Il fenomeno dei festival pop negli anni ’70 non fu solo un fatto musicale ma anche e soprattutto di costume. Nato negli Stati Uniti culminando con gli storici eventi di Woodtsock, Monterey e il tristemente noto Altamont, proseguito in Inghilterra con l’Isola di Wight (e non solo) prese poi vita anche in Italia con il solito lustro di ritardo. Uscito dalla cronaca il fenomeno oggi è ricordato solo per il suo drammatico epilogo al Parco Lambro nel 1976 ma la storia documenta ben altro. Questo libro, completato da un DVD e da un CD da ritenersi parti integranti del lavoro, riesamina il periodo che andò dal 1968 al 1976 abbracciando tutta la parabola della vicenda italiana. Lo scritto ci pare sostanzialmente articolato in quattro parti. La prima è un’introduzione, breve ma lucida, di Majid Valcarenghi che fu protagonista ed oggi testimone dell’autentico spirito del tempo. Segue il corpo dell’opera, scritta in stile sobrio e chiarissimo da Matteo Guarnaccia, che propone una sezione sulle vicende d’oltre oceano e d’oltre Manica alla quale segue la terza parte dedicata a quelle di casa nostra. Si conclude con il quarto intervento di alcuni autorevoli personaggi quali Claudio Rocchi, Claudio Fucci, Bruno Casini, Enzo Gentile e Massimo Pirotta. Non si tratta né di un romanzo né di un trattato storico; siamo davanti ad un saggio che, evitando prolissità ed inutili resoconti di cronaca, rilegge i fatti con i vantaggi dell’esperienza diretta e del disincanto del tempo trascorso dando una prospettiva interessante del fenomeno. Il primo elemento, non così scontato, che emerge è la correzione della classica idea per cui Woodtsock fu l’acme di una traettoria alla quale seguì un declino rapido ed improvviso; il libro chiarisce che anche prima del celebre festival si ebbero momenti di dubbia “integrità” ed in definitiva Woodstock fu in buona parte una fortunata coincidenza di elementi positivi. Il secondo contributo riguarda le caratteristiche del fenomeno in Inghilterra, piuttosto lontano dalla retorica tramandata dalle canzoncine beat degli anni ’60 sull’isola di Wight. Il terzo elemento, forse il più importante, è relativo alla precisa ricapitolazione dei festival organizzati in Italia con un elenco completo e, soprattutto, con una lettura equilibrata e a tratti cruda dei momenti principali, dal sogno dell’Alpe del Viceré al dramma del terzo Parco Lambro. Il pregio principale ci pare il linguaggio chiaro e senza retorica che rende il lavoro accessibile anche a chi non visse in prima persona quei tempi; nessuna apologia, nessuna nostalgia, nessun crucifige, solo una semplice e chiara sintesi con opinioni di quello che accadde. Il DVD allegato è un documentario relativo all’evento presso l’Alpe del Viceré (1973) con scene del raduno, della costruzione delle tende, di un acid trip e di qualche scampolo musicale; a questo seguono le interviste a Massimo Villa, Eugenio Finardi, SimonLuca e Andrea Majid Valcarenghi, piuttosto rievocative ad eccezione dell’ultima, tagliente e lucida come l’introduzione al libro. Il CD è molto fresco con brani dei principali artisti undergorund del periodo tratti da incisioni dell’epoca, come quella commovente di Donatella Bardi o dei sempre presenti Come Le Foglie, o da session più recenti, come quella di Riccardo Zappa, de I Cancelli della Memoria, dei Jumbo e degli Yu Kung. Uno raggio di luce su di un momento importante del costume italiano, concentrato ma senza distorsioni ; certamente consigliato.