Riccardo Zanotti AHIA!
Mondadori, 144 pagine, € 17,00 Narrativa Italiana | Romanzo
04/11/2020 di Laura Bianchi
Invece, Ahia!, l'esordio letterario di Zanotti, classe 1994, da Alzano Lombardo, una laurea Honours Degree in Commercial Music all'Università di Westminster, Londra, nonché un percorso da autore della maggior parte dei brani dei Pinguini, è solido e anomalo; solido, perché è evidente il possesso di una tecnica di scrittura sicura ed efficace; anomalo, perché si avverte un minimo lavoro di editing, fatto rarissimo, in un mondo popolato da troppi musicisti - scrittori improvvisati, mentre emergono spiccati gli stessi tratti espressivi e le stesse tematiche presenti nei testi delle canzoni più riuscite del gruppo.
Il viaggio iniziatico di Giovanni alla ricerca dell'identità di un padre misterioso, rivelato da parte della madre in punto di morte, riassume in sé tutta la costellazione di riferimento dello Zanotti autore di canzoni: il conflitto fra generazioni; il rapporto con la natura morenica di una valle molto simile alla nativa Val Seriana; la passione per la musica, per la storia e per gli animali (indimenticabile l'umanizzazione del gatto - filosofo Teie); la curiosità dell'osservatore dei dettagli, spesso trascurati, ma essenziali, che popolano la realtà; l'amicizia, come viaggio da costruire; l'amore, come ideale da ricercare; la tentazione della fuga e delle evasioni di vario genere; l'interesse per la psiche, umana in generale e femminile in particolare.
E molto altro, che il lettore saprà trovare leggendo e lasciandosi intrigare da una trama, che non manca di alcuni ben assestati colpi di scena, ma che è soprattutto ricca di immagini dense di suoni, colori, profumi, odori, in una vertigine di metafore e sinestesie, che avvincono e convincono, anche perché si fanno portavoci di riflessioni, sulla vita e sul destino, che scuotono e coinvolgono: Quando raggiunsero la porta di casa, lo spettacolo di lampi e tuoni che aveva avuto luogo la sera precedente ricominciò, anche se con meno convinzione. Nella villa, coperte dalla pioggia, tre teste ragionavano dei propri destini, e sei mani pensavano ai modi migliori per plasmarli. Una intendeva accarezzare il proprio destino, l’altra scolpirlo, mentre la terza lo voleva strozzare. Nessuna delle tre aveva capito che il destino, proprio come un Theremin, non va mai toccato. Va solo ascoltato.
Il titolo, efficace e diretto, illustra ottimamente la filosofia e il messaggio di Zanotti: se, secondo il dio cristiano, basta che dica una sola parola perché l'uomo si salvi, quella parola potrebbe essere proprio "Ahia!": inciampare, soffrire, e poi rialzarsi, più forti di prima, perché più consapevoli della vita e delle sue incertezze. Un esempio può trovarsi nel momento in cui il protagonista, Dopo aver percorso due metri, cadde rovinosamente sulla pietra ballerina del ciottolato, quella che lo aveva fatto inciampare il primo giorno: «Ahia!» La parola strozzata, pronunciata in modo rauco e soffocato, assunse contorni più dolci e soavi nell’eco della morena. Navigò nel ruscello, si trascinò sulle rocce, carezzò il pelo delle volpi, zigzagò tra le corna di un cervo zoppicante che pian piano stava tornando in salute e poi si nascose sotto un’altra pietra ballerina, lontano dalla villa. Si mise comoda e ricominciò ad aspettare, paziente, che qualche altro piede sbadato la risvegliasse. Forse ci sarebbe voluta un’eternità, o magari un solo giorno: questo all’Ahia non importava.
Chissà allora quanti, dopo aver letto il libro, esclameranno "questo sì, è un esordio di qualità...". E aspetteranno con curiosità l'EP del gruppo, di prossima uscita, che si intitola nello stesso modo, e che promette altrettante emozioni.