credo che la spontaneità, l’essere naive sia una grande virtù e una qualità troppo spesso perduta, quindi grazie del complimento.

Mescalina: Le tue canzoni dimostrano anche un profondo e ampio impegno sociale e politico, qualcosa di simile a ciò che gente dello stampo di John Lennon faceva, anche se in maniera più diretta.
Andy White: John Lennon è un grande. Uno al di là di qualunque limite. Un vero genio (e non ce ne sono molti così). Ed è stato anche un grande artista.

Mescalina: Innocenza e impegno: mi viene in mente quel senso di speranza che canzoni come “Imagine” trasmettono.
Andy White: Ancora una volta ci colleghiamo con “Don’t be afraid” e con “’Coz I’m free” - quest’ultima dice: “non c’è nessuno che io sia obbligato a seguire”.

Mescalina: Ma anche Joyce, Rembrandt e altri. Leggi molto?
Andy White: Non molto come dovrei o come facevo un tempo. Troppi giornali, bisogna stare attenti anche ai giornali.

Mescalina: Progetti per il futuro?
Andy White: Mi piacerebbe incontrarvi l’anno prossimo in Italia, magari a maggio.