
Considerato uno dei più validi artisti irlandesi, è stato in tour con artisti del calibro di Van Morrison e ha lavorato con tanti altri tra cui Peter Gabriel e Neil Finn dei Crowded House. Nonostante non ne abbia ottenuto lo stesso successo, il suo lavoro si è sempre distinto per una notevole dose di impegno e di sensibilità. Ora che ha un’etichetta e un sito suoi, porta avanti la sua musica, la sua poesia e anche i suoi disegni con la stessa grazia che si percepisce ascoltando la sua musica. Proprio attraverso www.andywhite.com lo abbiamo raggiunto e abbiamo avuto l’ennesima prova che la razza dei cantautori è ancora lontana dall’estinzione.
Andy
White è un cantautore nato a Belfast (1962), e ora di casa in Australia.
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Mescalina: Hai
vissuto in Svizzera per tre anni. Come ti sei trovato e perché hai lasciato
l’Irlanda per “la terra dell’esilio”, come la chiami in una delle tue
canzoni? Mescalina:Anche
i testi non sono così profondamente connessi con la realtà e con la tua
patria, ora partono da sentimenti e sensazioni personali per farsi man
mano più universali. Mescalina:
“Libero”
è un termine centrale nel disco e lo si trova sia in apertura che in chiusura
del cd. Mescalina:Quanta
poesia c’è nelle tue canzoni? So che hai pubblicato anche un libro che
raccoglie i tuoi scritti, testi di canzoni e poesie. Mescalina:Ascoltando
la tua musica, si percepisce l’amore che provi per il tuo paese. Apparentemente
gli Irlandesi hanno più coscienza e sono più fieri delle loro radici di
quanto lo siano gli Italiani, è così? |
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Mescalina:In
passato ogni tuo album aveva qualche riferimento o qualche canzone che
riguardava la situazione politica dell’Irlanda. Che ne pensi di questo
infinito conflitto? Mescalina:
Farete mai un nuovo disco insieme come ALT? Mescalina:
In questo disco ci sono ospiti che provengono dal Canada, dalla Croazia,
dall’Australia. Mescalina:
So che hai anche incontrato Edoardo Bennato e che avete fatto qualcosa
insieme. Come è andata? Mescalina:
“I want it straight” ha un suono bellissimo e commovente, ma soprattutto
mi tocca per la semplicità con cui parla di tutto il tempo che sprechiamo
a fissare degli schermi invece che a vivere. Mescalina:
Non posso evitare di fare una domanda su “Little boy”, visto che sto per
diventare padre per la seconda volta. E poi questa canzone contiene molta
ironia (come anche “Bodybuilder” e “Jesus in a Cadillac”), con tutti quei
luoghi comuni che di solito i genitori rivolgono ai figli, forse per nascondere
le loro debolezze e le loro attese. Mescalina:
“’Coz I’m free” è stata cantata alla cerimonia conclusiva delle ultime
Olimpiadi. Ma è stata davvero ispirata dal tatuaggio che Kathy Freeman
aveva sul braccio? Mescalina:
“Andy White” è stato pubblicato nel 2000, ma qui in Italia ha cominciato
ad essere distribuito solo quest’anno. Come sta andando? Mescalina:
So che è uscito anche un live tramite il tuo fan club. Che ci dici? Mescalina:
Ora hai un’etichetta tua, non è così? Mescalina:
I tuoi disegni in copertina ai cd fanno emergere un’attitudine infantile,
a metà strada tra l’innocenza e la spontaneità. Mescalina:
Le tue canzoni dimostrano anche un profondo e ampio impegno sociale e
politico, qualcosa di simile a ciò che gente dello stampo di John Lennon
faceva, anche se in maniera più diretta. Mescalina:
Innocenza e impegno: mi viene in mente quel senso di speranza che canzoni
come “Imagine” trasmettono. Mescalina:
Ma anche Joyce, Rembrandt e altri. Leggi molto? Mescalina:
Progetti per il futuro? |