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interviste

Mei #Nuovo MEI tra fermento musicale, scouting e giornalismo

07/09/2016 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Mei#Italiana#Alternative

In attesa del #Nuovo MEI una chiacchierata con Giordano Sangiorgi sulle novità della manifestazione, dal Primo festival del giornalismo a Liscio Indipendente, dall’omaggio a Battisti ai premi a Motta e Voina Hen, così come su tanti temi caldi, dalla musica nei club a quella in tv, da YouTube alle radio e alle cover.
Dal 23 al 25 settembre Faenza ospiterà l’edizione zero del #Nuovo MEI: il meeting, che conferma la sua costante attenzione nei confronti della musica emergente italiana, ospiterà il Primo festival del giornalismo musicale, la premiazione di Motta come artista indipendente dell’anno (PIMI Speciale) e dei Voina Hen come band emergente dell’anno, eventi, presentazioni, proiezioni, convegni, mostre fotografiche e molto altro. Abbiamo esaminato le novità di questa edizione, da Liscio Indipendente all’omaggio a Battisti, e abbiamo parlato dello stato di salute della musica in Italia, di giovani cantautori e difficoltà da superare in una chiacchierata con Giordano Sangiorgi, coordinatore del MEI, presidente di AudioCoop e portavoce della Rete dei Festival.

Partiamo dall’inizio: quanto c’è di nuovo nel Nuovo MEI 2016?

Parecchio: il primo festival del giornalismo musicale, una grande novità, che durerà per due giorni il sabato e domenica 24 e 25 settembre; l’apertura il 23 settembre con il Liscio Indipendente di Extraliscio; la chiusura domenica 25 settembre con la proiezione di Rotte Indipendenti, la prima serie sulla musica indipendente italiana realizzata grazie al MEI su Sky Arte al Cinema in Centro domenica 25 settembre; l’omaggio a Lucio Battisti del #Nuovo Mei 2016 con la serata al Teatro Masini il 24 settembre con tanti artisti che si ispirano a lui; Motta, artista indie dell’anno, Voina Hen, band emergente dell’anno e la vetrina di tutta la nuova musica emergente italiana. Poi ci saranno le targhe al mondo della comunicazione e dei social con Exit Well, Social Indiex e Musicletter e tanto altro ancora.

Il Nuovo Mei ospita il primo Festival del giornalismo musicale: quanto oggi i giornalisti musicali e in particolare i critici orientano i gusti del pubblico? Con il moltiplicarsi di siti web e l’improvvisarsi di tanti si può ancora essere opinion maker?

Il MEI che è sempre stata innovazione anche quest’anno con questo festival ribalta il concetto stesso di festival portando al centro i giornalisti. Abbiamo creato questo Forum di due giorni, da sabato 24 a domenica 25 settembre, proprio per rispondere a queste domande, attraverso interventi, lezioni, tavoli di lavoro e conclusioni finali. Vediamo cosa esce fuori, invito tutti ad esserci e a seguire questi lavori interessantissimi.

 Il MEI è stato una vetrina per tanti artisti, facendo scouting negli anni in modo più che lungimirante: di quali “scoperte” sei più orgoglioso?

Devo dire che sono orgoglioso del fatto che da vent’anni riusciamo a cogliere prima ciò che si muove nell’ambito indipendente ed emergente e a metterlo all’attenzione poco prima che esploda. I nomi sono tantissimi e se si vanno a vedere i cartelloni si scopriranno i primi Bluvertigo della prima metà degli Anni Novanta appena agli inizi, fino a Calcutta dello scorso anno al MEI di Roma in apertura ancora sconosciuto. La mia soddisfazione è di avere proseguito, grazie all’aiuto di tutti i nostri collaboratori, produttori e promoter, per vent’anni in questo positivo scouting alternativo alle major e ai talent show.

Eppure talora non manca chi lamenta che determinate manifestazioni e/premi abbiano un’influenza relativa; però leggevo che c’è stato per esempio chi è stato incuriosito dal premio PIMI Speciale a Motta e ha deciso di informarsi su di lui e ascoltarlo. E finché i premi ottengono questo effetto, che sia su 10, 100, 1000 persone o più, ne può valere la pena. Tu che ne pensi?

Oggi con il mercato musicale radicalmente mutato ogni vittoria è solo un nuovo punto di partenza. Prima chi vinceva i premi indipendenti spesso ristampava il cd con la fascetta e vendeva altri dischi e trovava nuove date. Oggi il mercato è totalmente trasformato e i premi come le vittorie sono una base oramai. Ecco hai detto bene tu: siamo certi e l’abbiamo avvertito anche noi che con il Premio PIMI Artista Indipendente dell’Anno abbiamo portato più attenzione sull’artista e sul suo disco e questo per noi è già un successo perché è proprio il senso del premio.

Ci sono stati alcuni articoli di recente sulla mole di uscite discografiche che ormai caratterizza ogni anno: farsi notare nel mare magnum di uscite diventa sempre più complicato. Sul web ci sono info, canzoni, video, ecc. di tanti artisti, ma bisogna conoscerli già per cercarli in rete: come invece oggi la musica può arrivare al pubblico, a fronte dello scarso spazio dato agli artisti indipendenti in radio e di quello pressoché inesistente offerto loro in tv? La tv crea e spinge i suoi fenomeni mediatici con i talent show…

Servirebbe una legge di due righe molto semplice come in Francia: destinare il 40% del palinsesto radio e tv alla nuova musica del paese e di questo il 20% ai giovani esordienti: avremmo più spazio per le nuove uscite. Dall’altro servirebbe una legge antitrust e per la concorrenza capace di dare più risorse economiche ai giovani che mettono le loro canzoni on line e di dare loro più alternative rispetto a quei pochi monopolisti globali della musica che tengono per loro tutti gli introiti. Per il resto, credo che una ricca mole di uscite faccia bene perché vuol dire che c’è un grande fermento comunque.

La tv, come spesso molti locali, punta sulle cover, sul già noto: eppure Videomusic o la stessa MTV negli anni d’oro offrivano molto spazio a musica ancora oggi considerata di valore. Cosa è successo nel frattempo?

È arrivato YouTube che ha spazzato via le tv musicali e ha portato il pubblico delle giovani generazioni on line. La Rai dovrebbe fare uno YouTube della nuova musica italiana interattivo e con un programma giovane e recupereremmo questo pubblico. Infine, alcuni dati di eventi musicali di qualità, come quelli realizzati da Fabio Fazio e da altri, dimostrano che comunque la nuova musica italiana quando è ben realizzata e ben promossa fa anche ascolti di rilievo.  Non sono sufficienti le cover e i modelli che si rifanno alle canzoni di un tempo e al pubblico over di Rai Uno.

All’estero nei locali sembra esserci più curiosità nei confronti dei nuovi progetti: perché in Italia si fa fatica spesso a trovare date, a portare pubblico, ecc.?

Perché oggi viviamo in una fase culturale di scarsa attenzione verso l’inedito e anche di forte crisi economica che impatta sui club e sui locali. Se si vuole dare un futuro infatti alla nuova musica del nostro Paese, bisogna fare con urgenza un intervento a favore dei club e dei circoli che fanno musica dal vivo per sgravi burocratici, fiscali e scoutistici sui diritti d’autore, facilitando così la programma zione di nuovi artisti live che fanno nuova musica inedita originale e creativa

A proposito di concerti, una sezione live del MEI sarà dedicata a Lucio Battisti: cosa hanno imparato da lui gli artisti della nuova scena cantautorale italiana e cosa hanno invece da imparare?

Questo bisogna chiederlo a loro naturalmente. Quello che so è che trovo nei nuovi indipendenti emergenti della nuova generazione Lucio Battisti sempre più citato come una delle maggiori fonti di ispirazione nonostante, per volontà della vedova, non venga promosso in alcun modo: significa che la sua musica attraverso il passaparola è rimasta e ha attraversato tre diverse generazioni. Una cosa importantissima: per questo abbiamo voluto dedicare a Lucio Battisti il Nuovo Mei 2016 e una serata sabato 24 settembre al Teatro Masini con Motta, Leo Pari, Chiara Dello Iacovo, Iacampo, Daniele Celona e tanti altri nuovi cantautori e cantautrici.

A volte nelle recensioni il nome di Battisti non è pronunciato anche troppo facilmente a proposito di possibili epigoni? Non è impresa facile essere “degni” di essere riconosciuti effettivamente come suoi eredi musicali.

Sì, credo proprio di sì; infatti nella nostra serata non faremo cover di Lucio Battisti, né, reinterpretazioni, ma solo quegli artisti che dicono di ispirarsi a lui senza volerlo imitare in alcun modo.

È un’altra domanda non da poco, ma come ti sembra lo stato di salute della musica italiana?

Ottimo. Si sta rinnovando l’indie, si sta rinnovando il pop, c’è una grande vitalità del rap. Ma servono risorse e spazi, urge passi entro la fine dell’anno con l’attuale Governo la Legge per la Musica e lo Spettacolo dal Vivo proposta dall’On.le Rampi che supporterebbe alla grande la nuova musica italiana.

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Si ringrazia Nora Bentivoglio per Fleisch Agency.

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