Mario Bonanno Bitte, keine Réclame (per favore, niente pubblicità)
La Vela editore, Collana Controvento, 2024, 148 pagine, 15 euro Saggi | Società
03/11/2024 di Laura Bianchi
Ha senso oggi essere un polemista autentico, in mezzo a tanti esseri televisivamente polemici? Ha senso scrivere pamphlet, saggi brevi, agili, incisivi e scomodi, ma composti con più delle canoniche duecento battute da post sui vari social? Mario Bonanno ci crede ancora, e scrive esattamente così: in modo sincero, diretto, senza usare trivialità di bassa lega, ma fornendo al lettore una sorta di mappa per orientarsi in un mondo sempre più insensato: quello della comunicazione. Infatti, Bitte, keine Réclame (per favore, niente pubblicità) si inscrive nella linea del pamphlet polemico di stampo illuministico, di cui conserva la verve ironica, le sferzate sarcastiche, anche lo stile denso di interrogativi, segno che l'autore è portatore sano di dubbi.
Il catanese Bonanno non poteva non rendere omaggio al conterraneo Franco Battiato, scegliendo come titolo quello che il musicista scelse per il suo viaggio audiovisivo, prodotto dalla RAI vent'anni fa, con la collaborazione di Manlio Sgalambro, attraverso i diversi territori della cultura, e con dialoghi tra musica, filosofia, spiritualità e arte. E prettamente filosofica, ma anche multidisciplinare, e altrettanto innovativa, è l'impostazione del saggio, che parte da un assunto preciso, contro "la deficienza / sudditanza liberista del vivere di superficie", e che mette a confronto tesi differenti, per farle dialogare tra loro e sollecitare nel lettore un approfondimento individuale, un'autocritica, una riflessione su sé e sul suo modo di confrontarsi col mondo e con la pervasività dei media.
A tale proposito, illuminante è il passo, denso, ma meritevole di essere trascritto per intero: "Incapaci di concepirci comunità politica, siamo diventati audience. Sopravvivendo sottovuoto in una realtà che è reality show, un barnum spettacolarizzato in cui si è al contempo (finti) giudici e (finti) concorrenti, a seconda delle circostanze. Incapaci di azione politica, non più in grado di intervenire sulla realtà, ci si limita all'opinione irrilevante, in quanto indiscriminata, sommaria, espressa su tutto che significa su niente. Si esprimono opinioni su ogni argomento previsto dall'agenda di prima serata - dall' emergenza climatica all'ultima partita di calcio alle guerre - senza percepire ormai alcuna distonia. Con l'illusione, al contrario, che questo collocarsi nel grande palinsesto del mondo sia la sola strada per affermarsi come individui."
Come si può capire, non è importante, tantomeno obbligatorio, essere totalmente d'accordo con le tesi espresse da Bonanno; il suo intento infatti non è tanto conquistarsi l'approvazione indiscriminata della platea di lettori, quanto, ci pare, condividere i suoi pensieri con chi è disposto a lasciarsi coinvolgere nell'atto rivoluzionario del pensiero. Solo così riusciremo a sfuggire a un potere che ci vuole "zombie del Capitale", e a guarire dalla nausea che proviamo di fronte allo spettacolo avvilente di un'umanità impoverita (potenti sono le pagine in cui l'autore esprime la propria nausea).
Con le parole di Leonard Cohen di The Future, tradotte magistralmente da Francesco De Gregori e Mimmo Locasciulli, si chiude il libro. E forse potremo anche noi mettere di fronte al nostro intelletto, come di fronte alle nostre case, "Per favore, niente pubblicità".
Mario Bonanno scrive libri sulla canzone italiana d’autore. Suoi articoli sono apparsi, tra gli altri, su "Anna", "Duel", "Diario", "Left", e sui quotidiani "La Sicilia" e "Avvenire". Ha fondato e diretto il periodico "Musica & Parole".