Miguel Bonnefoy

Miguel Bonnefoy Eredità


66THAND2ND, 2021, pp. 178, 16 euro Narrativa Straniera | Romanzo

26/01/2022 di Eliana Barlocco
“Quelli che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo” (George Santayana): la citazione apre il romanzo di Miguel Bonnefoy Eredità, come un monito. Un avvertimento per chi scrive e per chi legge. 

Un giovane parte dalla Francia con trenta franchi in tasca e un ceppo di vite nell’altra. Da un continente, giunge all’altro, solcando un oceano. Lì impianta la sua vite dando inizio a una nuova pagina. Si susseguiranno un paio di generazioni, che passeranno da una parte all’altra dello stesso oceano, per scelta o per costrizione, portandosi sulle spalle un’eredità. 

Ognuno di noi è frutto di un’eredità: da quella biologica a quella materiale, da quella intellettuale a quella morale. Ognuno di noi è figlio di un mix di cultura e tradizioni che ereditiamo dal passato, familiare e non. Questo è un libro sul retaggio. Partendo da colui che pianta quel vitigno in terra straniera, le esistenze dei personaggi si intrecciano proprio come i tralci della vite, andando a fondersi con la storia della nuova terra che li accoglie, ma al contempo non rescindendo del tutto il legame col mondo lasciato alle spalle.

Bonnefoy, figlio di padre cileno e madre venezuelana, è cresciuto in vari paesi per seguire la carriera diplomatica dei genitori. Educato in scuole francesi, la sua lingua letteraria è il francese. Come dice egli stesso in una intervista “...essendo figlio di diplomatici, figlio di un rifugiato politico, non sono né di qui né sono di là, come direbbe il poeta. Sono il risultato di questa mescolanza....scrivere sul tema del viaggio non è solamente dato da ragioni autobiografiche, ma è anche un pretesto per sviluppare idiosincrasie, tradizioni, costumi del popoli, psicologia e identità.” 

Altro elemento che permea il libro è quello del realismo magico. Il mondo animale si fonde con quello umano, i morti interagiscono coi vivi donando loro il soffio vitale, mentre avanza la crudeltà dei tempi, che trasforma gli individui in fantasmi. Il tempo nel libro è sospeso, quasi circolare, come circolare è il racconto stesso, che, iniziato con quel viaggio per cercare nuova linfa da immettere in quel tralcio di vite, si conclude con l’accettazione dell’Eredità... per non essere condannati all’infinito a vivere il medesimo passato.