Paolo Scardanelli Belletti e il Lupo - Un caso del commissario Belletti
Carbonio Editore, 2024, 201 pagine, 17,50 euro Narrativa Italiana | Romanzo
13/12/2024 di Valerio Corbetta
Due omicidi, due casi paralleli, due situazioni tra loro svincolate, ma legate dall’uomo chiamato a risolverle e assicurare alla Giustizia (con la maiuscola in un caso, minuscola nell’altro) i colpevoli. Il commissario Alvise Belletti (di cui avevamo già raccontato una vicenda qui) si muove in una Milano dai toni oscuri, oppressa da nebbie, non solo frutto del meteo tipicamente meneghino. Almeno quello di una volta: oggi la scighera è quasi del tutto scomparsa dal panorama metropolitano, ma gli avvenimenti raccontati da Paolo Scardanelli in questo “Belletti e il Lupo”, edito da Carbonio, sono fissati nell’inverno del 1982, quando ancora la città non era “da bere”, ma già pullulava di personaggi che vivevano nel culto dell’estetica, esattamente l’opposto dell’etica, professata in maniera indefessa dal tutore dell’ordine, che fa da filo conduttore del romanzo.
Un noir a sviluppo lento, con l’indagine psicologica a farla da padrone: azione ristretta alla scarna cronaca dei due omicidi, indagini ridotte all’osso dell’intuito del commissario, giusto qualche appostamento, interrogatori brevi e indagini di conseguenza limitate all’essenziale; l’approfondimento, più che sui fatti, è incentrato sulla filosofia che muove le azioni di chi sta dalla parte del bene e chi sulla sponda opposta. Belletti di qua, con il suo modo di intendere la missione in cui crede ciecamente, senza mai abbandonare di un centimetro la propria posizione di intransigente servitore dello Stato, ma soprattutto della Verità; di là il Lupo, che al contrario si bea della propria superiorità, legata alla posizione sociale e conseguente protezione di cui gode nelle alte sfere, e si muove incurante di qualsivoglia freno inibitore. Ragione contro istinto, pensiero contro azione, razionalità contro casualità: tutto si riflette e rimbalza da una parte all’altra della barricata, mentre gli omicidi di Andrea Costa e di Loredana Talarico sono il terreno di confronto tra i due opposti modi di interpretare vita, professione, passione.
Talvolta, nell’analisi dei pensieri e degli animi, Scardanelli espande il suo lessico verso il saggio più che in direzione del romanzo, utilizza perifrasi e termini che richiedono attenzione da parte del lettore: non gli basta la parola semplice, ma ne ricerca di effettate, particolari, calandole nel contesto dello studio psicologico. Usa il dialogo solo dove strettamente necessario, preferisce riempire le righe con l’analisi interiore, riflessioni da stream of consciousness, con cui affronta i temi esistenziali prima che ancora che le indagini poliziesche.
Così, conoscendo nel profondo il suo pensiero e la sua condizione spirituale, alla fine siamo sicuri che Belletti, vincente o perdente di fronte all’ineluttabilità della giustizia (minuscola), tornerà. Per difendere il suo modo di intendere la vita, prima ancora che il suo ruolo di commissario. Lo attendiamo già.
Paolo Scardanelli (Lentini, 1962), geologo e scrittore, è autore del romanzo L’accordo, iniziato con Era l’estate del 1979 (Carbonio, 2020) e proseguito con I vivi e i morti (2022), L’ombra (2023) e Un posto sicuro (2024). Scardanelli ha scritto anche In principio era il dolore. Un Faust di meno (Carbonio, 2022).