Luis Landero La vita negoziabile
Mondadori, 2018 Letteratura Straniera | Romanzo
19/07/2018 di Corrado Ori Tanzi
A Hugo Bayo, professione parrucchiere, piace parlare. Meglio, piace narrare. Adora raccontare ai suoi clienti le giravolte che ha preso la sua esistenza, tra cambi di passo e goffe cadute. Dal barrio adolescenziale di Madrid ai sogni di splendido quarantenne, sempre convinto che il meglio debba ancora arrivare.
È un vero artista del taglio Hugo, tutti glielo riconoscono. Lo è stato un bel po’ meno nella vita privata. Il rapporto con la madre non gli ha girato proprio bene. A 15 anni, tanto per dirne una, la ricattava convinto che avesse un amante. E neanche quello col padre ha vissuto di luce vera. D’accordo, sapeva di ricevere dal genitore un amore puro, ma il vecchio era troppo grasso e impacciato per poter diventare un modello di vita e poi quel suo lavoro, amministratore di condomini, non era certo qualcosa di cui potersi vantarea scuola. Tutto vale, a ogni modo. Al punto di trasformare ogni cliente in un lettore delle Mille e una notte e fare dei propri capitoli di vita materiale sempre diverso da raccontare.
Luis Landero, 70 anni, natali in Extremadura, arriva in Italia col suo secondo romanzo tradotto dopo Giochi tardivi (nel 1991!). La vita negoziabile è la prova di quanto la contemporanea letteratura spagnola goda di uno stato di salute invidiabile in qualunque taglio stilistico la si voglia analizzare. Il romanzo gira la voce di questo talentuoso parrucchiere che crea, decide, giudica, impone. Hugo è sgradevole, fastidioso con punte di miseria umana che non hanno giustificazioni. Sa che conoscere significa potere e che conoscere un segreto significa potere al quadrato. E semplicemente attua questo assioma, non importa se la vittima è colei che lo ha messo al mondo. Dal padre impara presto che nella vita tutto è contratto e accordo e quindi do ut des e così stiamo bene in due.
Un cinico che fa della sincerità di pancia e di logica a tutti i costi il suo cavallo di battaglia. La corruzione? Se non la usi lo farà quello in fila dietro di te. L’egocentrismo? Quando ho il mal di pancia soffro io mica tu. Insomma, Un Bel Amì dei tempi nostri, meno creativo esistenzialmente ma altrettanto in pace con sé e la sua ombra.
Ma il romanzo è anche una pagina letteraria su come si possa vivere miserabilmente bene nella propria egolatria. Che le cadute sono sempre e comunque solo un incidente di percorso. Che le bizzerrie del tempo che ci è concesso sono anch’esse patrimonio da cui ricavare materiale per parlare ed essere ricordato. I fallimenti amorosi? Ben vengano, tutta ciccia per un ottimo sugo. Basta un po’ di fantasia e si reinventa una vita come neanche un mago. Bisogna essere ottimisti, altrimenti il futuro non arriva.
Più commedia che dramma. Più farsa che tragedia (nell’accezione marxista della storia che, nel ciclo del suo compiersi, si ripete sempre due volte), La vita negoziabile è un affresco picassiano sull’esistenza che ha perso la monoprospettiva con cui viverla. E raccontarla ovviamente. Con forbice e pettine in mano.
Luis Landero, La vita negoziabile, Mondadori, € 19,00, pagg. 300
Corrado Ori Tanzi
https://8thofmay.wordpress.com