Stuart Turton Le sette morti di Evelyn Hardcastle
Narrativa Straniera | Romanzo | noir
14/04/2019 di Corrado Ori Tanzi
O meglio, il resto lo fa una nuova morte, quella della figlia Evelyn. Un colpo al ventre che la fa cadere nel laghetto della residenza. Le sorprese sono soltanto all’inizio. Soprattutto per uno degli ospiti, Aiden Bishop, che per otto giorni si risveglia ogni mattina dentro un corpo sempre differente, appartenente a qualcuno degli ospiti o ai domestici, e per tutto quel tempo rivede in loop la morte di Evelyn Hardcastle ripetersi giorno dopo giorno per sette volte.
Ha una sola via d’uscita Bishop: scoprire chi uccide la ragazza e raccontarlo al Medico della peste, vero burattinaio della storia, un uomo misterioso e senza volto. Solo così potrà ritornare nel suo corpo e fuggire dalla trappola che gli si è stata cucita addosso (Blackheath). Impresa semplice? Con le forze contrarie che si coalizzano per impedirgli di riacquistare libertà e identità e con un corpo ogni volta diverso dentro cui si sveglia, la cosa non è proprio come bere un bicchier d’acqua. Non basta seguire la giovane figlia e controllare chi spara il letale colpo di pistola.
Al suo romanzo d’esordio, Stuart Turton, classe 1980, inglese di Widnes, oggi giornalista free lance dopo una poliedrica serie di lavori e mestieri, ha fatto colpo. Le sette morti di Evelyn Hardcastle è uno dei titoli più acclamati dell’intero UK e per una volta vale senza esagerazioni il tam tam massmediatico, come quello del Financial Times, che lo ha definito «qualcosa in cui il lettore non si è mai imbattuto fino ad ora».
Figlio in qualche modo di Sette piccoli indiani e Assassinio sull’Oriente Express, gemello sensibile di Inception e Black Mirror il romanzo è costruito con un’architettura che è quanto di più originale e unica si possa trovare oggi in letteratura. Un rompicapo le cui vie di soluzione si trasformano man mano in trappole, un fuoco d’artificio che abbaglia e mostra l’intera brevità illusoria di cui si compone. Trama sempre tenuta al guinzaglio, la storia procede complessa senza mai assumere un profilo cerebrale.
L’avatar di Aiden Bishop procede stanza dopo stanza mettendo in fila le sue briciole di pane come in Pollicino o Hänsel e Gretel per vedere di riannodare i fili del ragionamento e delle intuizioni che di volta in volta dovrebbero portarlo a far scolorire il grande interrogativo e far luce sugli enigmi che il giorno gli pone davanti prima di cadere nel sonno e svegliarsi al mattino in un corpo del tutto diverso che gli impone di ricominciare da capo. Il tutto, cercando anche di sopravvivere all’interno di un incubo che dispone di ogni mezzo per fare della sua vita (fisica e psichica) un capitolo da leggere al passato.
Scrittura maestra dall’inizio alla fine, squadra di personaggi di assoluto profilo, brillante e raffinato in ogni snodo, strabiliante nel modo in cui fa scivolare il lettore dentro la mente del povero protagonista, Le sette morti di Evelyn Hardcastle è un magnifico unicum che regala un’esperienza che va ben oltre la lettura.
E dulcis in fundo del romanzo si sta occupando anche la società considerato quanto accade a Milano con l’intera storia al centro di un gioco (Escape Room) organizzato dall’agenzia The Impossible Society che ha ricreato (fino al 31 luglio) l’ambiente e l’intreccio disegnato nel romanzo e, attraverso test logici, prove strategiche e intuitive, risoluzioni di enigmi, sfida i partecipanti paganti a diventare degli Aiden Bishop in carne e ossa per un’ora. Un gioco di ruolo che in Europa conta ormai i suoi tanti proseliti. Al di là del giudizio sulla qualità letteraria dello scritto, un segno inequivocabile di quanto Stuart Turton abbia toccato alla perfezione le vene della contemporaneità.
Stuart Turton, Le sette morti di Evelyn Hardcastle, Neri Pozza, 526 pagg., 18 euro
Corrado Ori Tanzi – https://8thofmay.wordpress.com