Roberto Perrone

Roberto Perrone Zamora


Harper and Collins, 2024, 176 pagine, 15 euro Narrativa Italiana | Romanzo | Sport

03/07/2024 di Roberto Codini

La rivincita del portiere

 

“Tel chi el Zamora”.

Il ragionier Walter Vismara il suo momento di gloria l’aveva avuto eccome, superiore e vendicativo nei confronti delle ingiurie, ma di quella storia gli restava un fondo d’amaro. Come una iena lieve, eppure presente.

Zamora, il bel romanzo di Roberto Perrone, giornalista sportivo scomparso del 2023, ha ispirato il bel film diretto da Neri Marcorè, fedelissimo al libro e dedicato all’amico giornalista prematuramente scomparso (qui la nostra recensione: https://www.mescalina.it/cinema/recensioni/neri-marcor/zamora).


Vismara è un abitudinario, un contabile molto bravo, che viene trasferito dal paese a Milano, all’azienda del Cavalier Tosetto, sfegatato tifoso interista, che organizza periodicamente incontri di calcio con i dipendenti. Già, il calcio. Un oggetto misterioso per il ragionier Vismara, che però deve adeguarsi, e sceglie il ruolo ingrato del portiere, assegnato a quelli che non sanno giocare.

Ormai si è vincolato e deve giocare. Si innamora di Ada, la segretaria, ma scopre che ha una relazione con l’ingegner Gusberti, che lo prende in giro, soprannominandolo Zamora, come il portiere leggendario amato dai tifosi. Vismara ha bisogno di un tutor, che gli insegni il mestiere, e decide di arruolare Cavazzoni, ex portiere del Milan, che accetta di dargli dei consigli.

Vismara ha con il calcio lo stesso rapporto che ha con le donne: brevi sortite seguite da clamorose ritirate, ma ora ha una motivazione in più: Ada. Parerà il rigore tirato da Gusberti tra l’entusiasmo dei compagni e dei tifosi, e per un giorno diventerà Zamora e Cavazzoni lo ringrazierà perché ha dato un senso all’essere un campione e ha creato una nuova amicizia: “Ti capisco. Il calcio non era e non è niente per te. In verità non dovevi dimostrare nulla a nessuno, neanche a te stesso".


Cavazzoni, come Cantona nel film “Il mio amico Eric” di Ken Loach, è un ex portiere e un mentore. Vismara, come il protagonista del romanzo di Peter Handke “Prima del calcio di rigore”, parerà il rigore.

È la rivincita del portiere, ruolo ingrato, che trova nel romanzo di Perrone e nel film di Marcorè il suo riscatto, mai così attuale dopo l’eliminazione della Nazionale italiana dagli Europei, in cui l’unico vero protagonista è stato Donnarumma, il portiere. Chi ha giocato tra i pali conosce bene l’umiliazione e la gloria ed è consapevole che quello del portiere è un ruolo decisivo, forse il più bello. Perrone, grande giornalista, scrive un romanzo per tutti, non solo per gli amanti del calcio, dedicato agli sconfitti e agli ultimi che saranno i primi, che si legge tutto di un fiato, che emoziona e che si ritrova fedelmente nel film, dove si capisce che parare è più importante che segnar, perché un goal sbagliato si può rifare, ma una parata salva una partita e un risultato.

Questo romanzo è la rivincita dei timidi, dei giusti e di coloro che si mettono in gioco contro tutto e contro tutti, come il portiere di calcio.

Il tuffo è pensato, studiato, preceduto da gesti e da sguardi. Una parata è il risultato più bello, che resta nella testa e nel cuore.