Luciano Ceri

Luciano Ceri The Rokes Ascolta Nel Vento Una discografia commentata


Iacobelli Editore 206 pagine Euro 19.50 Musica | Biografie

24/12/2020 di Aldo Pedron
Finalmente un libro sui Rokes!

Questa è la storia e il racconto del gruppo (insieme ai modenesi Equipe 84) più importante e più popolare del beat italiano e del periodo d’oro degli anni ’60.  I sixties sono gli anni di rottura, di ribellione e i cosiddetti complessi erano il fiore all’occhiello di quell’era.

I Rokes arrivano in Italia nel maggio del 1963 come Cabin Boys accompagnando il cantante inglese Colin Hicks fratello minore del più popolare Tommy Steele. In precedenza si erano chiamati Shel Carson Combo (formati nel 1960) e in Italia come The Rokes esordiscono grazie a Teddy Reno (manager, talent scout e marito di Rita Pavone) che li porta alla RCA di Roma.



The Rokes, inglesi trapiantati in Italia si distinguono per i loro capelli lunghi, gli stivaletti, le chitarre a forma di coda di rondine (a freccia), l’accento suadente e anglosassone di Shel Shapiro, il fascino dello straniero, i dischi in classifica, le loro esibizioni per tutta la penisola e nei Piper Club di Milano e di Roma, le loro numerose serate, la crociera musicalculturale del 1968 (da Genova a Miami), i caroselli pubblicitari con la Tv ancora in bianco e nero.

Luciano Ceri l’autore del libro è un giornalista musicale con un curriculum di grande rispetto con diversi libri al suo attivo su Lucio Battisti, Giorgio Gaber, collaborazioni con numerose testate e riviste del settore musicale come Chitarre, Il Mucchio Selvaggio, Outsider, Nuovo Ciao Amici e Vinile, oltre ad aver condotto programmi radiofonici della Rai tra cui Stereonotte e Notturno Italiano.    



Luciano Ceri racconta meravigliosamente bene la storia dei Rokes, dei loro dischi, 45 e 33 giri, l’analisi delle loro canzoni, la riproduzione di tutte le relative copertine, le pubblicazioni effettuate dopo il loro scioglimento, i loro dischi solisti, la discografia ufficiale, la discografia internazionale, i dischi refrain, i dischi juke-box, i numerosi inediti e le testimonianze ed interviste ai quattro componenti dei Rokes: Johnny Charlton che vive ancora a Roma, Shel Shapiro (il più attivo a teatro, dal vivo, nei musical, sia come autore, cantante e produttore discografico), il bassista Bobby Posner (Powell) e Mike Shepstone il batterista, quest’ultimo l’unico dei quattro che vive ancora in Inghilterra a Bournemouth. 

Gli anni 60’, un periodo in cui nasceva la rivalità tra i Rokes e l’Equipe 84 di Maurizio Vandelli che sembra sia stata inventata apposta per replicare su scala minore lo schema dei Beatles contro i Rolling Stones.

Tra le varie manifestazioni, i Rokes partecipano al Festival di Sanremo per ben tre anni consecutivi, nel 1967 in coppia con Lucio Dalla con Bisogna Saper Perdere, l’anno successivo con i Cowsills (Le Opere di Bartolomeo) e nel 1969 con Nada (Ma che freddo fa).

La discografia italiana comprende una ventina di singoli, tre album, numerose antologie, quattro 45 giri pubblicati nel Regno Unito, alcuni cofanetti (box set), diverse stampe dei loro singoli ed album pubblicati in tutto il mondo: Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Grecia, Turchia, Iran, Stati Uniti, Canada, Brasile, Argentina, Venezuela, Giappone, Hong Kong, Colombia, Australia, Nuova Zelanda. 

I Rokes hanno al loro attivo canzoni intramontabili entrate di diritto nella storia e nell’immaginario collettivo anche se la maggior parte dei loro stessi brani sono cover di canzoni inglesi o americane.

Shake Rattle And Roll (il loro primo singolo del 1964), Un’anima pura (1964), Grazie a te (I’m Alive degli Hollies), Ascolta nel vento (1966), Che colpa abbiamo noi (Cheryl’s Goin’ Home del cantautore americano Bob Lind), E’ la pioggia che va (Remember The Rain sempre di Bob Lind), Piangi con me (Mogol- Shapiro), Finché c’è musica mi tengo su (1966), C’è una strana espressione nei tuoi occhi ( l’originale è When You Walk In The Room scritta da Jackie De Shannon ed incisa da i Searchers), Bisogna saper perdere, Hello Come Stai  (Hello How Are You degli australiani Easybeats),  Eccola di nuovo (Here Comes My Baby di Cat Stevens incisa anche dagli inglesi Tremeloes), Ricordo quando ero bambino (1967), la canzone hippy del flower power Cercate di abbracciare tutto il mondo come noi del 1967 (una composizione Cassia, Bardotti -Shapiro), Lascia l’ultimo ballo per me (versione italiana di Save The Last Dance For Me dei Drifters composta da Doc Pomus e Mort Shuman), Se io fossi povero (If You Were A Carpenter di Tim Hardin), Regency Sue (secondo Mike Shepstone semplicemente il nome di una escort girl) e molte altre ancora.



206 pagine piene di racconti, aneddoti, notizie, dettagli e curiosità su questa celebre formazione che si è sciolta nel 1970 ma che 50 anni dopo viene ancora ricordata da molti con grande affetto.