Pierre Boileau - Thomas Narcejac La donna che visse due volte
Adelphi Narrativa Straniera | Romanzo
14/11/2016 di Corrado Ori Tanzi
Le cose andarono proprio così, precise come un orologio svizzero, manco si trattasse di una rapina per il cui successo è necessario l’incastro fondamentale di una serie di volatili tasselli. Il bello è che Pierre Boileau e Thomas Narcejac sapevano bene che il Maestro aveva già tentato di appropriarsi dei loro I diabolici, rimanendone scornato per il “furto” perpretato da Hanri-Georges Clouzot che ne firmò la riduzione cinematografica.
Con La donna che visse due volte nessun furto. Hitchcock lo fece diventare non solo il titolo portante della sua carriera, ma uno dei film centrali del Cinema nel suo primo secolo di vita, tanto che il British Film Institute qualche anno fa lo elesse a miglior film di sempre.
L’enigma impossibile portato avanti dalla misteriosa Madeleine, pur con una qualche differenza tra libro e film, è l’apoteosi del tema del doppio. D’entre les morts lo avevano intitolato i due autori francesi e il romanzo è tutto un correre sul trapezio che divide la vita reale da quella del regno dei morti, di cui la protagonista appare una diabolica rappresentante, se non addirittura malefica cacciatrice/preda che maneggia a suo piacimento la vita del povero avvocato Flavières.
Scrittura perfetta che coglie come centro della narrazione proprio il protagonista maschile che, attraverso i suoi desideri, i suoi gesti sempre più folli e le conseguenti frustrazioni si vede travolgere e schiacciare dalla figura della donna. La sua è una fuga verso un ignoto che dentro di sé sente di conoscere senza il bisogno di prove ulteriori, un’ossessione che, come spiegherà proprio Hitchcock nella celeberrima intervista fattagli da François Truffaut, sa di necrofilia tanto è profonda la volontà dell’uomo di ricreare un’immagine femminile impossibile.
Il libro può e deve essere letto senza avere negli occhi le figure di James Stewart e Kim Novak. Tanto la cosa prima o dopo accade. I due autori afferrano il lettore e stringono la presa portandolo a identificarsi con la progressiva pazzia di Flavières. Che pensa razionalmente di aver individuato la molletta che tiene avvinti in un solo foglio le facciate della vita e della morte. Letteratura pura.
Boileau-Narcejac, La donna che visse due volte, Adelphi, 196 pagg., 18 euro
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