Un incidente, una nota imprevedibile sullo spartito della vita, e l’enigmatico Gabriel Goldman, si ritrova in un letto “paziente senza una malattia conosciuta, pianista senza il suo pianoforte, criminale senza aver commesso alcun crimine, condannato senza verdetto, prigioniero senza motivo, a ogni ora del giorno fremeva dal desiderio di libertà, di varcare le mura dell’istituto in cui per volontaria costrizione era murato vivo”. Alla gamma delle incognite, così come sono ben presto annunciate da Mirt Komel, va aggiunta vertiginosa natura dello scenario che le accoglie, a suo modo un altro abbaglio perché “New York non è un vero
melting pot, come va di moda definirla, nessuno si fonde con gli altri. Ognuno galleggia nel minestrone bollente ....
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