Vincenzo Di Cecca

Vincenzo Di Cecca Giardino con inganno


Lamberti edizioni, 2016 Narrativa Italiana | Narrativa | arte

10/12/2016 di Corrado Ori Tanzi
Giovanni si porta addosso una compagnia la cui oscurità nel secolo XXI si è stemperata nelle informazioni che essa è in grado di produrre a chi la studia, non certo negli effetti di chi la subisce. Come unica via di salvezza, Giovanni ha davanti a sé l’arte. Pittorica, letteraria, musicale o cinematografica non importa. O si getta senza paracadute in una catarsi quotidiana dentro un’opera d’arte o il suo cammino non procederà di un centimetro.

Milano, Salerno, Reggio Calabria, Londra la geografia del suo vagare randagio. Pinacoteche, librerie, video che tempestano il video televisivo, si afferra tutto. Giuseppe Benassai come Courtney Love, Dante Gabriel Rossetti come David Bowie, gli Smashing Pumpkins che dialogano nella sua testa con Thomas Mann e Michelangelo Antonioni. Sono tutti portatori d’ossigeno, non c’è spazio per definire alta o bassa un’espressione artistica. Solo con la bellezza della creazione umana Giovanni può combattere i demoni che l’umanità crea e ancora non sa come sconfiggere.

Nato a Salerno poco più di quarant’anni fa, ma con esperienze di vita in numerose strade d’Europa, Vincenzo Di Cecca con Giardino con inganno chiude la sua personale trilogia del malessere con un testo che, per quanto narrativo entra con difficoltà nella famiglia del romanzo. È piuttosto un calembour di immagini e ricorsi artistici con un linguaggio che ricorda atmosfere vagamente moraviane o pasoliniane. Un testo che, per la sua architettura, negli anni Sessanta sarebbe entrato in qualche avanguardia.

L’opera d’arte come illusione (l’inganno del titolo?) medicamentosa, riflesso di vita e bellezza che, in pieno abbraccio preraffaellita, non smette di far risuonare il battito di un passato nostalgico e magari anche solo immaginato nel proprio Io per capirci qualcosa di un presente che si teme. E la scrittura come compito di esprimere il numero più alto possibile di titoli e citazioni perché la presenza di chi ha scritto, disegnato, composto, filmato sia così massiva da nascondere la fragilità del protagonista. Anche al punto di violare le tradizionali norme che governano la scrittura stessa. Chiude il volume una carrellata di opere di Dante Gabriel Rossetti, uno dei fondatori del movimento preraffaellita, così caro a Di Cecca.

 

Vincenzo Di Cecca, Giardino con inganno, Lamberti edizioni, pagg. 92, euro 10

 

Corrado Ori Tanzi - https://8thofmay.wordpress.com