Paolo Sorrentino Gli aspetti irrilevanti
Mondadori, 2016 Narrativa Italiana | Racconti
04/02/2017 di Corrado Ori Tanzi
Sono 23 i quadri di vita quotidiana che compongono Gli aspetti irrilevanti, l’ultima fatica narrativa di Paolo Sorrentino. Un calembour esistenziale che si pone tra le vite brevi di idioti di Ermanno Cavazzoni e i mostri (vecchi e nuovi) regalati al cinema da Dino Risi e Mario Monicelli.
Il regista napoletano, dopo le due ottime prove con la penna incentrate sulla figura di Tony Pagoda, è uno dei pochissimi non scrittori in grado di riempire la pagina bianca con storie in grado di camminare con gambe proprie nella savana della letteratura grazie a una scrittura precisa e ben governata e soprattutto a due occhi (perché si sa, la letteratura la si fa con gli occhi) di autentico narratore.
Questo terzo titolo però conferma solo in parte la capacità del grande regista. Non ne scalfisce l’autenticità, ma mostra alla lunga il fiato corto della prevedibilità. Quell’attesa “aspettata” cioè che nasce dall’aspettarsi riga dopo riga la prossima trovata strana, originale, sghemba, che tocca la giornata ordinaria del singolo protagonista dipinto. Una continuità senza fine del “colpo del pirla” (o l’escamotage sbilenco se volete) che caratterizza la specificità del tipo umano raccontato. L’imprevedibilità che ci libera il ghigno e l’ammirazione dell’autore diventa in oltre venti storie appunto un continuum che si trasforma nel suo esatto opposto.
Il tutto senza togliere il meritato plauso per la scrittura a quadri cinematografici di Sorrentino che, come accade nelle quattro storie accennate sopra, riesce in alcuni episodi davvero a stupirci. E non tanto o solo per la bellezza dell’ideazione, ma per la seduzione letteraria che ne deriva dalla lettura.
Paolo Sorrentino, Gli aspetti irrilevanti, Mondadori, 288 pagg., 22 euro.
Corrado Ori Tanzi
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