Pannonica de Koenigswarter I musicisti di jazz e i loro tre desideri
EDT, 2024, traduzione di Anna Lovisolo, 344 pagine, 32 euro Saggi | Musica | Storia
19/01/2025 di Franco Bergoglio
La figura di Pannonica de Koenigswarter (1913-1988) già oggetto di una biografia pochi mesi fa (Hannah Rothschild, La baronessa, 2024) si trova al centro di un rinnovato interesse. La baronessa Pannonica, per gli amici “Nica”, apparteneva per nascita alla famiglia Rothschild: banchieri di primissimo rango. La ribellione ai valori borghesi di Nica si manifesta negli anni Trenta, frequentando i circoli jazz di Londra invece di fare la “debuttante” in società e combattendo il nazismo durante la Seconda Guerra mondiale. Trasferitasi a New York, frequenta il jazz set, accelerando il divorzio dal barone Jules de Koenigswarter.
La sua figura nelle storie del jazz finora ha goduto di uno spazio limitato, quello di amica dei grandi jazzisti dell’epoca, cui ha offerto sostegno economico e morale, ricevendone in cambio la dedica di una ventina di temi, alcuni dei quali classici immortali. Eppure Nica è stata molto di più, a partire dal ruolo di manager e confidente per Thelonious Monk, che ha difeso da una brutale aggressione poliziesca in Delaware, cosa che le è costata un lungo contenzioso con la giustizia americana. Altrettanto travisata dai moralisti la morte di Charlie Parker avvenuta a casa sua: lei che è stata solamente colpevole di averlo accolto, malato, quando era stato abbandonato da tutti.
Finalmente nel volume I musicisti di jazz e i loro tre desideri emerge il lato artistico di Nica, finora rimasto in ombra. Con la sua Polaroid negli anni ha fotografato molti musicisti, di solito a casa sua, lontano dai riflettori: Dizzy Gillespie, Count Basie, Duke Ellington, Art Blakey, Bud Powell, Sun Ra, Charlie Mingus, Sonny Rollins e molti altri. In aggiunta -e questo spiega il titolo del libro- all’inizio degli anni Sessanta, ha iniziato a porre ai jazzisti questa domanda: «se potessi esaudire tre desideri, quali sarebbero?».
Trecento hanno risposto e quel materiale, accompagnato da una serie di scatti di Nica, è diventato un racconto alternativo del jazz, nutrito di serietà e di scherzi, di bassi interessi economici e di ideali grandiosi. I musicisti colti nel relax dell’appartamento di Pannonica non rispondono come farebbero con un giornalista nel corso di una intervista.
Ne viene fuori un’umanità meno stereotipata di quella raccontata nelle agiografie del jazz, dove osserviamo da altri punti di vista i vari Miles Davis e John Coltrane. Personaggi che pur con tutte le loro idiosincrasie cercano, come scrive Luca Bragalini nella bella introduzione al volume, di «Accordare la propria opera al diapason più alto possibile».
La baronessa Pannonica de Koenigswarter nata Rothschild, detta “Nica” nel mondo del jazz, nacque a Londra nel 1913 in un mondo di eccentrico privilegio e immensa ricchezza. Dopo l’ottimo matrimonio, si stabilì in un castello francese per mettere al mondo cinque figli e sostenere la carriera bellica del marito. Ma tutto cambiò quando Nica ascoltò, quasi per caso, Round Midnight di Thelonious Monk. Abbandonò il matrimonio, incontrò Monk a New York e si dedicò a lui e ad altri musicisti, diventando la leggendaria filantropa della scena jazzistica della città. Morì a New York nel 1988.