Massimo Tallone

Massimo Tallone La ragazza del Bristol


Edizioni del Capricorno, 2022, 384 pagine, 13 euro Romanzo | Noir

28/02/2023 di Franco Bergoglio
La ragazza del Bristol ha un titolo che potrebbe ricordare un racconto di Simenon con protagonista Maigret. Niente Ville Lumière invece. il Bristol della storia è: “un locale notturno milanese, démodé, celebre per essere stato frequentato da vecchie glorie dell’arte e dai più sofisticati musicisti jazz”. Eh sì, c’è stato un tempo in cui il jazz e l’arte, in maniera casual ed esistenzialista, flirtavano bene insieme. Eppure no, il romanzo non riguarda il passato e l’ambientazione è quella di una Torino contemporanea, post industriale, con i suoi localini in precollina dove consumare taglieri e calici di vino, luoghi per una flânerie benestante che segue il corso urbano del Po.

Per esigenze di trama il romanzo propone alcune puntate nei dintorni della città, nelle Langhe e anche...No, non si può dire troppo: è un noir! Contro un titolo
evocativo del policier alla francese, nella trama abbiamo due classici espedienti da giallo classico british: la villa classica dove si raduna un numero ristretto di invitati e dove si consuma il delitto (Agatha Christie docet) e la società segreta, dagli scopi e dai protagonisti misteriosi che possiamo far risalire ancora più indietro, al pioniere del thriller Edgar Wallace, in particolare con i suoi Quattro giusti.

L’esclusivo oscuro e settario club immaginato da Massimo Tallone si chiama Postale dei Fiordi e promette vacanze indimenticabili a danarosi esponenti del jet set. L’autore in un paio d’occasioni cita a questo proposito un altro emblematico richiamo letterario, il David Foster Wallace di Una cosa divertente che non farò mai più (1997), prototipo del reportage letterario di una crociera di (presunto) lusso. Con tutti questi riferimenti incrociati qualcuno potrebbe pensare a un déjà vu, e invece no. Il thriller sviluppa la propria trama con originalità e tiene incollato il lettore per oltre trecento pagine.

E il jazz? Compare qua e là, perché uno dei divertimenti, presenti nel luogo misterioso che ospita il club di milionari in cerca di divertimento, è una sorta di night celato nelle segrete di un castello, dove suona una band mentre vengono serviti fino a tarda notte vini e liquori preziosi. “Jazz d’annata” viene definito nelle pagine del
romanzo dagli stessi musicisti quanto si ascolta al castello e noi lettori ci immaginiamo una musica levigata, raffinata, soffice, servita elegantemente da solisti in smoking. Da sorseggiare con calma. Per quel jazz, un po’ d’alto bordo, un po’ d’arredamento, il musicista e critico Jack Wheaton qualche anno fa coniò il termine Jacuzzi jazz che mi sembra adatto al clima ricreato dal Postale dei Fiordi.

Eppure la musica, una presenza discreta ne La ragazza del Bristol, gioca anche altri ruoli e di nuovo sorprende il lettore. Verso la fine del libro compare ad esempio
anche l’heavy metal, e in un altro punto ancora viene evocato uno dei gruppi di culto del rock duro, i Led Zeppelin. Nel frattempo, a suon di musica e di viaggi, la storia si srotola verso il finale e scioglie - con il giusto colpo di scena richiesto in questi casi - tutti i nodi della trama.

 

Massimo Tallone. Romanziere e saggista, dal 2011 collabora con il quotidiano La Repubblica, per il quale scrive racconti seriali. È socio fondatore del collettivo di scrittori Torinoir. Per Edizioni del Capricorno ha pubblicato i noir Il postino di Superga (2015), La riva destra della Dora (2016), La curva delle Cento Lire (2016), Le maschere di Lola (2017), La casa della mano bianca (2017) e Le api dei Cappuccini (2018), Non mi toccare (2022), Il fantasma di piazza Statuto (2020), Il cesto di ciliegie (2021) e La tentazione di uccidere.