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Sebastiano Vassalli Il Confine - I cento anni del Sudtirolo in Italia
Rizzoli Saggi
18/01/2016 di Elena Bertoni
In anticipo di qualche anno rispetto all’anniversario dei cento anni del trattato di St. Germain en-Laye, firmato il 10 settembre 1919, che alla fine della Grande Guerra sancì le ripartizioni territoriali dell’ormai disciolto impero austro-ungarico avanzando il confine italiano sul crinale alpino, dividendo in due il Tirolo, e che quindi stabiliva che gli altoatesini non erano più austriaci ma di fatto italiani, Vassalli cerca di far luce su un secolo di travagli di una terra bellissima, dove tra paesaggi da sogno, ancora oggi convivono lingue, culture e popolazioni diverse.
Capitato per lavoro, e per fortuna nostra, in Alto Adige nel lontano 1983 per scrivere di montagne, valli, fiumi, dialetti e aria pulita, Vassalli scopre ben presto che tra questi boschi e valli d’or.. si aggira un personaggio invisibile: si chiama odio e da quasi un secolo la fa da padrone tra gli abitanti di questa bellissima regione.
L’odio che vive il suo periodo di massimo splendore nel ventennio fascista quando le camicie nere arrivano qui imponendo l’italianizzazione delle istituzioni, mettendo cittadini italiani nel pubblico impiego, impedendo l’insegnamento della lingua tedesca nelle scuole, cercando insomma di cancellare ogni traccia della lingua e della cultura tedesche. Illuminante a questo proposito, il capitolo che racconta del Monumento alla Vittoria di Bolzano. L’odio trova nuova linfa grazie alla brillante idea delle“opzioni” partorita dall’alleanza Hitler – Mussolini, cioè la possibilità per gli altoatesini di lasciare il Sudtirolo e trasferirsi in Germania, con la illusione di trovare un nuovo benessere e finendo invece ad ingrossare le armate di Hitler bisognoso di altra carne da macello.
Anche dopo la fine della Seconda guerra gli italiani rimangono gli “usurpatori”, i matrimoni “misti” sono fortemente osteggiati, la “proporzionale etnica” introdotta per tutelarle minoranze linguistiche non italiane e che regola ancora oggi l’ammissione ai pubblici impieghi e, tra altri diritti, l’assegnazione delle case popolari suscita tutt’oggi notevoli critiche. E come dimenticare la stagione della bombe in cui il Signor Odio vive un altro periodo d’oro, i vari Magnago, Klotz?
Forse le cose negli ultimi tempi sono un po’ cambiate, il Signor Odio sta invecchiando, si è creato un ponte, “Die Brucke/Il Ponte“ come il nome del periodico di Alexander Langer, che è stato il suo manifesto, che risulta utile per trovare un nuovo equilibrio, per unire nord e sud, cultura tedesca e cultura latina, e perché non fare, come suggerisce Vassalli, un Museo delle Dittature del Novecento in questa parte d’Europa, che le ha vissute in prima persona, per ricordarne l’orrore e unire ulteriormente le anime?
Si leggono tutte d’un fiato le 145 pagine di questo libro che è l’ultimo scritto da Vassalli prima di andarsene nel luglio del 2015. Si discosta dai suoi romanzi, non può neanche essere definito un vero e proprio saggio ma è scritto con semplicità e passione, ci aiuta a capire meglio il passato ed il presente della provincia di Bolzano, e come sempre accade quando si leggono libri interessanti, ci invoglia ad approfondire questo argomento e a leggere così altre storie e altri libri nutrendo così la nostra mente.
Da leggere
Sebastiano Vassalli
Il confine – I cento anni del Sudtirolo in Italia
Ed. Rizzoli – pag. 145 Euro 16,50