Valentina Fortichiari, Sergio Seghetti

Valentina Fortichiari, Sergio Seghetti Miracolo a Milano - Parole, immagini e immaginari


Oligo Editore, 2024, 210 pagine, 22 euro Saggi | Societ� | Cinema

15/11/2024 di Claudio Mariani
Diciamolo subito: per chi è nato in questa città, di parlare -o sentir parlare- di Miracolo a Milano…non ne avrà mai abbastanza! Non si tratta di campanilismo, anche se l’associazione è comprensibile, ma di vero e proprio affetto. E per che cosa? Direbbe il più ingenuo, sprovveduto, ma non solo, anche il più pragmatico e calcolatore. Affetto per un modo di raccontare questa città come pochissimi hanno fatto nella storia dell’arte, in particolare quella cinematografica. Miracolo a Milano di De Sica è  stato un evento eccezionale, con risultati globali forse inattesi, avendo successo di critica (vinse a Cannes), di pubblico, e divenendo fonte inesauribile per intellettuali e cineasti (Spielberg, per esempio). In Italia, e forse nella stessa città meneghina, molto meno successo, come spesso accade, polemiche e interferenze politiche ne hanno rovinato la magia.

Già, la magia; chi l’ha visto e ce l’ha nel cuore sa che questa è la chiave che rende il film unico, una sorta di favola per adulti e non solo, con protagonisti i senzatetto. L’importanza di questo lungometraggio sta proprio in questo: De Sica, eroe indiscusso del Neorealismo, rompe tutti gli schemi (salvo poi riprenderli subito dopo), affrontando un’opera che mischia il reale con la fantasia, e questo lo fa proprio “in trasferta” al Nord: se per il Neorealismo si era concentrato su Roma (Sciuscià, Ladri di Biciclette), per usare la fantasia si sposta nella capitale lombarda.

 Un’opera ora riscoperta anche in patria in occasione di due ricorrenze: i 70 anni dalla prima proiezione (1951), celebrazioni in parte protrattesi a causa del rallentamento dovuto alla pandemia, e, quello odierno dell’anno corrente 2024, dei 50 anni dalla scomparsa di uno dei registi italiani del ‘900 entrati nel pantheon degli immortali: Vittorio De Sica, scomparso il 13 novembre 1974.

Il volume Miracolo a Milano Parole immagini e immaginari, appena uscito per Oligo Editore, ha un grande pregio: riesce a dare una visione d’insieme completa e aggiornata. Se nella prima parte si limita a prendere la forma di antologia, citando tante opere precedenti, come per esempio il volume curato da Gianni Biondillo nel 2021, è nella seconda e soprattutto nella terza parte che invece dà il meglio di sé, raccontando cosa è successo dalle celebrazioni del 2021 fino a oggi. E di cose ne sono successe davvero molte, come la proiezione sui luoghi del film, come la mostra diffusa nel quartiere e presso la biblioteca di via Vavassori Peroni, fino all’indimenticabile e recente proiezione a Palazzo Reale. Tanti gli autori coinvolti, e particolare la dedizione dei due curatori, di Sergio Seghetti che, insieme a Valentina Fortichiari, riescono a farci capire che nulla si è fermato, che, se anche dovessero finire le celebrazioni, lo stimolo dell’esercizio della memoria andrà sempre avanti.

Molto interessante è l’apparato iconografico, con tante formidabili fotografie provenienti da varie fonti, come quelle di Mario De Biasi, frammenti del dietro le quinte di quei giorni, pare, indimenticabili. Ma anche testimonianze odierne, indicazioni, interventi. Insomma, mai titolo fu più azzeccato: Parole, immagini e immaginari. Un libro che, anche se come prima impressione è disordinato -come d’altronde  è gran parte delle raccolte- poi si rivela essere uno scrigno pieno di tantissime cose interessanti, da sottolineare, da appuntare e da indagare con curiosità.

E non ultimo, il vero e proprio omaggio del volume al co-protagonista di questo capolavoro: Cesare Zavattini, giustamente messo in copertina in una bellissima foto che dà il giusto spazio (paritario) a questa coppia unica della storia del cinema italiano.

Il film fu proiettato per la prima volta proprio a Milano, a 50 metri dal Duomo, nel cinema milanese per antonomasia: l’Odeon, inaugurato in splendido stile Déco nel 1929. La proiezione si tenne l’8 febbraio 1951. Oggi, nel novembre 2024, se si fanno due passi in via Santa Redegonda, si vedono delle impalcature (il cinema ha chiuso definitivamente nel 2023 per far posto, pare, a uno store), e alla base di queste, due sacchi a pelo dei senzatetto…