Paolo Talanca

Paolo Talanca Musica e parole - Breve storia della canzone d'autore in Italia


Carocci, Biblioteca di testi e studi, 2024, 204 pagine, 22 euro Musica | Saggi | Storia

16/09/2024 di Laura Bianchi

Due semplici domande. Chi non supera i vent'anni, quanto conosce delle radici della canzone popolare? Sa che il neomelodico napoletano non è nato nel nuovo millennio, ma ha radici antichissime? E quanto pensa che sia stato determinante per la costruzione del profilo della canzone italiana quel Festival di Sanremo, divenuto negli ultimi anni un evento seguito anche dai giovanissimi ?

Chi ha superato i cinquant'anni, invece, quanto conosce dell'indie? Sa che il rap ha una storia di almeno cinquant'anni? E quanto pensa che sia importante la trasformazione della musica da fisica a liquida (ammesso che ne conosca il significato e i mezzi)?

Domande importanti, perché, davvero, non "sono solo canzonette", non si è mai trattato di musica leggera, tutti l'abbiamo dovuta imparare, e cantare, anche oggi, tempo in cui - forse mai come oggi - le diverse generazioni musicali entrano in rotta di collisione e stentano a comunicare, chiuse nelle rispettive bolle, impregnate di pregiudizi fuorvianti.

Per questo è tanto importante l'agile volume di Paolo Talanca, che fin dal titolo esplicita la propria intenzione divulgativa e storica: Musica e parole - Breve storia della canzone d'autore in Italia, più che un titolo, sembra infatti essere una sorta di manifesto, col quale il docente e critico musicale invita i lettori ad avvicinarsi a questo mondo poliedrico con grande apertura mentale, senza preclusioni, attraverso l'unico strumento che serva davvero per superare gli steccati: la conoscenza curiosa della storia.

Ecco dunque un percorso utile per lo studente, per lo studioso, per il musicista, per l'appassionato, ma anche per il semplice lettore e fruitore di musica; Talanca parte dall'Ottocento e dalla canzone napoletana, passa attraverso gli anni Cinquanta e Sessanta, attraversa la nascita della cosiddetta "canzone d'autore", fa tappa negli Ottanta e Novanta, per aprirsi al Terzo Millennio e all'avvento della musica liquida. Un viaggio complesso, che l'autore non semplifica, ma contestualizza in modo preciso, quasi puntiglioso, arricchendo quanto scrive con riferimenti testuali, bibliografici e cronologici, nonché con citazioni di autori noti e meno noti, in modo che il lettore possa essere guidato con mano sicura nel tempo e nello spazio.

Esiste anche una presa di posizione ideologica molto netta, che rende l'opera ancora più apprezzabile; Talanca definisce "Periodo aureo" quello in cui vissero e scrissero autori come Tenco, De André, Guccini, De Gregori, Lolli, Ciampi, sottolineando come siano stati importanti, per lo sviluppo della canzone d'autore, non solo i tempi, ma anche i luoghi, dall'Osteria delle Dame di Bologna al Folk Studio o al Cenacolo di Roma, tanto che è possibile parlare di "scuola genovese, milanese, bolognese, romana" e così via.

In controluce, come in una filigrana nemmeno tanto nascosta, si comprende come il rapporto tra canzone e società sia stato osmotico, al punto che il ritorno all'individualismo e l'eclissi dell'ideologia degli anni Ottanta, ad esempio, sono stati rispecchiati in modo esatto anche dai cantautori e dalle cantautrici dell'epoca, così come i nostri anni esprimono, attraverso trap e rap - da non confondere, ma da considerare attentamente -, "un canto di denuncia anche feroce", che Talanca ritiene un patrimonio prezioso da non criticare aprioristicamente, ma da conoscere. In questo delicato passaggio, assumono un ruolo prezioso le varie rassegne dedicate alla canzone d'autore, prima tra tutte il Club Tenco, ma anche il MEI o Musicultura, oltre a moltissimi altri premi, che dimostrano la vitalità di un settore di cui troppo spesso si piange la morte.

L'elenco degli artisti citati in ordine alfabetico, in conclusione del volume, dimostra quindi che le generazioni si possono parlare; e sarebbe importante che iniziassero proprio da questa lettura.





Paolo Talanca Critico musicale e attivo collaboratore delle principali rassegne d’autore, ha insegnato Storia della popular music al Conservatorio di Musica “Luisa D’Annunzio” di Pescara e tiene corsi di formazione per docenti mirati all’inserimento della letteratura della canzone nell’insegnamento della scuola secondaria. Scrive per le pagine culturali di “Avvenire” e svolge lezioni e masterclass in varie università. Tra le sue pubblicazioni: Il canone dei cantautori italiani (Carabba, 2017) e, su Francesco Guccini, Fra la via Emilia e il West (Hoepli, 2019).