Sarah Blau

Sarah Blau Intervista a Sarah Blau


Letteratura Straniera | Romanzo | Autrice di un esordio originale e potente, Il libro della creazione, Sarah Blau ci ha rivelato trame, arcani, gioie e misteri della sua scrittura.

08/01/2021 di Marco Denti
 

Autrice di un esordio originale e potente, Il libro della creazione (come ha spiegato benissimo nel dettaglio Laura Bianchi: https://www.mescalina.it/libri/recensioni/sarah-blau/il-libro-della-creazione), Sarah Blau ci ha rivelato trame, arcani, gioie e misteri della sua scrittura.

Quanto tempo ci hai messo a scrivere Il libro della creazione?

Il libro della creazione è stato il mio primo romanzo e di solito si dice che ci vogliono trent’anni per scrivere il primo libro. Sono d’accordo. In effetti, ho speso tre anni per scriverlo, ma nel mio cuore l’ho scritto nei trent’anni passati dal giorno in cui sono nata fino a quando non l’ho finito, e ormai avevo quasi 33 anni.

In tutto questo tempo, quando hai deciso di scriverlo davvero, e quando ti sei accorta di essere giunta alla fine?

Ho scritto il libro perché dove farlo. Ero sola, infelice e sentivo che non mi bastavano più né la quotidianità né gli esseri umani, per cui mi sono rivolta a quello che mi ha sempre aiutato: il passato, le leggende, la tradizione. E mi sono rivolta a quell’oscura leggenda ebraica che è stata sempre presente: il golem. Per quanto riguarda il finale, ho incontrato molte difficoltà, scrivendolo. È stata una vera lotta, poi mi sono detta: Sarah, lascia perdere, lascia che la storia si concluda da sola.

Quale è stata la scena più difficile da scrivere?

Non è una scena collegata al golem. È quella in cui Thelma vede l’uomo che ama baciare sua cugina, e succede dopo la cena con tutta la famiglia, e lei sta lì, li vede baciarsi e poi vomita tutto quello che ha mangiato. Mi ha ricordato qualcosa che ho sperimentato anch’io e mentre scrivevo sentivo tutti i miei antichi demoni riprendere vita.

Come ti sei dedicata ai dialoghi? Scrivere un dialogo con personaggio che non parla inglese ti ha creato problemi? Come ti sei organizzata nel corso della scrittura del romanzo?

 Ho scritto il libro in ebraico e non in inglese, di conseguenza è stato molto naturale. D’altra parte devo dire che le parti più interessanti da scrivere sono state le riflessioni della protagonista. Ha pensieri oscuri, viziosi e critici. E c’è sempre un divario tra quello che pensa e quello che osa dire. Lascia la maggior parte delle cose nella sua testa.

Quale è stata la cosa più sorprendente che hai imparato lavorando al tuo romanzo?

Ho sempre desiderato un golem, ma soprattutto avere la capacità di creare e controllare la vita. Volevo dei poteri soprannaturali, per poter disporre del destino. Mentre scrivevo il libro ho capito che non serve proprio, e che non ero più interessata perché credo che una capacità di controllare la vita in modo soprannaturale non porti in un buon posto. Ho imparato che a volte ci si dovrebbe rilassare, riposare e lasciare che la vita ti conduca dove vuole.

Il libro della creazione mostra un forte contrasto tra fede e religione. Thelma sembra seguire le tradizioni, ma nello stesso tempo le vive con impazienza. Da cosa dipende?

Thelma vive in un mondo religioso, ma lei stessa non si sente così religiosa. D’altra parte, non vuole lasciare la comunità protettiva in cui è cresciuta per tutta la vita e che conosce a fondo. Vorrebbe che la comunità cambiasse, ma finché non succede, vive una doppia vita. La capisco. È sempre spaventoso lasciare tutto quello che conosci, e ammettere che non c’è nessun Dio. Lei è ambiziosa, vuole entrambe le cose. Credo che se ogni persona cambia se stesso, anche un po', un po' alla volta la comunità intorno a lui cambierà. Questo sta accadendo in Israele, molto lentamente, forse troppo lentamente, ma ci sono processi che avvengono sotto la superficie.

Il libro della creazione sembra diviso in due parti: la prima, dove la famiglia è tutto, e la seconda, con l’arrivo del golem. Pensando anche all’epigrafe di Mary Shelley, che rapporto hai con la letteratura fantastica? Frankenstein ti è stato d’ispirazione?

Amo la letteratura fantastica. Mi piacciono le cose oltre la realtà, ti aiutano a vivere giorno per giorno una vita banale e noiosa. Certo, Mary Shelley è stata d’ispirazione, perché Frankenstein e il golem sono molto simili. La differenza tra loro è semplice: Frankenstein usa la scienza per dare vita al mostro e Thelma usa la fede per creare il golem.

C’è sempre un passato che emerge nella storia. Forse anche il golem viene dal passato. Come può la memoria formare le idee nel presente e nel futuro? 

Secondo me il passato crea il presente. Sempre. I ricordi non appartengono solo al passato, sono parte del presente. Thelma è una donna che ha vissuto nel passato, e vuole cambiare le cose. Pensa che il golem cambierà le cose, ma lui la trascina sempre di più nel passato.

Come hai scelto i nomi dei tuoi personaggi?

Uso i significati letterali: Thelma in ebraico è qualcuno che fa tutto bene (ecco perché si sente intrappolata). Saul prende il nome da re Saul, dalla Bibbia, che era alto e robusto (ma in ebraico ha un doppio significato: inferno).

 

Il libro della creazione mostra un rapporto ambiguo con le parole. Sono una costante nelle letture, ma vengono rimosse nei rapporti tra le persone, come se fossero un ostacolo. Il golem, che non parla, sembra essere la compagnia ideale. Quale è il rapporto ideale con le parole?

Penso che molte volte le parole coprano i nostri veri sentimenti. Sono una bugiarda, sto mentendo molto. Quando non mento? Quando scrivo. Secondo la Cabala, le parole sono espressione di un’anima e il golem non parla perché non c'è anima. Ecco perché ho voluto scrivere un eroe senza voce. Perché in questo modo non può mentire.

Come ha reagito la tua famiglia?

Devo dirti la verità? I miei genitori hanno vissuto momenti difficili con questo libro. Avevano la sensazione che stessi esponendo un po’ troppo la mia famiglia e me stessa. Ma oggi hanno accettato quello che ho scritto. L’hanno accettato, e mi hanno soltanto chiesto: Sarah, non scrivere più della famiglia, vai avanti e inventa altre storie.

Alla fine, cosa pensi serva per scrivere una  grande storia?

La passione, la verità e il desiderio di comprendere qualcosa di nuovo su te stesso.


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