Stephen King

Stephen King Il Bazar dei brutti sogni


Sperling & Kupfer Narrativa Straniera | Noir

04/04/2016 di Corrado Ori Tanzi
Come in un mercato ove si può trovare di tutto. Oggetti di valore e anticaglia, collezionisti e abili truffatori del commercio. Un Bazar, appunto. Dove si vendono sogni. Attenti, non proiezioni dei nostri desideri più intimi. Ma compagni di sonni agitati. Brutti sogni sono in vendita. Venti, alcuni dei quali inediti e altri che ritornano. Ma tutti questa volta da incontrare in un solo luogo. Il Bazar dei brutti sogni. Organizzato dalla mano sapiente del più grande Mangiafuoco della nostra contemporaneità. Stephen King.

Una raccolta di racconti (The Baazar of Bad Dreams, nell’originale) che ripercorre la metamorfosi dell’animus dell’autore lungo tutta la sua carriera, come si evince nelle deliziose pagine di presentazione che King antepone alla lettura di ogni singola storia. Progetti magari sviluppati nei romanzi che hanno fatto la storia di questo insuperabile narratore. Dalla macchina assassina che si ribella all’uomo che l’ha costruita, metafora sulla paranoia dell’Uomo che regala agli oggetti più attenzione che ai suoi stessi cari (Miglio 81) all’Apocalisse appendice al romanzo americano per eccellenza che fu L’ombra dello Scorpione (Tuono estivo), dalla giustizia trovata per caso (Una morte, già edito sul New Yorker e Internazionale nel 2015) all’improvviso duello tra Alzheimer e rabbia davanti a un semaforo in attesa che arrivi il verde. E poi il sapore (volutamente) carveriano sulle sorprese insensate e sgradite della vita (Premium Harmony), la morale come variabile che non può essere slegata dalle condizioni di vita (Morale), l’incapacità della morte, per quanto tragica e fresca, di togliere il piacere della vita ai due anziani poeti al centro della storia (Herman Wouk è ancora vivo).

Su tutti, per chi scrive, il tocco d’artista che si ritrova a possedere (a sua insaputa) Mike, il protagonista di Io seppellisco i vivi , la cui capacità di scrivere necrologi anfetaminici in anticipo sulla morte rivela la sua forza ben oltre la capacità letteraria con cui sono redatti. Come se fosse chiamata da urgente appello, la Signora puntualmente arriva a togliere il respiro al malcapitato di turno, giostrando poi con una fantasia tutta sua dando dell’ulteriore nero al nero con cui il racconto è stato concepito.

Particolare la struttura di questa raccolta. A King interessa la storia e il segno che essa può lasciare. Una volta raggiunto lo spettatore, il racconto può essere lasciato cadere in uno stato di abbandono improvviso. Il vero fil rouge narrativo che lega i venti racconti è il disinteresse per l’epilogo. Arrivato dove l’autore ha voluto giungere ecco l’improvviso decadimento del tono, l’annullamento del climax emotivo con la storia che si consegna a un quadretto di vita ordinaria. I venti episodi giungono al termine come scesi dalla penna di Carver. Come a dire: poi ci sarebbe stata (di nuovo) la vita. E la vita, nel migliore dei casi, vale poco fuori dalla proiezione che noi facciamo di essa. Solo lì riposa la nostra meraviglia. Rosa, verde o nera che sia, non importa.

 

Stephen King, Il Bazar dei brutti sogni, Sperling & Kupfer, 504 pagg., 19,90 euro

 

Corrado Ori Tanzi - https://8thofmay.wordpress.com


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