Michel Houellebecq

Michel Houellebecq Serotonina


Feltrinelli, 2019 Narrativa Straniera | Romanzo

22/02/2019 di Corrado Ori Tanzi
Si chiama Florent-Claude, nome che detesta. Tra qualche anno arriverà (se ci arriverà) ai cinquant’anni, ha la carica di funzionario del ministero dell’Agricoltura e vive gli sgoccioli di una relazione sentimentale con Yuzu, una ragazza giapponese di vent’anni più giovane di lui, appassionata di gang-bang e rapporti spinti con varie razze di cani. Possibilmente ripresi da una telecamera.

Lo tiene in piedi il Captorix. Perché gli attacchi di depressione si fanno sempre più pesanti. Il farmaco antidepressivo chiede molto al suo equilibrio (nausea, diminuzione della libido fino all’impotenza), ma almeno aiuta il rilascio della serotonina, una molecola che agisce in modo per lui salvifico sul tono dell’umore.

Le bugie della giapponesina lo inducono a lasciare l’appartamento senza un biglietto. Si rifugia in un Mercure e riesce a rivedere Camille e Kate, le altre due donne con cui visse quando si considerava ancora cittadino del mondo. Sì perché ora la piccola compressa ovale bianca lo trasforma in un passeggero. Non che sia entrato in un’asocialità compulsiva, né ha preso in odio il Creato. Semplicemente galleggia. Come dice il narratore della dylaniana Man in the Long Black Coat: “But people don’t live or die/ people just float”. L’esistenza procede, con lui dentro. Ma senza che la vita gli fornisca più quei segnali perché lui la possa interpretare a seconda dell’umore e dello stato d’animo.

Scrittore decisamente borderline (se il nostro punto di riferimento è il monopensiero occidentale politicamente corretto), Michel Houellebecq con Serotonina apre il libro dell’anaffettività personale della contemporaneità, quell’autoprivazione dei propri cari che, senza dare troppe colpe alla Società o senza consegnarsi a un cahiers de doléances che punti l’indice verso qualche altra sovrastruttura organizzata, l’essere umano frequenta molto più spesso di quanto è in grado di riconoscere.

Il canovaccio narrativo è quello che l’autore ci ha consegnato dal suo ormai ventennale Le particelle elementari. Scrittura immediata, caustica, acida, che racconta per linea retta. Il Captorix è il suo arco e freccia per spalancare gli occhi sulla quotidiana illusione, l’apparenza vitale con cui vestiamo le nostre esistenze. Fa raggirare formalità, obblighi morali, doveri sociali rendendoci sempre partecipi del grande teatro ma più da testimoni in scena che da primi protagonisti. La maschera che non ci trasforma in mostri, ma che opera come bisturi estetico di mente e anima. Sempre che ce ne sia rimasta una.

 

Michel Houellebecq, Serotonina, La Nave di Teseo, 332 pagg., 19 euro

Corrado Ori Tanzi – https://8thofmay.wordpress.com