Martina Esposito

Martina Esposito Rock Poster 1940-2010 Il manifesto diventa arte


VoloLibero, 2021, 100 pagine, euro 19.50 Saggi | Musica

14/11/2021 di Eliana Barlocco
Fin dai tempi remoti l’essere umano subisce il fascino della pittura, pensiamo alle grotte di Lascaux (un esempio fra i più famosi) o, per stare in Italia, alla grotta di Levanzo. I loro frequentatori hanno sentito la necessità di impossessarsi delle pareti, dipingendovi soggetti di vario genere. Chi non si è appropriato, almeno una volta nella vita, di un muro di casa per appendervi delle immagini in quel momento care?

Rock Poster 1940-2010 di Martina Esposito racconta la nascita del rock poster, un viaggio attraverso l’evoluzione di questo mezzo visivo a partire dal lontano 1940, di un oggetto che, attraverso il tempo, la manipolazione e gli influssi di una società giovanile in fermento, è cresciuto costantemente, passando dall’essere un semplice volantino informativo a rappresentazione degli artisti stessi, utilizzando colori, geometrie e metafore grafiche, una sorta di specchio visivo della loro musica, un marchio riconoscibile ai più, un oggetto che prende per mano (mani-festo) chi lo osserva, per accompagnarlo lungo la via di quell’arte specifica, in una commistione fra musica e grafia.

Dice Matteo Guarnaccia nella sua postfazione: “Il manifesto diventa il luogo privilegiato della trasformazione della musica in immagini, e delle immagini in musica, un’opera d’arte fuori dai luoghi canonici, anche se serve solo a divertire, fare pubblicità a teatri, artisti ed eventi”. E ciò si evince dando uno sguardo alle belle illustrazioni raccolte nel libro. Il cammino, che inizia col manifesto di Hank Williams Live at Grand Ole Opry del 1945 e che porta a Alive 2006/2007 dei Daft Punk, è fatto di molteplici passi che abbracciano forme diversificate d’arte: dalla psichedelica, all’art déco, al punk e via dicendo. Un tragitto che si snoda attraverso la sperimentazione (di tecniche e materiali), la ricerca, il confronto/scambio fra gli artisti stessi.

Mario Bellini scrive, nel catalogo della mostra sul Realismo Magico (Palazzo Reale Milano, consigliata): “Immaginate di restare senza gran parte della vostra collezione di tavole e tele...immaginate il senso di smarrimento davanti a pareti che rimarranno spoglie...” ; trasliamo questo concetto al nostro discorso. Cosa sarebbe stata quella ‘parete’ rock senza immagini? E senza il rock, si sarebbe evoluta così tanto la ricerca grafica? 

Amletici quesiti! Fortunatamente per noi, la storia è andata e va per il verso giusto.


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