Massimo Cotto

Massimo Cotto Pleased To Meet You, spigolature pop


VoloLibero Edizioni 2013 Saggi | Musica

26/11/2013 di Giuseppe Verrini
Tra  gli appassionati di musica il nome di Massimo Cotto è sicuramente uno dei più conosciuti ed apprezzati. 

Nato ad Asti nel 1960, a 16 anni è una promessa del basket ma  sente un disc jockey (allora si chiamavano così) spiegare alla radio il testo di Thunder Road e da allora non ha più smesso di occuparsi di musica.

E’ stato per 20 anni in Rai come conduttore di programmi radiofonici e televisivi e ha collaborato con diverse testate sia di settore (Il Mucchio Selvaggio e tanti altri) che generaliste (Espresso, Repubblica).

Ha scritto più di 60 libri di argomento musicale e tra questi  diverse biografie ( Da Vasco Rossi a Zucchero, a Ligabue, ai Nomadi, solo per citarne alcune) e ha girato il mondo per vedere concerti e intervistare artisti,  riuscendo quindi a  trasformare la sua passione in lavoro e suscitando quindi ammirazione, ma anche invidia, in tutti noi amanti della buona musica.

 Ha incontrato tantissimi personaggi che hanno fatto la storia della musica e della cultura del ‘900, di alcuni è diventato anche amico, altri li ha solo incontrati brevemente per le interviste. Ora alcuni di questi incontri vanno a comporre il suo ultimo libro “Pleased to meet you”, titolo preso da un verso di una canzone dei Rolling Stones dedicata al diavolo, dove ci delizia con aneddoti, battute graffianti e retroscena su circa 200 personaggi, svelando il loro lato spesso nascosto, la loro grandezza di artisti ma a volte anche la loro piccolezza da star.

 I brevi e sintetici episodi sono tutti divertenti, alcuni sono leggeri, altri terribilmente profondi e offrono spesso lo spunto per riflessioni sulla vita, la morte, la depressione, la malattia, l’ebbrezza del successo ed il terrore di essere dimenticati. Come dimenticare le follie di Loredana Bertè, l’incontro casuale con Bob Dylan in un parcheggio, le pagine su Lou Reed o sui viaggi con Beppe Carletti dei Nomadi, l’incontro con Alda Merini, il razzismo di Rod Stewart, la commovente pagina su Enzo Jannacci, e tantissimi altri.

Scritto benissimo, si avverte in ogni pagina la professionalità del giornalista ma anche la passione del fan.

E’ arricchito dalla prefazione di Roberto Vecchioni, da un introduzione di Piero Pelù e dalla postfazione di Giorgio Faletti, altro grande astigiano, che Massimo Cotto in un brano del libro non esita a definire irritante, per il suo “Talento onnivoro”.

Il libro si legge in un baleno e quando si arriva alla fine, si ha voglia di ricominciarlo da capo.

Speriamo comunque che Massimo Cotto si decida di scriverne un altro, attingendo al suo vasto bagaglio di ricordi.

Compratelo, illuminerà le vostre giornate uggiose e voi contribuirete anche ad acquistare un defibrillatore per il Teatro Vittorio Alfieri di Asti.


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