Michael Connelly La scatola nera
Piemme 2015 Narrativa Straniera | Noir
01/07/2015 di Corrado Ori Tanzi
Harry Bosch non è mai stato un tipo facile. E più invecchia più ha poca voglia di passare la sua personalità nel tritacarne dell’analisi. Inoltre non è mai stato troppo amato nel Distretto. Men che meno ora, col tenente che pur di sbarazzarsene gli apre un bel fascicolo disciplinare contro con accuse variegate.
Torna Michael Connelly e con La scatola nera torna Harry Bosch, il più celebre dei due personaggi centrali dello scrittore di Philadelphia. Messe a riposo le armi narrative del legal thriller, che lucida quando risveglia Mickey Haller, il sedicesimo titolo con protagonista l’amato Bosch ci restituisce una scrittura che respira crime dalla prima all’ultima pagina. Storia anomala che Connelly affronta con le migliori armi della tradizione di genere: sfaccettatura proteiforme del caso, umanità personale dell’investigatore che non riesce a chiudersi fuori dall’uscio dell’indagine, pervicacia nel seguire il fiuto di una pista che avrebbe tutto per essere lasciata immediatamente.
Eppure, pur con le armi e la struttura che conosciamo, La scatola nera riesce a regalarci il buon sapore genuino delle cose vere. Il romanzo è una cavalcata per chiunque sia poco poco amante del genere. Maestria nella scrittura e bravura giornalistica nell’evocare l’atmosfera dei giorni post Rodney King della Città degli Angeli. Connelly a quel tempo era ancora solo un bravo reporter di cronaca per il Los Angeles Times e dentro ai disordini del ’92 ci finì quasi a rimetterci la pellaccia (lo racconta lui stesso nella postfazione).
Quei giorni ritornano nel libro. Come un monito a non dare niente per scontato. Come fa Harry Bosch. Che, prima delle prove, riesce ancora a vedere nei suoi occhi svelata l’intera storia. Lo amiamo (anche) per questo.
Michael Connelly, La scatola nera, Piemme, pagg. 372, euro 19.90
Corrado Ori Tanzi - http://8thofmay.wordpress.com