Paolo Ciampi

Paolo Ciampi Non è il paese di Dracula - Viaggio in Romania dalla Transilvania al Mar Nero


Bottega Errante Edizioni, Collana Camera con vista, 2024, 213 pagine, 17 euro Narrativa | Viaggi | Viaggi

02/12/2024 di Valerio Corbetta

I carretti tirati dai cavalli, i laghi dai colori cangianti, gole, boschi, strade che si inerpicano, statali battute da mezzi di un passato che sembra remoto ed è invece ancora tenacemente tra noi. Il delta del Danubio e i castelli di ogni epoca e fatta: autentici, ricostruiti o riadattati a uso e consumo dei turisti. Alberghi, paccottiglia per chi si vuol portare a casa un souvenir. Ma anche architettura sorprendente, meravigliose chiese di legno costruite senza chiodi ma solo con un sapiente gioco d’incastri, parchi ricchi di vita che si alternano a vecchi scheletri di velenosa archeologia industriale, ponti e canyon. Tutto visto dai poco comodi sedili di un pullman che procede a velocità da slow tourism, oppure camminando tra gente ospitale e

curiosa, fortemente orgogliosa di un’identità che si fatica a percepire come univoca.

In Non è il paese di Dracula - Viaggio in Romania dalla Transilvania al Mar Nero, Paolo Ciampi attraversa la Romania con l’occhio curioso e attento di chi sa cosa significhi visitare un territorio sul quale aleggiano pregiudizi e convinzioni radicate da decenni, forse secoli. Assorbe le storie, le leggende, i racconti che impregnano una terra sconosciuta ai più o non approfondita per pigrizia. Oppure per quella bassa attrattività che hanno certe zone del nostro continente, che ha riversato in Italia migliaia e migliaia di suoi abitanti, ricambiata perlopiù dai luoghi comuni.

Terra di mezzo, geograficamente centro dell’Europa e per questo da sempre oggetto di invasioni da chi proveniva da Est così come da Ovest o da Sud. I suoi castelli, le sue rocche, le sue fortezze – anche religiose - nascono proprio dalle necessità di difendersi da chi nel corso dei secoli ha razziato questo cuore del continente, dove ancora oggi si fatica a capire se ci si trovi nel mezzo dell’eredità tedesca, ungherese, russa, mongola, ottomana. Anche linguisticamente.

Il viaggio si snoda in un percorso circolare che racconta città, paesaggi, persone, cultura, cibo, bellezze naturali e drammi personali. Decine di storie si incastonano nel cammino di Ciampi, che rimanda spesso alla sua Toscana così lontana, ma incredibilmente punteggiata di agganci con uomini e donne partiti dalla Romania e finiti a Firenze o sulle colline del Chianti; rimanda ai viaggiatori della storia, alla letteratura inglese (anzi: irlandese) di Bram Stoker e al cinema americano di Francis Ford Coppola. Il tutto con brevi, ma incisivi capitoli – divisi solo da asterischi e non titolati, quasi a non voler per forza indicarne un contenuto univoco - di poche pagine, che pure sono sufficienti a sollevare la curiosità di chi legge: obbligatorio mettersi a leggere queste duecento pagine con una cartina sotto mano (o con un dispositivo elettronico acceso su una mappa) per capire dove ci sta portando questa avventura. Un percorso quasi circolare, che parte da Bucarest, risale con la barra a Nord rivolta leggermente a Ovest, scavalla la catena montuosa centrale passando dal distretto di Arges per precipitare in quello di Brasov in Transilvania; da lì attraverso Sibiu e su fino a Cluj-Napoca, a Baia Mare, prima di svoltare verso oriente e puntare i Carpazi, avvicinandosi al confine prima con la Moldavia e poi con l’Ucraina, fino a fiancheggiare il Danubio e chiudere nel delta che consente al grande fiume di sfociare nel Mar Nero.

Sempre con un occhio vigile su quel che passa dietro i finestrini o sotto i piedi (e nei piatti e nei bicchieri delle soste, per ritemprarsi, e scoprire zuppe, carni, tradizioni culinarie, birre e liquori locali), aggiungendo al racconto le storie di chi di quei territori ha scritto pagine, magari meno conosciute ai più, ma di grande interesse.

E Dracula ? Beh, in fondo c’entra poco (o il giusto) con la Romania. A meno di essere superficiali. Ma Ciampi aiuta a non esserlo.


PAOLO CIAMPI Giornalista e scrittore fiorentino, ama intrecciare letture e cammini in città o in montagna, che ha raccontato in libri quali La strada delle legioni, Tre uomini a piedi, Per le Foreste Sacre L’aria ride. È stato selezionato per il Premio Strega nel 2020 con L’ambasciatore delle foreste e nel 2022 con Il maragià di Firenze. Recentemente ha pubblicato anche La terapia del bar e Anatomia del ritorno, mentre per Bottega Errante è già uscito nel 2019 con Gli occhi di Firenze, nel 2022 con Un popolo in cammino, nel 2023 La zingara di Montepulciano. Attivo nella promozione degli aspetti sociali della lettura, partecipa a numerose iniziative nelle scuole. Organizza piccoli festival e rassegne in bar, circoli di periferia e borghi dell’Appennino.