Robert Ludlum

Robert Ludlum L'inganno di prometeo


Rizzoli, 2002, € 9,60

di Andrea Balestri
La sintesi di quest'opera è un qualcosa di indefinito che si colloca fra Orwell (1984) e The Truman Show (la pellicola cinematografica), ma con eccessi tipici di un film di azione troppo hollywoodiano, tanto per intenderci un film di Schwarzenegger o simili. Quest'ultimo è il maggior difetto di questo voluminoso romanzo, che comunque è percorso da una costante tensione, e si rende interessante anche perché anticipa quel mesto clima avvelenato di terrorismo internazionale che ci avrebbe atteso qualche tempo dopo (il romanzo è infatti dell'anno 2000). E' doveroso precisare che quest'opera non avvicina minimamente la grandiosità del libro di Orwell, questo per essere chiari.

Venendo al contenuto, Prometeo è il nome sotto il quale si celano potentissimi uomini con un occulto disegno: instaurare un regime mondiale in cui la privacy viene praticamente annullata attraverso l'uso di sistemi sofisticatissimi accettati dagli stessi governi. Protagonista della vicenda è l'agente segreto Nicholas Bryson, abile spia di un agenzia segretissima che, però, ad un certo punto si ritira anche perché ritenuto non più idoneo. Da questo momento comincerà un turbinante valzer di doppiogiochi, e quella che fino ad un certo punto era "la realtà" verrà messa in discussione dalle clamorose rivelazioni che si dispiegheranno agli occhi di Bryson e le stesse man mano che scorrono le pagine verranno rimesse in gioco. Insomma la fiducia diventa una chimera e niente sembra essere quel che appare, e sarà Bryson, suo malgrado, a trovarsi investito dalla responsabilità di riportare ordine in questo enorme caos. Anche perché la sua stessa identità sembra svanire, inghiottita dal mare dell'inganno, e solamente la profonda ed inequivocabile verità la potrà riportarla a galla.

Nella sua ricerca della verità il nostro ex agente di nuovo in servizio, seppur con qualche acciacco, dimostrerà di non aver perso l'abilità e l'istinto, doti che evidentemente si sono radicate indelebilmente nel profondo della sua essenza. Bryson nel suo pellegrinare attraverserà paesi di tutto il mondo, parlerà svariate lingue, di cui è esperto, e si calerà abilmente in false identità, e l'autore dimostra in questo caso di saper cimentarsi con ricostruzioni piuttosto puntuali, che denotano una buona ricerca di fondo, ma forse fin troppo manieristica. Da un Thriller di tale fattezze, viste poi le premesse, non ci si può aspettare che un finale pirotecnico quale quello a cui l'autore ci lascia.